“L’UFFICIO” (DI DIO) È LA NUOVA PRODUZIONE DEL TEATRO DI MESSINA. PRIMA NAZIONALE L’11 APRILE

Presentato in una conferenza stampa lo spettacolo – comico e impegnato – con la regia di Ninni Bruschetta e interpretato da: Maurizio Marchetti, Antonio Alveario, Giampiero Cicciò, Maurizio Puglisi, Lucio Patanè, Adele Tirante e Livio Bisignano. Sei attori su sette sono messinesi. Il testo firmato da Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre (gli autori della sit com tv “Boris”) Ancora una volta il Teatro di Messina punta a valorizzare gli artisti del proprio territorio attraverso una produzione di prosa. Certamente un merito, come hanno sottolineato nel corso della conferenza stampa di presentazione de “L’ufficio”, sia la vicepresidente dell’Ente, Daniela Faranda sia il sovrintendente Paolo Magaudda. Stiamo facendo di tutto – hanno detto – per contribuire alla valorizzazione di attori, registi, musicisti e tecnici, i quali, già per parte loro, sono arrivati a un buon successo naziionale. In questo momento Messina – hanno aggiunto – può vantare una leva artistica di primo piano e siamo convinti che il Teatro, dando loro la possibilità di lavorare nella propria città, può dare continuità a questa circostanza. Altri giovani, infatti, vengono affiancati a chi è già affermato e hanno la possibilità di fare esperienza a un buon livello. Tra l’altro, “L’ufficio”, in scena al Vittorio Emanuele in prima nazionale dall’11 al 15 aprile, è un testo contemporaneo, come raramente i teatri pubblici producono, scritto da due autori di successo quali Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre, molto noti per aver firmato la serie televisiva “Boris”, diventata poi anche un film. Ma veniamo ai messinesi: la regia è di Ninni Bruschetta (che in “Boris” è attore), gli interpreti sono: Maurizio Marchetti, Antonio Alveario, Giampiero Cicciò, Maurizio Puglisi, Lucio Patanè (l’unico non messinese dell’intero cast), Adele Tirante e Livio Bisignano. Scene di Mariella Bellantone, costumi di Cinzia Preitano, musiche di Toni Canto; l’aiuto alla regia è di Laura Giacobbe. “L’ufficio” del titolo è quello di Dio, un Dio molto umano che si trova ad avere molti problemi nei rapporti con noi terrestri. di oggi. Bruschetta ha sottolineato l’importanza di mettere in scena testi contemporanei, tanto più se sono divertenti e intelligenti come questo. «Ho scelto “L’ufficio” perché mi sembra che sia l’ideale prosecuzione del percorso drammaturgico intrapreso con “Lavori in corso” di Claudio Fava. Lì ho cercato di mettere in scena un “teatro civile” ispirandomi alla commedia classica. “L’ufficio”, invece, è un commedia, comica e modernissima, ma è anche, a tutti gli effetti, un testo politico. Qualcuno direbbe che è solo uno spunto, un pretesto per parlare degli uomini e del mondo. E in effetti è vero, è una commedia umana, l’ufficio “divino” è identico ad un qualsiasi ufficio pubblico italiano ed è proprio in questa similitudine che si sviluppa un’azione che consente agli autori di guardare ai problemi del mondo contemporaneo, regalando al testo intense fughe verso una connotazione “civile” e politica. Ciononostante la grazia con cui gli autori costruiscono il personaggio del demiurgo consente di riflettere su un altro ordine e soprattutto su un’altra disciplina, non umana, non morale, ma “principiale”. La legge che questo Dio impone è quella che rende l’uomo libero. Ma l’uomo “troverà sempre il modo di aggirare la legge, come se fosse contro di lui!”». Da parte sua Marchetti, che è anche direttore artistico per la prosa del Teatro di Messina e qui interpreta il ruolo di Dio, aggiunge: «I due autori sono riusciti a costruire un testo che, seppur con le caratteristiche di una commedia dai precisi meccanismi comico-grotteschi, ha in sé un grande spessore poetico e politico, nel senso più nobile del termine. L’ufficio di Dio, di cui si parla, è descritto con un’accorta attenzione all’elemento teologico e con il rispetto dovuto alla materia trattata e descrive, seppure con quelle caratteristiche di comicità cui si accennava prima, l’avvilente incapacità dell’umanità a scuotersi dai propri terrificanti limiti. Da attore sono molto felice di rinnovare con Ninni Bruschetta un sodalizio artistico che, dopo il successo di “Lavori in corso” di Claudio Fava, speriamo continui a dare i suoi frutti anche nel caso di questa divertente, originalissima ed intelligente commedia; come direttore artistico del Teatro di Messina sono fiero di essere nuovamente riuscito a costruire un gruppo artistico-tecnico interamente messinese». Nell'”ufficio” di Dio ci sono ministri con compiti equamente distribuiti: c’è Piotr, addetto alla Politica; Zita all’Economia; Vassilij alle Passioni; Marcus responsabile dell’Ecologia e infine c’è Anna, sensibile e attenta segretaria. Insieme lavorano per il Mondo, a sostegno dell’operato di Dio nell’orientare, aggiustare ma mai modificare il corso delle cose e condividono un ufficio, adeguatamente arredato con una lunga scrivania, delle sedie, una libreria piena di schedari e raccoglitori per le varie pratiche. È un Dio che vede e partecipa, che ama il calcio, soffre, si emoziona, si altera, si dispiace nel vedere l’uomo – che lui ha creato con tanto Amore – scegliere il Male e non il Bene. Anche i suoi collaboratori hanno perso l’entusiasmo e la vitalità che li aveva animati durante eventi storici come la Rivoluzione francese. Sulla terra ormai l’Economia e la Politica si sono perse lungo la strada del profitto personale, la Passione ha invaso tutto ma in senso consumistico di piaceri effimeri e immediati, per non parlare dell’Ecologia che soffre per la disattenzione degli uomini. Dio allora, si prepara per la fine del mondo, ma è costretto a desistere per l’insistente richiamo dei suoi ministri che, ribellandosi a lui, ottengono i pieni poteri per un anno intero. Un testo impegnato ma anche molto divertente.

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