RIMBORSI E “QUESTIONE MORALE”: GRIOLI E QUERO (PD) “NON SIAMO TUTTI UGUALI”(VIDEO)

 

Dopo l’inchiesta aperta dalla magistratura sul caso di una cooperativa “fantasma” che ha visto il coinvolgimento del consigliere comunale del PDL Giuseppe Capurro, indagato per truffa e falso in atto pubblico, è balzata agli “onori” della cronaca una legge regionale, la legge 30 del 2000, che attribuisce ai  consiglieri (provinciali, comunali e circoscrizionali) che lavorano in società private il diritto di assentarsi dal luogo di lavoro per l’intera giornata quando partecipano alle assemblee comunali (consigli, commissioni, etc..) assicurando alle società private che hanno assunto uno o più consiglieri, il rimborso per le giornate di assenza dei propri dipendenti impegnati nelle assemblee comunali.

 

Per molti fatta la legge trovato l’inganno: se infatti il principio garantisce che tutti possano fare politica, senza perdere il lavoro o continuando a svolgerlo (infatti, una modifica alla stessa legge prevede che venga dimezzata l’indennità dei consiglieri – lavoratori) c’è chi aspetta di essere “eletto” per farsi assumere in aziende private, crearne delle proprie (come nel caso delle cooperative), cambiare improvvisamente di mansione per assumere posti dirigenziali con conseguente aumento di busta paga e di rimborso.

 

Ne abbiamo parlato con il segretario cittadino del PD Giuseppe Grioli e con Presidente del V Quartiere Francesco Palano Quero alla vigilia del forum “Obiettivo Messina”,  che spiegano la loro posizione rispetto alla legge e alle sue distorsioni, sottolineando che “generalizzare, e metter tutti nello stesso calderone, non aiuta a fare chiarezza”.

 

Particolarmente amareggiato il Presidente Quero: “diffido dai giornalisti moralizzatori che non danno informazioni complete  – ha detto – si accomunano situazioni molto distinte tra loro, e nel mio caso posso anche tranquillamente informare la cittadinanza che io ho sempre svolto lavoro di catering e organizzazione di eventi e banchetti. Lo faccio anche oggi, e il rimborso per la mia assunzione durato tre mesi fino al 2011, non è certo una frode come si sta cercando di far passare”.

 

“Usare una legge il cui principio è giusto, per sottrarre ingiustamente denaro ai cittadini è una questione di etica – continua Grioli – usare informazioni distorte allo scopo di mettere “tutti sulla stessa barca” è altrettanto poco etico: i cittadini hanno diritto alla trasparenza, che vuol dire anche distinguere da chi agisce nella legge e da chi imbroglia”.

 

Gli esponenti del PD, che in questi giorni ha risposto ufficialmente con un comunicato al Sindaco Buzzanca, intervenuto sulla vicenda, hanno detto di essere favorevoli all’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati: “ chi non ha nulla da nascondere non deve certo temere ne di lavorare ed essere retribuito, ne di sostenere che la politica ha dei costi che dovrebbero garantire il sereno svolgimento dell’attività. Certo senza ingannare cittadini ed elettori.”

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