LA MORTE DI ADOLFO PARMALIANA: SONIA ALFANO, “DOPO QUATTRO ANNI, IL SISTEMA CHE HA DENUNCIATO E’ AL TRACOLLO”

 

Due ottobre.  E’ il quarto anniversario della morte di Adolfo Parmaliana, docente universitario – oltre che marito e padre di famiglia molto amato – che nel 2008 si tolse la vita “per denuncia”. Perchè in Sicilia ancora oggi, nonostante l’apparente vantaggio della Legge sulla mafia, accade anche questo. Ed il motivo è semplice: mafioso non è soltanto chi piazza una bomba e distrugge le vite di decine di persone su un’autostrada o in una via qualunque della Sicilia; mafioso è chiunque creda che non la si possa pensare diversamente da sé, disposto a fare tutto per coprire i propri sbagli, il marcio che si crea nel momento in cui non solo si scusa ma si incoraggia persino la più elementare delle ingiustizie; perchè un’ingiustizia è sempre tale, e chi fa differenza tra piccola o grande se ne rende gratuitamente complice. Si è mafiosi inoltre quando i diritti degli altri non contano o addirittura si annullano nel momento in cui “si mettono sulla tua strada”. Dopotutto perchè non “farsi i fatti propri”? Che importa all’onesto di turno se quella persona è lì per raccomandazione e non per meriti, o se tale appalto è stato dato a questi, parente dell’importante pezzo grosso, invece che a qualcuno che aveva di meglio da offrire ma “non è nessuno”? Insomma mafiosi si è quando si giustificano cose come queste e si pensa a “farsi i fatti propri”, come qualcuno avrebbe voluto di Adolfo Parmaliana. Invece lui era un cittadino vero, di quelli che pensano, o meglio pensavano purtroppo, che un tale sistema renda cose come la meritocrazia e la giustizia sociale utopie, riducendo la nostra terra ad uno stagno dal quale quelli veramente validi, magari i figli o i nipoti di domani, vorranno solo andar via lasciandola nel limbo che nel frattempo si è creato.

Parmaliana era infatti una persona che desiderava qualcosa di meglio per la Sicilia dalla quale non era voluto andar via pur potendo; e che dalla Sicilia è rimasto ucciso. Prima solo, poi infangato.

Perchè è così che si fa, soprattutto nell’Isola che da Cicerone in poi ne ha sfornati parecchi di geni della calunnia: se una persona costituisce un “problema” prima le fai il vuoto attorno, facendo capire a chi lo frequenta che non è il caso di stargli accanto (e qui si vede la vigliaccheria dei tanti, mafiosi a loro volta) e poi, se ancora non si piega perchè onesta e forte abbastanza di ribellarsi ulteriormente, la si diffama. Non si ha nulla da rimproverargli? Che importa: le calunnie si inventano, lo faceva Cicerone e lo può fare il politico o il bullo di turno, a tutti i livelli, dalle aule di tribunale alle scuole perchè – anche questo pensiero molto diffuso – è da piccoli che si fa pratica.

Così alla fine nella stessa terra si trovano davvero santi e demoni, con persone affinate nel distruggere le vite degli altri ed altre, come Parmaliana, talmente fuori da tutto questo sporco sistema da “non pensare mai e poi mai che si possa arrivare a tanto”. Quando lo scopre ne rimane sconvolto ma va avanti perchè ancora più consapevole della cattiveria di queste persone e della loro pericolosità per una comunità che lascia soli proprio chi vuole aiutarla. E la si aiuta lo stesso perchè ne fanno parte anche i propri cari. E’ proprio quando si minaccia di distruggere anche la loro vita, l’esistenza di una moglie e di figli che di riflesso verrebbero colpiti dalle calunnie contro il marito ed il padre, che una persona tanto intelligente quanto sensibile come Parmaliana fa una cosa inaspettata che lascia basiti i suoi carnefici sui quali si accendono i riflettori: si uccide, perchè sa già che è condannato ad una morte peggiore di quella fisica, una “morte sociale” alla quale non potere sottostare. Piuttosto che vedere minacciata la dignità dei cari, una volta avuta distrutta la propria, il padre/marito si toglie la vita privando la famiglia della propria presenza ma lasciandole il ricordo e la testimonianza di una persona pulita uccisa da un sistema che va combattuto con ogni mezzo. La sua ultima lettera è una condanna per tutti coloro che si sono piegati e si piegano a tale stato di cose, e per questo è il caso non solo ricordare lui ma le sue parole e ciò che tutta la Sicilia ha perso con la sua morte.

Così fa Sonia Alfano, sinora unica voce pubblica ad essersi alzata in tal senso, che tramite i media gli dedica, insieme a Fabio Repici, un ricordo che rammenta anche la lotta da lui ed altri iniziata e non ancora conclusa:

 

“A quattro anni dal suo suicidio, il sistema mafioso barcellonese che Adolfo Parmaliana ha combattuto in prima persona, è ben oltre la vicinanza al tracollo. Magari, adesso che Olindo Canali è stato condannato per falsa testimonianza in favore del boss barcellonese Gullotti, adesso che il procuratore generale di Messina Antonio Franco Cassata è imputato per diffamazione proprio ai danni di Parmaliana e adesso che Rosario Pio Cattafi è stato arrestato e andrà al 41 bis, a chi ha combattuto per queste verità, Adolfo compreso, verranno riconosciuti i meriti delle battaglie portate avanti. Nessuno di noi, che queste situazioni le abbiamo denunciate per anni, era folle o visionario come alcuni avrebbero voluto far credere. … Adolfo, che anche nel compiere l’ultimo tragico gesto, con incredibile lucidità, ha pensato al futuro della propria terra, manca a tutti noi. Anche il suo sacrificio è servito per riaccendere i riflettori sulla provincia di Messina e sulle ambiguità e sulle devianze praticate da alcuni magistrati infedeli di quel distretto giudiziario. Alla sua famiglia giunga il mio affetto più profondo e un incoraggiamento ad affrontare con sempre maggiore impegno le nostre battaglie comuni finché non sarà fatta giustizia e non avverrà quel cambiamento radicale che Adolfo Parmaliana, come me e come tutti i cittadini onesti, sognava”.

E commovente è anche il ricordo di Fabio Repici, che assiste la famiglia Parmaliana nel processo contro l’omicidio alla dignità del loro caro. Non potendola per ragioni di spazio pubblicare tutta rimandiamo al link che lo contiene (http://www.soniaalfano.it/2012/10/02/quattro-anni-senza-adolfo-parmaliana/), unendoci alla sua voce ed a quella di chi lo ricorda e sente davvero di dovergli “portare sempiterna gratitudine”. (CARMEN MERLINO)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it