TEATRO VITTORIO EMANUELE: LA GAFFE DI PANARELLO E LA RABBIA DEGLI ORCHESTRALI

 

Bocciato l’onorevole Panarello, che alla trasmissione di ieri “Malalingua” su Tcf, ha dichiarato più volte la non esistenza della legge riguardante la stabilizzazione degli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele.

La legge, invece, esiste eccome. ART.136: “Orchestra Teatro Vittorio Emanuele di Messina- 1. Una quota del 20 per cento del contributo in favore dell’Ente autonomo regionale teatro di Messina è destinata, a decorrere dall’esercizio finanziario 2005, alla stabilizzazione dell’orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina.”

Gli orchestrali,invece, non solo sono furiosi per la situazione che stanno vivendo, ma anche profondamente delusi nell’ascoltare tali dichiarazioni da un deputato che opera da anni nell’Ars e che rappresenta un punto di riferimento politico nella CGIL, sindacato al quale molti membri dell’orchestra del teatro sono iscritti e il cui segretario, Giuseppe Di Guardo, ha garantito di far presente all’onorevole la legge in questione.

«Questa totale assenza di informazione – dice Giampiero Cannata, maestro d’orchestra- ci lascia davvero senza parole.Molti dei miei colleghi hanno svolto soltanto quaranta giornate di lavoro, di cui ancora venti da retribuire, a causa della mancata approvazione dell’atto consuntivo. Quest’anno non riusciremo a prendere nemmeno la disoccupazione ordinaria Inps che prevede un minimo di settantotto giornate lavorative, in antitesi ad una legge regionale del 2005 che parla di stabilizzazione a tempo indeterminato dell’orchestra.»

Intanto la protesta continua, e all’inizio dello spettacolo di ieri di Eleonora Abbagnato, la cui bravura non è stata certo messa in discussione, sono stati distribuiti volantini a tutti gli spettatori per rendere nota la reale condizione del teatro Vittorio Emanuele. La risposta dei messinesi è stata più che positiva: una standing ovation ha reso giustizia e vicinanza alla causa di chi dal 23 ottobre continua il presidio e di chi è sceso anche in piazza oggi per unirsi al grido contro il dissesto di Messina, di cui anche il teatro è una parte evidente. 

«Noi non vogliamo essere degli assistiti dallo stato creando un ulteriore stipendificio- continua Cannata- perché quello che noi vogliamo è il rilancio dell’ente e quindi di tutto l’organico. All’interno del teatro ci sono lavoratori di altissimo livello professionale, che vanno dagli amministrativi ai tecnici, dagli orchestrali alle varie maestranze (sarte, parrucchieri, maestri, collaboratori); vanno solo gestite meglio, dando a loro quello che gli spetta: LA DIGNITA’! Abbiamo un progetto ben preciso e condiviso da quasi tutti i lavoratori consistente nel far circuire le nostre produzioni non solo a Messina, ma su tutta la provincia, toccando città come Taormina, Tindari, Milazzo ecc…»

L’unico concerto destinato agli orchestrali, al fine di svolgere le ultime cinque giornate di lavoro dell’anno, sarà dedicato a compianto del musicista Pippo Mafali, primo contrabbasso del Vittorio Emanuele, la cui prematura scomparsa avvenuta il 9 Luglio ha scosso tutto il mondo della musica. A tal proposito, Cannata ci tiene a precisare che «nonostante la nostra precarietà, non potremmo mai accettare di esser pagati. Sarebbe davvero di cattivo gusto per noi farci pagare dall’ente per un concerto dedicato al nostro grande amico e collega, che, tra l’altro, proprio ieri avrebbe compiuto 50 anni.» (CLARISSA COMUNALE)

 

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