RISCHIO IDROGEOLOGICO: 107 VITTIME DAL 1960. COLDIRETTI ” TROPPO CEMENTO”

 

L’Italia frana anche perche’ il 25 per cento delle campagne negli ultimi 40 anni sono state abbandonate o coperte dal cemento. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti che, nell’esprimere cordoglio per le vittime della frana di Saponara , evidenzia come,  se si continua a “consumare” campagna, sostituendola con zone cementificate e, contestualmente non si creano le condizioni perche’ l’acqua possa defluire, il risultato non puo’ che essere l’aumento dei rischi per frane ed alluvioni.

Tra il 1960 e il 2010, le vittime per alluvione in Sicilia sono state 107 e 57 i morti per frane, una storia piena di calamità naturali,   in un territorio a rischio idrogeologico. 

In Italia – sottolinea la Coldiretti – il numero delle frane supera le 486 mila e interessa quasi il 7% del territorio, per una superficie pari a 20 mila 700 chilometri quadrati, sulla base dell’inventario dei fenomeni franosi in Italia realizzato dall’Ispra.

Un territorio grande come due volte la regione Lombardia per un totale di cinque milioni di ettari equivalenti – sottolinea la Coldiretti – e’ stato sottratto all’agricoltura, che interessa oggi una superficie di 12,7 milioni di ettari con una riduzione del 25 per cento negli ultimi 40 anni. Il rapido processo di urbanizzazione e cementificazione selvaggia e il progressivo abbandono del territorio non e’ stato accompagnato – continua la Coldiretti – da un adeguamento della rete di scolo delle acque, ma ora e’ necessario intervenire per invertire una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica di tutto il Paese, come dimostrano i fatti recenti.

I cambiamenti climatici che si manifestano con un aumento della frequenza di eventi estremi, la maggiore intensita’ delle precipitazioni e la relativa impossibilita’ di assorbire l’enorme quantita’ di acqua che cade in pochi minuti, rappresenta secondo la Coldiretti un mix micidiale che impone una piu’ attenta politica della prevenzione.

 

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