CALCIO DA SERIE A: COMMENTI DALLO STRETTO

 

Sembrava una giornata totalmente nel segno delle big quella appena conclusasi col posticipo di Bergamo e, invece, proprio allo stadio “Azzurri d’Italia” è maturata la più grande sorpresa odierna, con l’Inter di Stramaccioni (nella foto) sconfitta per 3-2 dall’Atalanta del ritrovato German Denis

Un risultato meritato per quanto visto sul campo, nonostante residuino dei dubbi sul rigore del momentaneo 3-1 concesso agli orobici. Le pur rilevanti assenze di Ranocchia e Samuel possono servire a giustificare le preoccupanti amnesie difensive, ma non una manovra apparsa essenzialmente abulica e sempre troppo legata alle giocate individuali dei singoli, oggi decisamente appannati eccezion fatta per Guarin. Dopo l’entusiasmo scaturito dall’exploit di Torino, la compagine meneghina esce dunque fortemente ridimensionata dal derby nerazzurro contro i cugini lombardi. La strada verso il titolo torna a farsi subito impervia, i punti di distacco dalla vetta sono nuovamente quattro, ma ancora siamo neanche ad un terzo dell’opera.

Facendo un piccolo passo indietro in ossequio alla classifica, gli anticipi di ieri -sorvolando sullo scialbo pareggio a reti bianche tra Cagliari e Catania- hanno visto il tennistico ritorno alla vittoria della Juventus: i bianconeri hanno infatti espugnato con un roboante 6-1 l’Adriatico di Pescara, reagendo nel modo migliore anche in campionato al brusco stop (il primo dell’era Conte) imposto loro la scorsa settimana proprio dall’Inter. Dopo aver maramaldeggiato martedì in Champions contro i modesti danesi del Nordsjaelland, anche in Abruzzo si è rivista la Juve della scorsa stagione: ritmo forsennato impresso alla partita sin dal primo minuto, brillantezza atletica e occasioni da gol inanellate in quantità. Da rimarcare finalmente la prestazione del chiacchierato reparto offensivo che, sempre in attesa del famigerato top player (ancora un miraggio alle latitudini torinesi), ieri ha visto andare in rete sia Giovinco che uno straripante Fabio Quagliarella, autore di una tripletta di pregevolissima fattura.
A Genova, sponda rossoblu, è risorto nel pomeriggio il Napoli, reduce da un solo punto conquistato nelle ultime due gare. Gli uomini di Mazzarri -trovatisi per due volte in svantaggio- non si son mai persi d’animo e, nell’ultima parte di gara, han trovato la forza per ribaltare il risultato grazie alle reti di Cavani, Hamsik e Insigne per il 4-2 finale, il secondo nel giro di tre giorni, posto che con lo stesso risultato giovedì i partenopei avevano liquidato in Europa League, sempre in rimonta, i russi del Dnipro grazie al poker dello straordinario Matador.

Proseguendo lo screening, la domenica calcistica proponeva come piatto forte il derby di Roma e, sinceramente, in un Olimpico reso acquitrino da una pioggia battente, la stracittadina non si e’ fatta mancare nulla: tantissimo agonismo, 5 gol, 2 espulsi, 11 ammoniti e, purtroppo, anche 2 accoltellati nel pre partita. L’ha spuntata la Lazio, impostasi per 3-2 nonostante l’iniziale svantaggio maturato per effetto del gol di Lamela. Sugli scudi Hernanes, Candreva e il sempreverde Miroslav Klose; sul banco degli imputati Daniele De Rossi, reo di essersi fatto espellere sul finire del primo tempo per uno scellerato gancio inferto a Stefano Mauri, anch’egli poi finito anzitempo negli spogliatoi per doppia ammonizione nella ripresa. Continua quindi il momento no di “Capitan Futuro”, dopo le frizioni con Zeman e le innumerevoli conseguenti voci di mercato, ma non vanno sottaciute le responsabilità dello stesso tecnico boemo; al di là delle topiche nelle quali sono incappati Piris e Goicoechea -due giocatori da lui espressamente richiesti-, la gestione dei cambi è parsa infatti davvero incomprensibile: nonostante l’inferiorità numerica, quando si è sotto non si possono sostituire Totti e Lamela, i due attaccanti più in forma del momento, con due centrocampisti (sic!).

Continua ad incantare, invece, la Fiorentina, splendida quarta forza del campionato, che nel pomeriggio ha battuto il Milan per 3-1 a San Siro. Sebbene l’organico sia stato quasi interamente rinnovato in estate, sin dall’inizio del campionato i viola sembrano giostrare praticamente a memoria, riuscendo sempre a trovarsi ad occhi chiusi come se giocassero insieme da anni. Il fatto che il giocattolo abbia continuato a funzionare anche oggi, nonostante l’assenza di Jovetic, costituisce la riprova del “miracolo sportivo” griffato Vincenzo Montella. Quanto ai singoli, da incorniciare ancora una volta la prestazione di Borja Valero, eccellente palleggiatore acquistato in estate dal retrocesso Villareal grazie ai buoni uffici di Eduardo Macia, nuovo responsabile dell’area tecnica gigliata.
Volgendo lo sguardo in casa Milan, altra prestazione da dimenticare, Pato sbaglia anche un rigore e per Allegri i tempi sembrano farsi di nuovo bui.

Nelle altre partite, boccata d’ossigeno in chiave salvezza per il Palermo di Gasperini -che ha superato per 2-0 la Samp del sempre più inguaiato Ciro Ferrara– e per il Torino, impostosi di misura sul Bologna. Spartizione della posta in palio in Chievo-Udinese e Parma-Siena, oltre alla già menzionata Cagliari-Catania. (JODY COLLETTI)

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