TAGLI AI CONTRIBUTI PER IL TEATRO VITTORIO EMANUELE: CISL “SERVE UNITA’ D’INTENTI”

 

“A rischio è il sistema cultura messinese, non solo il bilancio dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele. Con il taglio del 20% ipotizzato dalla Commissione bilancio del Governo regionale dei contributi il Teatro Vittorio Emanuele non riuscirebbe a programmare stagioni di adeguato livello culturale e metterebbe in forte discussione tutte le figure professionali dell’Ente”. La Fistel Cisl di Messina prende posizione sull’ipotizzato taglio del contributo regionale al Vittorio Emanuele che passerebbe da 6.700.000 euro a 5.300.000 e crea allarme per i dipendenti.

“Si rimetterebbe tutti sulla graticola – spiega Domenico Allegra, segretario provinciale della Fistel Cisl – i professori d’orchestra vedrebbero sfumare le proprie rivendicazioni, i lavoratori stagionali sarebbero completamente fuori anche dalla precarietà a cui sono abituati, i dipendenti potrebbero non vedersi riconosciuti i profili occupazionali a cui aspirano. Tutte le attività e le programmazioni artistiche e gestionali del Teatro Vittorio Emanuele andrebbero in sofferenza”.

Una presa di posizione che la Fistel Cisl prende a margine di una riunione tenutasi venerdì 20 mattina con il presidente dell’Ente Ordile e il sovrintendente Magaudda nel corso della quale sono state presentate le valutazioni sulle tabelle di equiparazione che serviranno alla definizione della Pianta Organica.

“Questa è una questione che si trascina da anni – continua Allegra – Se oggi le condizioni economiche determinano la necessità di ridurre i contributi riteniamo non sia possibile farlo con un taglio netto, ma vanno fatte valutazioni caso per caso e sarebbe quindi di tutta evidenza che al Teatro di Messina tale riduzione non può e non deve essere applicata perché mai alcun aumento di contribuzione vi è stata dal 1991, al contrario degli altri Teatri siciliani”.

La Fistel Cisl richiama all’unità d’intenti e di percorso sia i sindacati che l’Ente invitando tutti ad abbandonare le pretestuosità e le contrapposizioni inutili. “Servono solo a fare immagini ma non portano a nulla – sostiene Allegra – se non riusciremo a farci ascoltare nel merito delle questioni, saremo tutti responsabili in solido del progressivo degrado culturale e sociale che sta investendo tutto il nostro territorio. Complici di quella emergenza educativa denunziata a più riprese”.

 

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