UDC DI BARCELLONA IN TUMULTO. ESPELLERE O NO I CONSIGLIERI “RIBELLI”?

Lo si era capito quella sera stessa, il 5 giugno scorso, che qualcosa non era andata come previsto nell’elezione del Presidente del Consiglio di Giunta barcellonese. Più volte si era notata l’ansia, la sorpresa di qualcuno mentre altre facce sembravano dire “me lo aspettavo”, in quei quaranta minuti di pausa consultativa tra la prima e la seconda votazione.

Ed appena poche ore dopo giunsero le prime indiscrezioni e recentemente le conferme: i due consiglieri eletti tra le file dell’UDC non hanno votato per Angelo Paride Pino. Alchè in molti si sono detti, ingenuamente, “e quale sarebbe il problema?”.

Il problema c’è ed è grave perché minerebbe l’immagine del partito. Questa almeno l’opinione del portavoce locale Carmelo Torre, il quale in questi giorni ha fatto conoscere il proprio disappunto per i due consiglieri che, contrariamente all’ordinamento interno al partito stesso, hanno votato secondo proprio giudizio e non in base a quanto deciso precedentemente in riunione. Massimo Alosi e Paolo Calabrò: questi i nomi, adesso rischiano l’espulsione, provvedimento auspicato da Torre che non si è lasciato dissuadere neanche dalle parole, tutte a sostegno dei due esponenti sotto accusa, di un On. Ardizzone il quale ha provato a spegnere un incendio di ampie proporzioni con parole che hanno invece infiammato ancor più gli animi. Così insieme alla risposta negativa di un segretario cittadino inamovibile che chiede “il rispetto delle regole”, regole che tutti effettivamente sottoscrivono quando si tesserano, giunge la notizia che, dietro richiesta della stessa sezione locale, saranno gli organi di partito a giudicare i due consiglieri “ribelli”. Si attendono dunque nuove che non tarderanno molto ad arrivare. (CARMEN MERLINO)

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