FOTOVOLTAICO: IL CONSORZIO SOL.E REALIZZERA’ 50 IMPIANTI NELLO STRETTO, LA MANUTENZIONE AD EX DETENUTI

 

Nel panorama delle Fondazioni di Comunita’, la Fondazione di Comunita’ di Messina e’ stata individuata dall’Ocse, dall’Unops e dall’Organizzazione Mondiale della sanita’ come uno dei piu’ interessanti casi mondiali di sperimentazione di modelli di welfare e sviluppo locale. A parlarne stamattina a Roma, presso la Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale, il presidente del Consiglio della Fondazione di Comunita’ di Messina, Ferdinando Centorrino. In un’area del Mezzogiorno caratterizzata da scarso sviluppo, forte sperequazione della ricchezza, poverta’, presenza del crimine organizzato e usura, la Fondazione di Comunita’ di Messina si impegna a produrre energia pulita con gli impianti fotovoltaici, a distribuirla gratuitamente sul territorio dello Stretto di Messina, e a sostenere il reinserimento lavorativo e sociale delle persone di ex tossicodipendenti ed ex carcerati.

A partire da un fondo di cinque milioni di euro messo in comune dai soci e dalla Fondazione CON IL SUD, la Fondazione di Comunita’ di Messina infatti ha deciso di investire nella green economy costruendo nell’area dello Stretto di Messina un parco fotovoltaico che produce energia pulita. Il tutto, senza gravare sullo Stato. Secondo quanto annunciato nel corso della conferenza stampa, l’energia pulita verra’ cosi’ distribuita gratuitamente al territorio su cui insiste generando un rendimento grazie al conto energia con cui viene incentivato il fotovoltaico.

Il progetto per il parco fotovoltaico e’ molto ampio. Gli impianti saranno realizzati, in collaborazione con il gruppo Beghelli, da cooperative sociali del consorzio Sol.E nelle quali lavorano persone svantaggiate (in particolare ex internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto ed ex detenuti). A loro spetta anche la manutenzione. La FdCM fornisce i capitali per lo start up e garantisce le prime commesse che consentono di arrivare agli obiettivi di bilancio.

Si tratta di cinquanta impianti fotovoltaici grandi e medi distribuiti prevalentemente nell’area dello Stretto di Messina: l’obiettivo e’ alimentare gratuitamente scuole, parrocchie, cooperative, edifici pubblici o che svolgono servizi per la comunita’. La Fondazione di Comunita’ di Messina trattiene unicamente il contributo del conto energia per finanziare i programmi e i progetti di sviluppo del territorio. Centosettanta piccoli impianti saranno istallati su edifici privati. Destinati alle famiglie che hanno aderito ai Gruppi di acquisto solidale promossi dalla Fondazione in collaborazione con Slow Food. Anche in questo caso la fornitura e’ gratuita e la FdCM trattiene solo il conto energia.

La Fondazione di Comunita’ di Messina reinveste il rendimento finanziando un programma di interventi che mirano a quello che tecnicamente si definisce empowerment, e cioe’ il rafforzamento, l’indipendenza, la piena liberta’ di un’area e di chi ci abita, con una particolare attenzione alle fasce socialmente in difficolta’ e ai quartieri svantaggiati. La Fondazione di comunita’ di Messina ha nel suo Dna la lotta alle mafie (le sedi dei principali soci sono luoghi di pregio artistico e naturalistico, recuperati dall’occupazione abusiva del crimine organizzato). I soci e la rete di imprese, inclusi i fornitori, che aderiscono al modello della FdCM, praticano nel quotidiano il contrasto alle mafie, a partire dalla garanzia nella trasparenza delle relazioni produttive e dalla denuncia del pizzo e dell’usura.

Saranno realizzate anche alcune serre in terreni abbandonati.

Una di queste e’ sita su terreno di proprieta’ del Ministero della Giustizia fuori dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, produce in parte piante e fiori ornamentali e in parte frutta e verdura da commercializzare attraverso i Gruppi di acquisto solidale promossi dalla Fondazione di Comunita’ di Messina con la collaborazione dello Slow Food. La produzione di piante, fiori e prodotti biologici e’ affidata alla cooperativa sociale Fuori Onda nella quale lavorano anche tre ex internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto. 

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