ROBERTO CORONA CHIEDE IL REINTEGRO ALLA CONFCOMMERCIO: PORTE CHIUSE E MOLTE RISERVE

 

 

Dopo la revoca da parte del gip di Roma della misura degli arresti domiciliari, il deputato del PDL Roberto Corona, coinvolto in un’inchiesta della Procura di Roma su frodi fiscali e immobiliari è  tornato all’Ars, e successivamente  ha anche fatto richiesta di reintegro alla Confcommercio di Messina, di cui è stato direttore dal 1980. Lo rivela il settimanale Centonove, che riporta anche il testo della missiva inviata a Francesco Rivolta (direttore generale di Confcommercio), Carlo Sangalli (presidente di Confcommercio) e Antonio Messina (presidente di Confcommercio Messina), in cui il deputato ribadisce che “essendo quindi venuta meno la causa che aveva determinato la mia sospensione obbligatoria dal servizio, chiedo di essere immediatamente reintegrato”.

 “Assunto come dirigente da Confcommercio nazionale per distaccarlo a Messina – si legge nel settimanale –  Corona diventa direttore della sede in forza di una convenzione del 1980. Il primo anno, a pagare lo stipendio, è la Confcommercio nazionale, cui poi subentrata Messina. Uno stipendio, quello del deputato, che è cresciuto di anno in anno, fino a diventare, nel 2011, pari a 191 mila euro annui al lordo, con un costo complessivo di 275 mila 553. Il reintegro richiesto da Corona, messo nel congelatore in seguito all’arresto sul crack di Ascom Finance, appare però difficile, almeno in territorio messinese. Già il 5 dicembre 2011, sulla scia di analogo provvedimento del nazionale, la giunta dell’Unione Commercianti aveva sospeso il direttore dall’incarico. Successivamente, il 29, la stessa giunta decideva la risoluzione della convenzione per il distacco di Corona come direttore. L’intenzione di non avvalersi più delle sue prestazioni, inoltre, viene manifestata con ulteriori comunicazioni in occasione della visita a Roma del presidente Antonio Messina il 2 febbraio 2012, con una lettera di Confcommercio Messina al presidente Carlo Sangalli del 7 febbraio e con una lettera personale del vicepresidente Antonio Giordano a Piero Agen del 2 marzo. E il tutto diventa una delibera con la quale la convenzione viene risolta la convenzione, decidendo anche di chiedere le somme non erogate sin da dicembre 2011 a favore dell’Unione Commercianti.”

In risposta alla richiesta di reintegro all’ex direttore Corona viene inviata una raccomandata datata 27 marzo, con cui si chiarisce il “no” da parte dell’Unione commercianti messinese, che non solo avvisa il deputato che si riserva di agire per l’accertamento di sue responsabilita e per eventuali risarcimenti, ma che: “Per maggiori informazioni sulla ripresa della sua attività lavorativa dovrà rivolgersi al suo datore di lavoro, Confcommercio nazionale, in quanto da parte dell’Unione, in data 28 dicembre 2011 e successivamente in data 16 marzo, è stata risolta la convenzione”. 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it