SPECIALE ELEZIONI BARCELLONA PG: LE INTERVISTE AI CANDIDATI, FILIPPO MARTE, “PIU’ FATTI MENO PAROLE “

 

Uno slogan sicuramente non scelto a caso questo, cucito su misura su un rinomato e conosciuto cardiologo della provincia messinese. Filippo Marte, 61 anni il prossimo Agosto, è il candidato di quella coalizione denominata Terzo Polo, composta da MPA, PD e FLI.

L’API precedentemente inclusa si è ritirata dopo la rinuncia di Giuseppe Maria Turrisi, ma i rappresentanti delle altre forze in campo si dicono soddisfatte di questa nuova scelta. Una questione riguardo la quale abbiamo chiesto notizie in dettaglio allo stesso candidato, il cui nome inizialmente non era contemplato tra i papabili perché mesi prima si era sparsa la voce che non intendesse candidarsi ad altre importanti cariche politiche, soprattutto dopo le ultime esperienze che lo avevano visto in rotta di collisione con la giunta Nania.

Una presa di distanza quest’ultima che tiene a ribadire ancora oggi, dichiarandosi profondamente scontento delle politiche condotte negli ultimi anni in una città che ritiene ferita sotto molti punti di vista.

Come avevamo già anticipato in uno dei precedenti articoli è l’unico dei candidati in lizza ad aver già concorso alla carica di sindaco e questo sta accelerando una campagna elettorale iniziata con forte ritardo rispetto alle altre.

Di seguito l’intervista.

Buongiorno e grazie per questo immediato ricevimento. Dott. Marte anzitutto un po’ di biografia, utile a presentarla agli elettori più giovani ed a chi, soprattutto fuori dal contesto Barcellonese, non la conosce ancora. Cominciando col dire che per lei questa non è la prima candidatura a sindaco, gentilmente ci racconti di sé e della sua carriera politica.

“Cominciamo dall‘inizio dunque: mi chiamo Filippo Marte, sono un cardiologo che il prossimo Agosto compirà 61 anni. Sono di Barcellona e vi vivo da sempre anche se come specialista ho prestato servizio per molti anni all’ospedale di Patti fino a diventare, più di dieci anni fa, responsabile del reparto di cardiologia del Cutroni Zodda ( l’Ospedale Barcellonese). Politicamente ritengo di potermi definire un cittadino da sempre interessato alla gestione della comunità ma ho iniziato a prendervi parte in maniera più specifica nel 1994 quando entrai a far parte della sezione locale di Forza Italia, divenendone presto capogruppo. Nel 1998 mi candidati comunque in completa autonomia da questo come da altri partiti, appoggiato solo da alcune liste civiche, ponendomi come scelta alternativa tra due coalizioni ideologicamente definite, l’una di destra e la seconda di sinistra, usando termini semplici. Ottenni il 20% dei voti, con un risultato notevole che mi sorprese e permise l’arrivo ad un importante ballottaggio tra gli altri due avversari, sfida che vide la vittoria del Preside Speciale (coalizione di sinistra).

Nell’ultima legislatura mi si è visto nuovamente nelle liste del PdL, ma anni fa un profondo disaccordo ed una mancata convergenza di opinioni coi Nania, sindaco e senatore, mi ha portato ad una doppia dimissione, inizialmente solo dal ruolo di capogruppo e poi in ultimo atto dallo stesso partito. E’ stato allora che mi sono iscritto nel gruppo che adesso mi appoggia in questa seconda campagna. Una candidatura la mia che è certo stata inaspettata per molti ma che, ci tengo a ribadirlo più che altro per diritto all’informazione, non è stata, come invece ha detto qualcuno, di “ripiego”.

Da diverso tempo mi si proponeva questa avventura ma sino a pochi giorni fa ho sempre rifiutato perché sono già molto impegnato professionalmente. Ho pensato fosse impossibile fare il medico, in ospedale come in studio, e contemporaneamente ricoprire un ulteriore incarico di forte responsabilità come quello di Sindaco. Ho pensato, insomma, fosse meglio dedicarsi al cento per cento ad una sola delle due cose per farla più che bene. Sono ancora oggi di questo avviso ed infatti temo che dovrò lasciare, in caso di elezione, il lavoro qui in ospedale. E’ necessario per fare il sindaco in maniera seria ed impegnata, pur continuando a svolgere il lavoro di cardiologo, cui ho dedicato la mia vita, presso lo studio privato, così da non abbandonare i miei pazienti.

Cosa le ha fatto cambiare idea riguardo la candidatura e cosa ha pensato del ritiro dell’Avv. Turrisi?

Ottima domanda perché in parte le due cose sono collegate: come le ho detto mi ero rifiutato di candidarmi anche per i forti impegni professionali. Impegni che interessano anche la vita dell’Avv. Turrisi il quale, infatti, in ultimo ha rinunciato al compito per non doverli abbandonare. Il ruolo di sindaco è impegnativo e si devono fare delle rinunce, sospendendo o ridimensionando la carriera da sempre svolta. Io stesso avevo caldeggiato la figura dell’avvocato perché lo stimo molto ed avevo pensato e penso ancora che sarebbe stato un buon sindaco ed un importante rappresentante del nostro schieramento.

Quando si è ritirato si è riaperta la ricerca di un candidato, ed essendo i tempi molto brevi ho finalmente accettato di assumere io l’incarico: infatti si rischiava, altrimenti, di andare alle urne senza una proposta unanime del cosiddetto terzo polo e con un risultato conseguentemente scontato.

Avrebbe insomma, a mio avviso, vinto al primo turno il dott. Catalfamo, persona che stimo come professionista ma che si trova appoggiato dalle “armate” di Nania, forze che in questi ultimi anni hanno condotto una politica che non ho condiviso e che posso definire di assoluto immobilismo, coi risultai che tutti vediamo. Il pluralismo in una democrazia deve essere sempre garantito ed anche la coalizione che rappresento merita di far sentire la propria voce in questo importante confronto coi cittadini barcellonesi.

E’ stato un sacrificio ma questa città lo merita, perché è una realtà dalle grandi potenzialità tutte lasciate a sé e non coltivate come si dovrebbe. Dunque rispondendo alla sua prima domanda ecco qui il motivo della mia candidatura a sorpresa: amore di democrazia e pluralismo per la mia città.

Chi vincerà le elezioni? Non lo so ma di certo cercherò il più possibile di non renderle un gioco facile perché in uno stato civile questo non è tollerabile; deve vincere il candidato migliore e non quello più spalleggiato. Per il resto credo proprio che non si potrà mai dire che lo faccio per denaro perché non ne ho bisogno: la fiducia dei miei numerosi affezionati pazienti ed il lavoro in ospedale mi hanno sempre permesso sinora di vivere bene. La mia è una questione di principio e di passione per la correttezza.

Passiamo alle liste: l’API non è più con voi e l’UDC ha fatto un accordo con il centrodestra. Cosa è successo? Perché secondo lei questo tentennamento sino ai giorni immediatamente precedenti la presentazione ufficiale delle coalizioni?

Cosa dire: per quel che riguarda l’API mi dispiace perché, da quel che so, adesso non ha più un candidato e non avrà rappresentanza in questo turno. L’UDC invece è stata una vera sorpresa anche per me: il consigliere comunale che ne è portavoce in questi ultimissimi anni ha davvero condotto una politica di vera opposizione alle decisioni dei Nania, e cosa lo abbia spinto ad appoggiare adesso il candidato che, si sa, essi stessi hanno proposto come migliore negli ultimi due anni, non lo so proprio. Ognuno comunque è libero di fare le proprie scelte, con l’augurio di non rendersi poi conto d’ aver gravemente sbagliato.

 

Nel 1998 ha affrontato una propaganda che, come lei stesso ha ricordato, le ha dato dei notevoli risultati. Facendo un confronto con la Barcellona di allora e quella attuale vede qualcosa di diverso, che si rifletterà sulla sua campagna? Il cambiamento è indispensabile, altrimenti si scade nella stagnazione, ma secondo il suo parere come ed in cosa nota cambiata la città, potendo lei, rispetto gli altri tre candidati, permettersi questo tipo di riflessione ?

“La situazione sì che è cambiata ma in peggio! Proprio, come lei stessa dice nella domanda, a causa di un vero e proprio immobilismo, di una ignavia pura da parte di chi l’ha amministrata per dieci anni! Nel 1994, quando entrai in politica, si usciva da un altro periodo di forte “predominio ideologico”, quello della democrazia cristiana, e la situazione non era rosea proprio perché per troppi anni era mancato quel pluralismo che, anche a costo di ripetermi, definisco indispensabile in una società democratica. Ma adesso siamo peggio di allora! Oggi constato esasperato un contesto di gran lunga meno piacevole, legato ad un’ulteriore perdita di quella legalità che si sperava risorgere con la caduta delle mafie.

Invece non si tratta più, almeno non solo, di cosche ma di una accentuata resistenza ad ogni regola e responsabilità che si è fatta mostruosamente spazio in una parte di questa comunità. La carenza proprio di strumenti d’ educazione e di freno ha portato a questo dato di fatto il quale non manca di farsi notare anche nelle cose più piccole ma anch’esse pericolose: portando un esempio solo apparentemente stupido non posso che citare l’educazione, anzi maleducazione, stradale di una parte di cittadini barcellonesi che non saranno la totalità ma si fanno tristemente notare.

Cose come non fermarsi allo stop o non dare le precedenze o, succede anche questo, buttare una bottiglietta vuota dal finestrino mentre si è in corsa, sono all’ordine del giorno e non solo sono una lesione all’immagine di questa comunità ma, dimostrazione del valore immenso anche delle piccole cose, comportano un numero maggiore di incidenti, mortali o dalle conseguenze gravissime, che oltre a causare lutti hanno portato alcune compagnie di assicurazione, persino quelle, ad abbandonare questa città perché assicurare un mezzo qui significa far pagare somme di gran lunga superiori a quelle dei comuni limitrofi.

Questa è solo la punta dell’iceberg, ma l’effetto a carambola che ne è conseguito ha tagliato altri posti di lavoro di quei pochi che c’erano. Ciò che in definitiva voglio dire è che i costumi di alcuni barcellonesi sono di gran lunga peggiorati da quel 1998 in cui mi trovavo a dover parlare a persone che ancora non arrivavano a questi eccessi, forse per la maggiore presenza anche di strumenti di contenimento come vigili urbani e quel carro attrezzi che qualcuno ha incendiato anni fa e non è stato più riacquistato.

Uno dei punti del mio programma è proprio questo: ripristinare non solo la legalità ma ciò che si può definire il rispetto delle norme del vivere civile, anche quelle più semplici, in un contesto in cui esageratamente vige oramai la dottrina del più forte.Se sei forte ed arrogante vivi bene perché se scavalchi, sopraffai e te ne infischi di ogni regola sei furbo ed avrai successo, altrimenti passi per stupido. Tutto il contrario di come dovrebbe essere per migliorare e crescere perché la crescita dei servizi e delle opportunità di una città, è questo che non si vuole capire, si ha solo col rispetto delle regole. Forse sono severo nel modo di presentare lo scenario che vedo ma la mia vuole essere una critica costruttiva sulla quale porre le fondamenta di un futuro migliore non tanto per me quanto per voi giovani che avrete altrimenti meno opportunità di noi, in una città dalla vivibilità quasi nulla. Certo questo come ho detto è colpa della cattiva gestione anche economica, oltre che sociale, condotta sinora da chi è stato al potere: quando v‘è lavoro è più facile potersi premettere quegli strumenti che ti aiutano a raffinarti, a migliorarti. Invece, tornando sempre al confronto col 1998, oggi viviamo un momento in cui importanti filiali si trasferiscono o si sono già trasferite a Milazzo, si abbandonano importanti settori come il commercio a sé stessi, e persino l‘OPG, grande risorsa cittadina, se non si farà qualcosa chiuderà il prossimo marzo, così che non avremo più neanche questo che, oltre che un servizio, è anche importante fonte di lavoro. In ultimo ecco che da tempo si vocifera la chiusura del tribunale. Direi che la situazione parla da sé.

Quali soluzioni presentate per questa serie di problematiche lei e la sua coalizione: il vostro programma?

Per quel che riguarda l’aumento della convivenza civile e dell’ordine sono del parere che possano essere utilissimi strumenti semplici ed allo stesso tempo dimenticati, a quanto pare, da tutti negli ultimi anni: i vigili urbani in primis, poi, sempre per la maggiore sicurezza sulle strade, un nuovo studio del piano urbanistico; ancora, come dicevo, il carroattrezzi che da quando è stato dato alle fiamme non è stato più sostituito.

Poi una cosa che comunque riconosco alla giunta uscente è la creazione di opere pubbliche come il teatro Mandanici ed il Villino Liberty ma serve adesso dare loro una funzione quindi valorizzare ciò che già è stato recuperato e continuare con la riscoperta di quelle opere e monumenti storiche ancora dimenticate.

In relazione al grandissimo problema igienico- estetico apportato dai rifiuti intendo creare nel migliore modo possibile un servizio di raccolta porta a porta, pur sapendo che mancano dei centri di deposito, ma si possono trovare alternative. Quanto alla gestione diretta comunale mi troverei d’accordo purchè questo non porti ad un’infiltrazione mafiosa nell’amministrazione; si sa infatti che oramai è uno dei più importanti canali d’affare della malavita e dovrei essere sicuro, prima di un ritorno ad un sistema che effettivamente funzionava, di assoluta trasparenza e legalità tra coloro che se ne andrebbero ad occupare.

Essendo un medico mi pongo il problema delle strutture sanitarie: per prima cosa cercherei di bloccare la chiusura dell’OPG e poi mi opererei per far aprire importanti reparti come quello di neurologia e, risorsa davvero preziosa che da tempo auspico e non è mai stata realizzata, un polo oncologico. Siamo infatti vittime, senza alcun beneficio, del forte inquinamento della raffineria e di altre vicinissime strutture e fabbriche produttrici di scorie di vario tipo, col risultato d’una fortissima incidenza tumorale.

Non è una questione soltanto barcellonese ma anche della provincia ed in generale dell’area nebroidea. Un centro non solo di cura ma anche di assistenza per questa sfortunata categoria di malati sarebbe una risorsa ben più utile di tante altre iniziative senza destinazione d’uso. Le piogge della scorsa stagione ci hanno messi in difficoltà sin troppo serie ed ancora in molti sono gli sfollati; un piano d’urgenza è più che necessario e contemporaneamente la pressione sui canali di competenza per poter avere i fondi utili a mettere in sicurezza le colline ed i torrenti. Se ciò non si otterrà allora dovremo seriamente preoccuparci per il futuro.

In ultimo la creazione dell’aeroporto del Mela: so che può sembrare un controsenso con ciò che ho detto prima, perché un simile strumento comporta altro inquinamento, ma con un piano di voli non troppo intenso  l’impatto ambientale sarebbe molto minore di quanto si possa credere adesso. L’importante è avere quei collegamenti col resto della penisola che ci mancano e che ci permetterebbero di far tornare i turisti nelle Isole Eolie e nella nostra stessa zona. La nostra zona è troppo penalizzata dal punto di vista dei trasporti e non capisco perché l’amministrazione Nania abbia cercato in tutti i modi di bloccare i lavori. Non si può pensare, come hanno detto anche a Roma, di valorizzare l’Aeroporto dello Stretto perché si trova in un’altra regione ed attraversare il mare prendendo scomodi traghetti e poi scomodi treni diventa un’odissea per turisti che invece sono da agevolare in tutti i modi. Questo sarà una priorità insieme alla questione sanitaria perchè risolleverebbe anche l’economia locale.

Ultimi due punti: i precari e l’IMU.

Su precari ribadisco ciò che ho ripetuto in occasione del confronto tento pochi giorni fa: sono da assumere, approfittando dei finanziamenti della Regione e della legge regionale che scadrà di validità il prossimo 31 Dicembre. Dunque tempi brevi e stabilizzazioni. Questo permetterebbe l’internalizzazione di molti settori che possono davvero essere gestiti direttamente dal comune con un miglioramento generale delle prestazioni. L’IMU è un qualcosa di ancora talmente indefinito che posso solo rassicurare dicendo che, conscio delle situazioni economiche difficili di molte famiglie, applicherei l’aliquota più bassa per la parte spettante il comune. Non vedo proprio come si potrebbe fare altrimenti.

In conclusione cosa pensa di poter ancora dire per convincere gli lettori a preferirla agli altri?

A me piace l’ordine e tengo davvero a questa città ed alla sua rinascita. Non sono estremista, anzi mi piace il dialogo ed il pluralismo. Chiunque trovi il mio programma interessante, e pensi come me che sia valido, è libero di votarmi. In ogni caso, ripeto, avrò già raggiunto un importante obiettivo: il pluralismo elettorale.(CARMEN MERLINO)

 

 

 

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it