CONFRONTO TRA I PRECARI DEL COMUNE DI BARCELLONA E 3 CANDIDATI A SINDACO: BOCCIATO NANIA

 

Barcellona P.G., giorno 23 Aprile 2012: dopo ufficiale richiesta con avviso all’albo e lettere ai rappresentanti politici dei vari candidati ecco che avviene il desiderato incontro tra gli aspiranti sindaco e la fascia lavorativa più sofferente del servizio pubblico. Stiamo parlando degli oltre 230 precari divisibili, per i termini dei rapporti tenuti con l’ente, in tre importanti gruppi: contrattisti con contributo L.R. 16/06, articolisti con contributo art.2 L.R. 24/00 ed LSU, il tutto per la copertura di varie qualifiche di ogni categoria (dalla D come alla A).

In breve questo il dato più significativo: su un organico totale di quasi cinquecento impiegati solo 237 sono a tempo indeterminato, ovvero full time e con pieni versamenti contributivi indispensabili a quella pensione che in questo delicato momento diventa sempre più un miraggio generale. Il resto, quasi la metà, sono “persone che da venticinque anni  mandano avanti un’amministrazione che ancora non riconosce loro il diritto all’assunzione”, come detto dal portavoce Giovanni Savoca  il quale, dopo il ricordo di una collega da poco scomparsa che  “vissuta da precaria per anni, da precaria è morta”, apre il confronto facendosi portavoce del grande numero di colleghi. In molti intanto sono addirittura scomparsi in attesa di assunzione, mentre la gran parte dei rimasti, per lo più ultracinquantenne o vicina a questa soglia, adesso denuncia l’ennesima inspiegabile politica a proprio sfavore.

Tutto comincia con un recentissimo provvedimento/modifica all’art. 76, comma 7, del DL 25/06/2008 n. 112, che alza la soglia massima di spesa utile per poter assumere con canale diretto il personale precario esistente (ovvero senza indizione di concorso, pratica che comporta anche una ingente spesa per la promulgazione dei singoli bandi e la selezione dei vincitori in tempi spesso lunghi) dal 40 % al 50% di incidenza.

Detto in parole semplici: l’attuale legge dice che se gli stipendi dei precari incidono per  il 50 % e più sulla spesa annua totale, è necessario indire concorsi per ogni ufficio e figura mancante. Se invece tale incidenza è inferiore si può direttamente stabilizzare i precari, per lo più reclutati tramite ufficio di collocamento, senza indizione del concorso e con tempi molto più brevi.

La legge che permette tale assunzione anche con sforamento del patto di stabilità (caso non contemplato invece in quella nazionale del 2008) , è la regionale n. 24 del 2010, che prevede con il relativo articolo 6 la possibilità di passare ai dati di fatto entro il 31 dicembre 2012. In caso contrario, sempre secondo le nuove normative in materia di lavoro, ogni precario andrà a casa dal primo minuto del capodanno prossimo, senza possibilità di essere riassunto così che, nel caso di Barcellona, nel frattempo che i concorsi vengono indetti quasi la metà dei dipendenti degli uffici e delle strutture, con funzioni ad esse correlate (asili nido, assistenza agli anziani, assistenza domiciliare ai portatori di handicap, Urp eccetera), non potrebbe più continuare a prestare il servizio sin oggi reso da anni. Molti anni a quanto pare, per alcuni addirittura quasi venticinque.

 

Così, dopo aver ricevuto risposta negativa dal Sindaco uscente Candeloro Nania che ha detto di non poter accontentare le loro richieste, i precari cercano di capire le intenzioni dei candidati a sostituirlo. Dei quattro in lizza se ne sono presentati solo tre: in ordine alfabetico Santi Calderone, Maria Teresa Collica e Filippo Marte. Il quarto candidato rappresentante del PdL, Rosario Catalfamo, non ha presenziato adducendo come motivazione la mancata ricezione dell’invito che, come per gli altri tre, era stato da giorni consegnato al portavoce elettorale che lo assiste in questa campagna.

Una mancata ricezione che non lo ha fatto partecipare al confronto nonostante l’attesa di un suo arrivo per quasi quaranta minuti durante i quali la sala conciliare di Palazzo Longano si è riempita d’un centinaio di persone che, dati gli incarichi delicati di molti, sono stati anche rappresentanza dei colleghi che hanno deciso di non assistere per non causare l’ interruzione del regolare servizio, pur desiderosi di ascoltare (in particolar modo i dipendenti degli asili nido, gli assistenti agli anziani ed ai portatori di Handicap).

I suoi avversari hanno comunque soddisfatto le richieste dei precari valutando tutte le considerazioni del caso, così riassumibili: esiste la legge; esiste la possibilità di trovare quel 20% di autofinanziamento chiesto al comune dalla regione; l’organico con le assunzioni sarebbe nuovamente in regola dato che per adesso interi uffici si reggono con personale part time, ed i tempi seppur sempre più stretti sono ancora sufficienti a presentare domanda in modo tale da non dover comunque provvedere al licenziamento previsto al 1 gennaio 2013.

In caso contrario, secondo quanto denunciato dagli interessati, i servizi verrebbero momentaneamente sospesi anche per mesi o erogati tramite nuove unità esterne, cooperative private insomma, che costano in media dalle tre alle cinque volte in più del precario direttamente gestito dal comune in quanto anche la ditta privata fornitrice ha diritto al proprio indennizzo. Insomma qualora, questo il prospetto presentato anche tramite atti pubblici, non si stabilizzassero i vecchi precari assunti con ufficio di collocamento, unico modo per non tagliare del tutto i servizi sarebbe prendere nuovo personale con bandi di gara costosi che richiederebbero una spesa superiore per il pagamento oltre dei lavoratori anche dei dirigenti che li forniscono.

Di pochi giorni fa è infatti una dichiarazione sindacale che denuncia come solo nell’ultimo anno il comune di Barcellona abbia speso circa di un milione e mezzo di euro per appalti esterni quando sarebbe bastato aumentare le ore di servizio ai precari interni che da anni chiedono di passare, almeno, dalle 18 o 24 ore attuali alle 36 realmente utili.

Un tale provvedimento avrebbe comportato un risparmio notevole perché sia le gare di appalto che le ditte esterne che poi le vincono richiedono somme di gran lunghe superiori a quelle di contratti a tempo pieno per le unità già presenti. Unità che dicono di sentirsi prese in giro dato che adesso, forse per l’ultima volta, esiste la possibilità per loro d’ essere assunte, potendo finalmente svolgere a tempo pieno le mansioni ricoperte da decenni; il tutto senza che per le restanti ore il comune debba richiedere per ognuno d’essi un altro lavoratore pagato almeno il doppio perché esterno.

L’ente però non presenta domanda, o la presenta secondo altre procedure, col rischio di far scadere i fondi destinati dalla regione cui stanno cercando di avere accesso tanti altri comuni minori della provincia e dell’intera Sicilia. Inoltre una eventuale assunzione con concorso sarebbe totalmente a carico del comune mentre con la norma attuale la regione coprirebbe l’80% delle spese.

Dei tre candidati presenti nessuno, ascoltate le motivazioni con carte e decreti alla mano, si è detto sfavorevole al provvedimento, specificando invece che è utile proprio a ridurre la spesa pubblica senza tagliare i servizi:  Santino Calderone ha parlato della possibilità di rivalutare e ridare entusiasmo al personale così come scritto nel proprio programma; Maria Teresa Collica ha ribadito che ciò è in perfetta sintonia col suo obiettivo principe, ovvero ridurre la spesa superflua dando la priorità a ciò che pur garantendo servizio costa un prezzo sostenibile da un comune in difficoltà; e Filippo Marte si è presentato in sala già con buona conoscenza della situazione dicendo di aver letto i decreti e di non aver trovato impedimenti ad un provvedimento legittimo che risolverebbe in buona parte il problema della spesa per il personale comunale. Proprio il dott. Marte ha inoltre annunciato che il presidente della Regione Lombardo ha dato disponibilità a presenziare a Barcellona per dargli appoggio  in quanto rappresentante anche dell’MPA, invitando i precari a parlare eventualmente di questa loro delicata condizione.

 

Insomma dei quattro candidati alla poltrona più importante di Barcellona, tre si pongono in obiezione a quanto dichiarato dal sindaco uscentementre del quarto, rappresentante proprio la coalizione che anni fa formò la giunta attuale, purtroppo non si conosce la posizione.

In attesa di poter chiedere anche a lui l’opinione relativa, e di parlare col sindaco Nania dandogli possibilità di giustificarsi con norme e testi riguardo l’ennesimo diniego a dei lavoratori che si dicono esasperati e demoralizzati, si può concludere con le dichiarazioni testuali dei candidati, utili a chiarire ancora una volta lo svolgersi di questa intensa campagna elettorale barcellonese.

Santino Calderone:

“ Secondo me c’è un errore di impostazione nella gestione del precariato a Barcellona: quello di considerare i precari un peso anziché una risorsa. Molti degli uffici del Comune sono retti da precari, viceversa senza i precari tali uffici rimarrebbero chiusi … Dai conteggi che abbiamo fatto (con lo staff tecnico), prevedendo anche in eccesso, servirebbero circa 600 mila euro annui per il tempo pieno del personale già esistente, cifra non esagerata se si considerano tutti i servizi che si possono internalizzare perché adesso sono esterni (con conseguente spesa più che doppia). Ultimo esempio di questa cattiva gestione è il montaggio delle cabine elettorali, incarico nuovamente affidato ad esterni quando i precari presenti avevano dato disponibilità relativa. Inoltre tali cifre possono essere recuperate proprio incrementando quei servizi che  al momento o non sono svolti o sono svolti per poche ore: penso alla categoria dei vigili urbani il cui potenziamento, con l’aumento di ore al personale esistente, porterebbe sicuramente degli introiti al Comune stesso … Credo inoltre che se veramente vogliamo affrontare il problema del precariato serve anche una specifica persona che se ne occupi, dunque un assessore a ciò adibito che bene informi noi amministratori delle leggi che riguardano questa categoria di lavoratori.”

 

Maria Teresa Collica:

“Credo sia paradossale per un Comune che conta oltre quattrocento lavoratori rivolgersi a ditte esterne quando può migliorare le condizioni del personale già esistente, con aumenti di ore e con eventuale riqualificazione. Perché, in un momento in cui i fondi dello Stato e della Regione saranno sempre minori, ridurre la spesa e riqualificare il personale esistente evitando ditte esterne è proprio uno dei modi utili a non tagliare servizi risparmiando soldi pubblici.

Addirittura ultimamente si è dato incarico a due diverse cooperative esterne per montare le cabine elettorali delle amministrative che ci riguardano quando c’erano precari che avrebbero potuto farlo con minor spesa con un semplice permesso ad avere straordinari o integrazioni orarie. E si tratta di ben due cooperative perché così, ripartendo le spese, si è mantenuta più bassa la quota di incarico di entrambe in modo da non dover ricorrere a bandi; quel che è peggio la ditta di riferimento per entrambe è sempre la stessa, dunque neanche una turnazione. Secondo me questo è un modo per aumentare il clientelismo, perché con la ditta esterna si raddoppia il bacino di voti. Così mentre si fa di tutto per dire che gli LSU ed i precari in generale non fanno nulla, così da scaricare su loro il malfunzionamento generale del sistema, si evita di ammettere che invece proprio queste persone non possono, pur volendo, lavorare bene e di più perché a diciotto ore settimanali non si può lavorare bene. Invece di soddisfare poi i loro legittimi desideri lavorativi si spende di più dando appalti a ditte esterne che, lavorando anch’esse part time danno come unico risultato un servizio che continua a non essere funzionale pur costando molto di più. Regolarizzare con poco i precari interni permetterebbe proprio di abbassare la spesa e questo anche dando soddisfazione, un diritto indispensabile, a persone che lavorano nei nostri enti da anni e non chiedono altro che, proprio, poter lavorare di più.”

 

Filippo Marte:

“Tanti errori sono stati fatti. Abbiamo assistito ad un’amministrazione che è stata fortemente omissiva, perché c’erano fondi nazionali che non sono stati utilizzati o addirittura si è sbagliata la procedura per ottenerli. Un esempio la precedente legge sulla stabilizzazione, risalente al 2008: mi spiegate come si può sbagliare intestazione inviando la domanda di finanziamento (totalmente a carico della regione in quel caso) al Ministero del Lavoro invece che al Ministero della Funzione Pubblica? Sbaglio che causò il non rientrare in quella legge evitando grosse spese successive? Io sono medico e come tale se sbagliassi qualcosa dovrei dare giustificazione e rendiconto alla persona lesa nonché alla mia stessa coscienza. Invece per questo ed altri errori ,che hanno demoralizzato voi e fatto spendere altri soldi pubblici, non ha dato spiegazioni nessuno.  Non si può scherzare con lo stipendio delle persone, con un malessere che spesso si tramuta in malattia perché anche la salute psico-fisica ne risente, giungendo spesso ad atti estremi che stanno tristemente alimentando le nostre cronache nazionali. Qui si passa per favore ciò che è un diritto: il lavoro. Stabilizzare non è una cosa complicata ed essendo una priorità è tra le prime cose da fare perché Barcellona non si può permettere altri disoccupati, mentre nuovi stipendi stabili non possono che rilanciare anche altri settori stagnanti come quello del commercio. Innanzitutto Barcellona sta ricorrendo all’articolo 7 della legge 24 del 2010, articolo che prevede una proroga de vostri contratti sino al dicembre 2012 (e dopo ciò ugualmente il licenziamento), quando nella stessa legge vi è l’art. 6 che prevede, invece, con requisiti come i vostri, l’assunzione diretta e con poca spesa. E’ l’ennesima presa in giro per tutti, voi precari ed i cittadini cui, pur in questa avvilente situazione, continuate a prestare servizio come meglio potete. Non ci si può più permettere questo modo di fare, per il vostro beneficio e per quello della cittadinanza che ha diritto a servizi migliori con minor spesa.”

 

Ricollegandosi infatti alla legge 24/2010 l’ultimissima notizia è che giorno 4 Aprile scorso l’amministrazione uscente ha presentato sì domanda di finanziamento per alcune categorie del personale precario in questione, ma tramite l’art. 7 che prevede soltanto una proroga per quei contratti scadenti a giugno prossimo; tale proroga sarebbe valida sino al 31 Dicembre di questo stesso 2012 e dopo gli interessati vivrebbero nuovamente col pathos di un licenziamento immediato. Licenziamento che pare essere stato confermato come molto probabile dallo stesso Sindaco. Ciò ai precari è parsa l’ennesima beffa ed umiliazione perché hanno tutti i requisiti (in base proprio alla modifica all’art. 76, comma 7, del DL 25/06/2008 n. 112) per rientrare nella definitiva assunzione prevista da quell’articolo 6 sul quale tanto si richiede attenzione.

Una proroga che riguarda inoltre pochissimi lavoratori precari interni mentre la gran parte delle unità sempre in scadenza a giugno e momentaneamente pagate dall’ente sono quelle delle ditte esterne che sarebbero, secondo i dati, non più necessarie in caso di  una assunzione dei precari decennali incaricati tramite ex ufficio di collocamento.

“Certo, è vero – dicono a riguardo gli stessi lavoratori in riunione ieri al comune – che anche loro sono lavoratori precari come noi, ma la loro situazione è diversa dalla nostra perché assunti di recente mentre noi siamo qui, con paghe e contributi spesso inferiori ai loro, da molti più anni. Se il comune deve risparmiare può farlo solo non licenziando noi e non, invece, aumentando il loro numero e dunque la spesa che comportano. Oramai siamo allo stremo ed anche noi abbiamo dei diritti che sembrano non interessare perché non portano tanti voti quanto le promesse loro fatte.”

Una guerra tra poveri insomma, mentre, questa è l’impressione che i diretti interessati dicono avere, si gioca con le loro vite per un voto in più in un sistema clientelare che qualora fosse reale, e non solo sentito da questi lavoratori e dalla gran parte dei candidati, metterebbe nuovamente in cattiva luce il Comune di Barcellona P.G. (CARMEN MERLINO)

 

 

 

 

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