INTEGRATORI IN GRAVIDANZA: AL VIA UN PROGETTO REGIONALE PER STUDIARE POSSIBILI REAZIONI AVVERSE

 

Uno studio che coinvolge da vicino il mondo femminile. Le donne in dolce attesa potranno presto saperne di più sull’uso di integratori alimentari durante la gravidanza grazie a un progetto regionale che ne valuta l’utilizzo e le possibili reazioni e che vede l’AOU “G. Martino” coinvolta in prima linea con il centro di farmacovigilanza aziendale, struttura di riferimento per la regione Sicilia (CRF). Sicilia capofila di un progetto – divenuto multiregionale – che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha scelto di finanziare.

Sono coinvolti 8 centri di ginecologia ed ostetricia (CGO) diffusi sul territorio regionale con in più la presenza dei centri regionali di farmacovigilanza dell’Emilia Romagna, della Toscana e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. Il responsabile  scientifico è il prof. Gioacchino Calapai, associato di farmacologia e tossicologia del policlinico universitario, insieme a lui è parte attiva come referente dell’AOU per l’area ginecologica il prof. Rosario D’Anna.

Segnalare per riconoscere. Due anni durante i quali monitorare circa 4500 gravidanze e riuscire a definire un quadro dettagliato per testare la reale influenza di fitoterapici e integratori alimentari.

L’obiettivo primario è quello di riconoscere tutte le risposte avverse che possono essere causate dall’uso di queste sostanze; informazioni necessarie in un momento in cui l’utilizzo a scopo terapeutico di integratori e fitoterapici è molto diffuso. Dati epidemiologici, infatti, mostrano come durante la gravidanza la percentuale di donne che utilizza terapie a base di erbe medicinali cresce fino a raggiungere oltre il 50%.

Ecco come sarà articolato il progetto: ogni CGO terrà sotto controllo circa 250 pazienti per anno; verrà compilata una scheda con i dati clinici principali e le informazioni sullo stile di vita adottato, sia nella fase pre che post gravidanza. Tutti i dati verranno poi inoltrati al CRF dell’AOU di Messina che aggiornerà il database fornendo report intermedi a tutte le componenti che aderiscono al progetto. Uno dei punti di forza in questa fase è il coordinamento continuo che vi sarà tra il centro di Messina e l’Istituto Superiore di Sanità, realtà che già da diversi anni ha approntato un sistema di segnalazione e riconoscimento di sospette reazioni avverse.

Insieme all’Aou “G.Martino” sono  parte attiva del progetto anche altri 7 presidi ospedalieri tra cui il “Prestianni” di Bronte, il SS Salvatore di Paternò, il S. Giovanni di Dio di Agrigento, il “S.Elia” di Caltanissetta, l’ “Umberto I” di Siracusa, il “V.Cervello” di Palermo, il “S. Bambino” di Catania.

Le informazioni oggi disponibili in questo campo sono insufficienti, specie per le piante medicinali provenienti da paesi extraeuropei come Cina, India, Africa e paesi centro o sudamericani. Il monitoraggio e il confronto tra le diverse strutture sarà, dunque, utile per una maggiore conoscenza ma soprattutto per valutare il problema in termini di sicurezza.

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