ZITTI ZITTI: L’INCHIESTA FINMECCANICA E IL “RESTYLING” DELL’UDC CHE “SILURA” NARO

Quanto ha pesato l’inchiesta sul finanziamento illecito ai partiti da parte di Finmeccanica nell’ “azzeramento dei vertici” del partito di Casini? Possibile che per evitare un nuovo clamoroso scandalo stile “Lega” sia stato silenziosamente cambiato il tesoriere?

L’ipotesi è basata sulla notizia passata nel silenzio generale,che lo scorso 6 aprile è stato iscritto nel registro degli indagati Franco Bonferroni, l’uomo “espressione dell’Udc” all’interno del gruppo Finmeccanica, tirato in ballo da Lorenzo Cola, il superconsulente di Finmeccanica .

Stando a quanto emerso dalle indagini, le tangenti servivano per assicurare agli imprenditori appalti Enav, la consociata più importante di Finmeccanica. Una nuova Tangentopoli con fiumi di denaro che non passano più direttamente dagli imprenditori ai politici, ma vengono distribuiti attraverso l’intermediazione prezzolata dei cda degli enti pubblici. Cda che, stando a quanto rivelato da Lorenzo Cola, veniva nominato tramite precise indicazioni politiche: Piergiorgio Alberti, espressione dell’ex ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola; Nicola Squillace referente dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa; fino, appunto, a Franco Bonferroni come espressione dell’Udc.

Nell’interrogatorio del 9 dicembre 2010, Cola dichiara ai pm di Roma di aver consegnato “agli inizi del 2008” 300 mila euro in contanti “a Bonferroni”, spiegando che “per noi del gruppo, Bonferroni era espressione dell’Udc”, “un riferimento politico preciso”.  Non solo. Nelle carte si parla anche di un’altra tangente: 200 mila euro consegnati da Tommaso Di Lernia (un imprenditore in affari con la consociata di Finmeccanica, Enav) direttamente al tesoriere UDC Giuseppe Naro: “Pugliesi (Guido, amministratore delegato Enav, ndr) – ha detto lo stesso Di Lernia durante un interrogatorio – mi disse che erano destinati a Casini. Vennero consegnati al tesoriere dell’Udc perché erano assenti sia Cesa che Casini, impegnati in un’operazione di voto, secondo quanto disse il tesoriere”.

La vicenda risale alla scorsa estate, quando l’imprenditore plurindagato Tommaso Di Lernia aveva appunto accusato Giuseppe Naro. Una testimonianza costata al deputato messinese l’iscrizione nel novembre 2011 nel registro degli indagati per finanziamento illecito ai partiti.

Da allora è sparito dai circuiti mediatici della politica, fino ad essere defenestrato negli ultimi giorni, senza particolari motivazioni, sostituito con Antonio De Poli, ex portavoce del partito.

Per molti la decisone di Casini sarebbe una mossa preventiva, per proteggere l’Udc prima che nuovi sviluppi arrivino dall’inchiesta napoletana su Finmeccanica.

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