“RIPARTIRE DALLE CITTA’”: COLLICA ANNUNCIA L’ADESIONE DI BARCELLONA AL PROGETTO “SICILIA BENE COMUNE”

 

“Ho appreso della bellissima iniziativa di Rita Borsellino che sta prendendo avvio in questi giorni. Come Sindaco e come espressione della società civile mi rispecchio appieno in questo progetto, in parte analogo a quello che mi ha portato ad amministrare la mia città. Desidero dunque, insieme alla mia Giunta, aderire al cammino che si sta intraprendendo dichiarando da subito una piena disponibilità e il totale supporto utile a raggiungere il risultato auspicato.”

 

Questo uno stralcio del comunicato stampa, visibile anche sul sito http://mariateresacollica.org, col quale il sindaco Maria Teresa Collica e la sua giunta esternano piena solidarietà e disponibilità al progetto “Sicilia Bene Comune” presentato lo scorso 20 luglio, dalla stessa europarlamentare a chiusura del convegno “L’Europa e la città” promosso da “Un’altra Storia”.

Il convegno si è svolto nella facoltà di Scienze politiche di Palermo con particolare dedica alla memoria di Alberto Tulumello (docente della facoltà e membro di Un’altra Storia scomparso ad aprile). Presenti anche tra gli altri i sindaci Leoluca Orlando, Luigi De Magistris, Michele Emiliano e Gianni Speranza. Il discorso di presentazione è in parte riportato sul sito www.ritaborsellino.it:

 

““Questo convegno rappresenta la prima tappa di un viaggio che compirò nei prossimi mesi in Sicilia … che nasce dalla voglia e dal senso di responsabilità di partecipare alla costruzione di quel cambiamento che già oggi viene promosso dal basso. Incontrerò cittadini, movimenti e amministratori locali. E con loro porteremo avanti un progetto che, sulla base della partecipazione e del rinnovamento etico, vuole mettere al centro le comunità locali come motori di sviluppo. Del resto, è l’Europa stessa a dirci che lo sviluppo deve partire dalle città, dalle comunità locali. Il ‘Viaggio in Sicilia’ avrà al centro proprio questa rivendicazione, ripartire dalle città per progettare un cambiamento che, come sosteneva Tulumello, abbracci il Mezzogiorno e  guardi al contempo all’Europa e al Mediterraneo”.

 

Il convegno dedicato proprio alla città come cellula vitale del tessuto europeo rispolvera il principio (ad oggi dimenticato o sopravvissuto solo negli ambienti accademici e culturali più attivi) dei centri urbani come primordiale motore di rinnovamento della società globale.

Esempio utile a capire bene il concetto, comprendendo di conseguenza anche una possibile ispirazione (forse) del progetto della signora Borsellino, è il fenomeno storico per niente astratto del Rinascimento. Secondo la visione tradizionale, per lo più corretta seppur in alcuni tratti forzata, alla fine del 13esimo secolo l’Italia era in una situazione di crisi generale, con pesanti disagi sociali ed economici.

Il papato era l’unica presenza forte in un ex impero che aveva provato a risorgere con Carlo Magno ed era nuovamente scomparso sotto la scure delle guerre di successione di vari principi minori spesso capaci solo di contendersi le poltrone.

Un uomo chiamato Dante, preso per pazzo idealista, veniva condannato all’esilio, in una Firenze già in boccio culturalmente ma ancora acerba, per la propria idea di potere temporale separato (seppur sempre devoto) da quello spirituale della Chiesa; presto tutto questo (la crisi economica imperante, i fortissimi disagi sociali e di lì la malasanità urbana) avrebbe portato persino alla proliferazione della peste.

In Italia però la situazione era già in corso di cambiamento proprio per la maggiore carenza di un potere centrale forte a vantaggio delle comunità locali,  complice un fortissimo senso di rivalità reciproca, organizzate: le città.

Dapprima le due antagoniste principali, già al tempo di Dante, furono Firenze e Pisa; poi arrivò il turno di Napoli, il cui re cercò di attirare mercanti ed intelligenze da ogni dove per fare del proprio regno un esempio di civiltà. Ed a seguire Milano con gli Sforza, Mantova, Ferrara, Venezia, Amalfi, Genova … tutte intenzionate inizialmente a primeggiare economicamente sulle altre e poi, con questa lotta “di prestigio”, portate a migliorare le condizioni culturali e sociali proprie e non, ispirando centri vicini e terre lontane come l’Inghilterra (Rinascimento Inglese).

 

Fare un viaggio tra le città siciliane per parlare della crisi non solo economica (come quella di ottocento anni fa) ma anche sociale e culturale che ci interessa, partendo dall’incoraggiamento a fare del proprio meglio anche nel piccolo, realizzando con tante gocce un mare. Questo l’obiettivo che sembra emergere chiaro dalle dichiarazioni rilasciate da Rita Borsellino, guardando certo anzitutto alla ripresa amministrativa ed economica (come si è sempre fatto), sperando di non sottovalutare quella buona cultura che ne è alla base.

Ciò che rende molto diverso l’oggi dallo ieri, infatti, è la diffusa frustrazione che anima la società attuale, l’assenza del desiderio di “riuscita comune” che invece permeava il mondo economico, oltre che intellettuale, del tempo, più speranzoso del nostro che a molti sembra non mostrare via di uscita portando ad atti estremi: guardando ad esso non si può che pensare che manca la sensazione di far parte di un tutt’uno, sentendosi invece superflui ed inutili per l’attuazione di un cambiamento che, come diceva quel pazzo di Dante, richiede l’impegno di tutti presi sì nel proprio singolo ma uniti negli sforzi.

E questa sensazione è dovuta forse proprio alla primaria assenza di un Dante ed un Petrarca, e di lì un Lorenzo dei Medici ed uno Sforza o, andando indietro, d’un Federico II.

Perchè altra problematica differenza con le città del Medioevo (non soffocate dal “rigido centralismo delle regioni” ed anche, andando oltre, da una serie di riforme accademiche mal riuscite) è l’assenza di una “Corte del Potere” aperta alla cultura ed alle arti, veri genitori di Leonardo da Vinci e tutti quelli che, pur fallendo nell’immediato, hanno progettato la vera via d’uscita dalla crisi della propria epoca. In un contesto simile non sorprende che “Sicilia bene comune” sia stato presentato in un’aula accademica. Che il progetto poi riesca non è detto: dipende dalla sensibilità con la quale verrà accolto dalle istituzioni come dalle varie “cittadinanze” cui è indirizzato, ma è un invito a ripartire dal piccolo cui Barcellona ha deciso di partecipare. (CARMEN MERLINO)

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