IMPREGILO CROLLA IN BORSA: AVVIATA ISTRUTTORIA ANTITRUST, MA LA PENALE “NO-PONTE” RESTA DA PAGARE ?

 

L’Autorita’ Garante della Concorrenza e del Mercato informa di aver avviato un’istruttoria nei confronti di Salini Costruttori e Impregilo “per verificare se le due societa’ abbiano posto in essere un’intesa finalizzata ad evitare il corretto confronto competitivo in sede di partecipazione alle gare d’appalto aventi ad oggetto la costruzione di infrastrutture e grandi opere”. Entrambe le societa’, spiega l’Antitrust, sono tra i principali general contractor operanti nel settore delle costruzioni, specializzate nella realizzazione di infrastrutture e di grandi opere complesse.

Nel mirino dell’istruttoria l’accordo siglato tra le due societa’ il 27 settembre scorso che, secondo l’Antitrust, appare “configurare un’intesa restrittiva della concorrenza avente ad oggetto la definizione congiunta delle procedure di selezione e la successiva partecipazione alle gare d’appalto di interesse per le due parti, in un contesto di mercato nel quale la gara rappresenta uno strumento fondamentale, se non l’unico, per l’aggiudicazione di lavori”.

Intanto ieri, 17 ottobre, a Piazza Affari si è registrato il crollo di Impregilo,  innescato dalla delusione dei mercati per il prezzo concesso a Primav per l’acquisizione del 19% di Ecorodovias.

Non solo, secondo quanto ipotizzato dai giornali di settore, la sfiducia sul titolo si sarebbe aggravata a seguito delle indiscrezioni in merito alla volontà del governo di non pagare alcuna penale, dopo lo stop al progetto di costruzione del ponte sullo stretto di Messina. 

Ma su questa possibilità si registra una dichiarazione pubblicata da MF Dow-Jones  che cita, senza svelarne l’identità,  una fonte che nel marzo del 2006 appose la firma sul voluminoso contratto da oltre 55.000 pagine sottoscritto tra la Societa’ Stretto di Messina e Impregilo, capogruppo mandataria di un raggruppamento d’imprese.

Secondo le informazioni a disposizione del quotidiano finanziario: “In punta di diritto, non c’e’ alcuna possibilita’ che le penali” da circa 300 milioni di euro previste a favore di Impregilo nel caso di rinuncia da parte del Governo alla realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina “non vengano corrisposte”.

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