LENTINI (UDC): “CHIAREZZA SULLE TESTATE “FORAGGIATE” DALLA REGIONE”, E NELLA “RETE” FINISCE MARIO CAVALERI

 

La notizia poteva passare quasi inosservata. Casta contro casta, giornalisti che mettono in piazza i costi della politica, criticandone gli sprechi, dall’altro  politici che chiedono chiarezza anche su tutti quei finanziamenti che evidentemente  “non fanno notizia”.

Così ieri si è registrato un appello da parte del deputato dell’Udc Totò Lentini: “E’ tempo di chiarezza sulle spese pubbliche –  ha detto  – : se la devono fare, come è giusto, i partiti ed i gruppi parlamentari, altrettanto è doveroso per la stampa, a cominciare da quella finanziata e foraggiata con le risorse della Regione.”

 

Quanti giornalisti sono saltati sulla propria sicura poltrona? L’esponente dell’Udc ha infatti proseguito il suo appello con una denuncia precisa, che potrebbe aprire i cancelli di uno scandalo altrettanto grave per l’immagine e l’etica di un’altra grande categoria di “privilegiati”: i giornalisti professionisti, quelli, in pratica, che hanno un contratto con un editore, ed una busta paga più che dignitosa.

 

Lentini infatti dichiara:  “Ho appreso dell’esistenza di diverse testate on-line o cartacee lautamente foraggiate dalla mano pubblica: un esempio su tutte è l’altrimenti sconosciuta quisicilia.com, che dovrebbe occuparsi di notizie relative al mondo dell’immigrazione e dell’emigrazione. In realtà, visitando il sito, di notizie se ne trovano poche, esclusivamente in lingua italiana (che non è il massimo per una testata rivolta ad immigrati ed emigrati) e dedicate prevalentemente a spettacoli e cronache regionali. E’ invece evidente” – prosegue il parlamentare centrista – “come almeno una parte della redazione sia composta da giornalisti che scrivono per altre testate e, in tale veste, si ergono ad improbabili censori dell’altrui moralità”.

 

Andando a cliccare sul sito in questione, scopriamo che proprio a dirigere il quotidiano finanziato dall’assessorato regionale alla famiglia, politiche sociali e lavoro, vi è un professionista molto conosciuto a Messina, Mario Cavaleri, redattore della Gazzetta del Sud, iscritto all’albo già nel 1979.

A questo punto gli ingredienti per lo scandalo ci sono tutti: intanto perché il sito in questione, come è evidente anche ad uno sguardo incompetente, non parla di argomenti legati all’immigrazione ne all’emigrazione, ribattendo le notizie di un altro sito di informazione, e poi perché, anche deontologicamente, non è un bell’esempio per la  credibilità della categoria.  

E in questa storia, in quale percentuale è coinvolta la Gazzetta del Sud?Infatti proprio sul contratto nazionale di lavoro, leggendo l’articolo 8 che regola i rapporti plurimi, viene specificato che: “Nessun giornalista può contrarre più di un rapporto di lavoro regolato dall’art 1 (contratto a tempo pieno). Il giornalista quando sia stato assunto per prestare esclusivamente la sua opera ad un’impresa giornalistica o agenzia di informazioni per la stampa non potrà assumere altri incarichi senza esserne autorizzato per iscritto dal direttore, d’accordo con l’editore.”  Verosimilmente quindi, a prescindere dalla pessima qualità giornalistica del sito, che l’assessorato ha evidentemente  finanziato per veicolare informazioni su dei temi specifici senza ottenere questo risultato, il giornale a cui appartiene Cavaleri, gli ha dato un permesso per regolare il suo rapporto di lavoro.

Sulla vicenda in particolare, ma più in generale per verificare se ci siano situazioni analoghe, Lentini  ha annunciato “ la presentazione di un’interrogazione parlamentare per conoscere quali siano le somme spese dalla Regione per finanziare tali testate, quali criteri e modalità vengano impiegati per determinare beneficiari ed importi e come eventualmente vengano reclutati i giornalisti. Il sacrosanto rigore nell’uso del denaro pubblico” – conclude Lentini – “è un tema che deve riguardare tutti: la stampa libera ha il dovere di controllare la politica, la politica ha il dovere di non distorcere e strumentalizzare i mezzi d’informazione e tutti abbiamo il dovere di non sprecare il denaro dei contribuenti.” (PAL.MA.)

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