MATA E GRIFONE: I DUE GIGANTI NELLE STRADE DI ZANKLE

 

Il 10 Agosto è il giorno di “uscita” dei due Giganti messinesi che alle 18 (e la prossima domenica alle 8:00) bloccheranno nel loro trasferimento, seppur per pochissimo, i transiti in piazza Fazio e nel viale che da essa porta al deposito del Camaro Superiore ed Inferiore. Il disagio dovrebbe essere minimo e nel frattempo animato dai canti e dalle danze folcloristiche che seguiranno le due statue destinate poi, a partire dalle 21:30,  stazionare nella Piazza Fazio di Camaro per ravvivare la serata.

Questa sarà la prima delle modifiche alla circolazione viaria che verranno applicate come tutti gli anni per far svolgere regolarmente la festa. Vietata quindi, dalle 16 di giorno 10 sino alle 21 di domenica, la sosta nella stessa piazza, così da permettere le manovre e le manifestazioni programmate. Un sacrificio da fare per rivedere Mata e Grifone prima dell’ennesimo letargo annuale.

Dalle ore 7 di venerdì 17 alle 24 di lunedì 27, è stato poi disposto il divieto di transito e di sosta, in tutta l’area del parcheggio compreso tra piazza Duomo e corso Cavour, per consentire il loro posizionamento.

Le proporzioni delle due statue di cartapesta sono gigantesche, più di 5 metri da terra fino alla testa dei cavalieri, tanto che il popolo messinese le ha chiamate da sempre “U Giganti e a Gialantissa” (Il Gigante e la Gigantessa). Mentre altri hanno fatto riferimento a nomi quali – tra i più frequenti – Saturno e Cibele (alla latina), Kronos e Rea (alla greca), Cam e Rea, Zanche e Rea, Grifone e Mata etc..

Narra la leggenda, che  quando la valorosa Messina era uno dei pochi baluardi siciliani che resisteva all’occupazione saracena (correvano gli anni 964 – 970), un gigantesco invasore moro di nome Hassas Ibn-Hammar, sbarcò in città e  durante uno dei tanti  saccheggi  vide la bella cammarota Marta che in dialetto si trasforma in Matta o Mata, figlia di re Cosimo II da Casteluccio.

Il possente saraceno  se ne innamora e la chiede in sposa ma ottiene un rifiuto, provocando l’ira del pirata antropofago che uccise e saccheggiò più di prima.

I genitori, preoccupati, nascosero Marta, ma il moro riuscì a rapirla con la speranza di convincerla a sposarlo. Il pirata  ottenne l’amore della bianca e austera  fanciulla solo dopo la sua conversione al cristianesimo e il suo nome da Hassan si trasformò in  Grifo anzi Grifone per la sua mole. I due innamorati prosperarono ed ebbero numerosi figli: i messinesi appunto.

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