IL POSTINO SUONA…SEMPRE MENO : CHIUSURA DI 27 UFFICI POSTALI A MESSINA E PROVINCIA, CRESCONO I DISAGI

 

Li chiamano “uffici postali minori”, ma da sempre sono il riferimento nei piccoli paesi, dove ci sono ancora anziani in fila per la pensione (che di “canalizzazione” non vogliono sentire parlare), dove ancora c’è chi spedisce pacchi al figlio lontano, o semplicemente vuole inviare una raccomandata.

Troppi per le Poste Italiane privatizzate, che hanno annunciato la chiusura e la rimodulazione di 70 uffici in tutta la Sicilia, 27 dei quali nella sola provincia di Messina dove già da qualche anno si registrano disagi e ritardi per la mole di lavoro che rallenta il buon andamento degli uffici postali.

“La trasformazione di aziende pubbliche in aziende private continua a mietere vittime tra gli ex utenti, derubricati ormai in clienti mentre i lavoratori vengono trattati come un peso di cui sbarazzarsi”. Così Pippo Di Guardo, segretario generale della SLC Cgil di Messina, commenta la rimodulazione dei servizi annunciata da Poste spa che comporterà la chiusura, parziale o totale, di oltre mille Uffici postali “minori” in tutta Italia.

Secondo quanto annunciato, questo provvedimento toccherà circa 70 sedi minori in tutta la Sicilia, ben 27 delle quali nella sola provincia di Messina. Piccoli uffici  in zone strategiche  che verranno soppressi o che resteranno aperti solo due/tre giorni la settimana con orario ridotto .

“La spiegazione facilmente prevedibile sta nelle specificità della nostra provincia fatta di isole ma anche di comuni montani- osserva Di Guardo-. Il punto però è un altro. Come faranno gli utenti, spesso anziani e non automuniti, che abitano nei comuni o nelle frazioni distanti anche chilometri dai centri maggiori?”.

Un problema che tocca anche i lavoratori. Secondo il segretario provinciale della SLC infatti, se non si prevedono al momento licenziamenti, non si può dire altrettanto per i contratti a tempo determinato che probabilmente non verranno rinnovati. Così come per i contratti part time dei quali si attendeva la trasformazione in full time che ora rischiano di rimanere bloccati.

“Una strategia aziendale che come SLC contestiamo e contro la quale anche a livello nazionale stiamo organizzando iniziative di lotta per la difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori”.

Anche la Cisl interviene sulla questione, sottolineando come Messina e il suo territorio, proprio per la particolare conformazione orografica, hanno “bisogno” di mantenere la vita in posti bellissimi ma difficili da raggiungere e dove un Ufficio postale o un portalettere rappresentano il collegamento unico con il mondo esterno. Questo deve essere valorizzato. Posti come Rocchenere o Valdina o Fiumara, a titolo di esempio, sono un patrimonio comune e chiediamo in tal senso un intervento forte da parte dei sindaci e della comunità a sostegno della nostra vertenza per scongiurarne la eventuale chiusura. Il territorio messinese ha bisogno di essere potenziato e per far ciò basterebbe procedere al passaggio da part time a full time dei ragazzi assunti con il progetto scivolo. 

“E’ necessario rendersi conto -dice il Segr. Gen.CISLME Genovese- che la decisione di prendere le decisioni dal vertice impoverisce la società perché si avranno sempre meno soggetti presenti dai comuni agli ospedali e non ultimi agli Uffici postali nella perversa spirale che porta alla desertificazione ove non c’è più vita.

E’ una consapevolezza che noi come sindacato abbiamo ben presente e che vogliamo con ogni mezzo evitare. Più presidi sociali più vita è questo il nostro obiettivo perciò contestiamo fortemente la scelta di Poste Italiane”.

SLP CISL è contraria “a questo piano di disuguaglianza sociale e intraprenderà tutte le azioni volte a far desistere l’applicazione di un piano scellerato” aggiunge il Segr. Regle Lanzafame sottolineando che nella nostra regione l’azienda ha pronto un piano di “razionalizzazione degli uffici postali”, che in pratica comporterà chiusure di piccoli uffici che non rientrano nei piani aziendali ma che rientrano certamente nei piani di sviluppo della società in cui viviamo.

 

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