GAS TOSSICI NELL’ARIA DI MILAZZO: L’ARPA LANCIA L’ALLARME, ATTESA UNA ISPEZIONE ALLA RAFFINERIA

 

Nel giorno della sentenza del processo Eternit, non possiamo che riflettere su un polo industriale altamente inquinante come quello della Raffineria di Milazzo. Una denuncia che nel corso degli anni ha inevitabilmente diviso la cittadinanza tra chi mette al primo posto la salute, chi invece sa che la sua vita dipende economicamente dalla raffineria. Ma i limiti sono stati raggiunti, anche per l’ARPA, l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente, che proprio al comune di Milazzo ha inviato i risultati, certamente allarmanti, delle ultime indagini sull’aria del comprensorio tirrenico. Un forte odore di gas misto a benzina che rende l’aria irrespirabile, ma che è talmente “consueto” da non essere quasi più percepito dai residenti  nel Comune del Messinese e nei centri limitrofi.

La causa è sempre la stessa: le esalazioni  che provengono dalla zona industriale e il cattivo odore di gas è stato percepito soprattutto ad inizio del mese di febbraio.  Una  situazione al limite, come dimostrano i risultati dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, che ha effettuato in quei giorni alcune analisi con apparecchiature mobili, rilevando sostanze tossiche nell’aria, la cui causa – si legge nella nota– “è da attribuire a sorgenti odorigene tipiche del ciclo produttivo della Raffineria di Milazzo.  Precisamente, il laboratorio mobile, ubicato in zona Tribò, ha rilevato nei giorni del 2, 3, 5 e 6 febbraio la presenza di metilmercaptano, dimetilsolfuro, dietilsolfuro, dimetildisolfuro.  (VEDI LA NOTA DELL’ARPA AL COMUNE DI MILAZZO).

Adesso è attesa una ispezione urgente a Milazzo da parte del Ministero dell’Ambiente:  “Emerge in modo inequivocabile – si legge nella lettera inviata dall’Arpa al Ministero – che gli inconvenienti lamentati hanno origine di emissioni non adeguatamente controllate dalla Raffineria di Milazzo. Si evidenzia quindi la necessità di far seguire al monitoraggio svolto una mirata intensificazione delle attività di vigilanza e di controllo sulle misure poste in essere dal Gestore al fine di rimuovere le cause, strutturali e/o gestionali che hanno dato luogo ai fenomeni evidenziati”.

In attesa dei “tempi ministeriali”, si registra anche la denuncia del segretario provinciale dell’Italia dei Valori, Antonino Alessi, e del responsabile Ambiente dello stesso partito, Elena Caragliano, che hanno diffidato i sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela “affinché, nella loro qualità di autorità sanitaria del territorio – si legge in un comunicato stampa – emettano immediatamente ordinanza di chiusura di tutte le parti di impianto o fasi di lavorazione che causano tali eventi morbosi”.

Resta da capire la posizione del Comune di Milazzo a cui la stessa Raffineria destina un budget annuale finalizzato alla realizzazione di iniziative a sfondo sociale ed al restauro di opere d’arte: l’assessore all’Ambiente, Maurizio Capone, ha convocato un tavolo tecnico, che si è svolto venerdì scorso, a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Ufficio Speciale, dell’Arpa, dell’Asp, il consigliere Giuseppe Marano e il presidente dell’associazione ambientalista Adasc, Giuseppe Maimone, proprio per discutere sulla necessità di un intervento ispettivo.

In questi anni parte della cittadinanza si è attivata per chiedere maggiore sicurezza ambientale, anche perché l’inquinamento non riguarda solo l’aria, ma anche il mare:  pochi giorni fa, infatti, fa è stato ritrovato, proprio a Milazzo, un delfino morto sulla spiaggia di Ponente e l’Adasc,  ha richiesto al Comune e all’Istituto zooprofilattico di Palermo l’esame tossicologico sul mammifero, temendo  possa trattarsi di un decesso causato da sostanze inquinanti.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it