IL PUNTO DI SERIE A: TRE PAREGGI PER 1000 EMOZIONI. SU TUTTI RIDE LA VIOLA, MA INFURIANO LE POLEMICHE

Iniziamo dall’ultimo fischio: il derby della lanterna “mors tua, vita mea”, giocatosi in posticipo a Marassi, che ha visto la Sampdoria imporsi per 3-1 sul Genoa, in virtù delle reti di Poli, Bovo (aut.), Immobile e dell’ex canterano del Barcelona, Icardi.                   

Respira Ferrara, sprofonda Gigi Delneri, alla quinta sconfitta consecutiva su altrettante gare disputate da quando ha preso in mano le redini del Grifone. Preziosi non sarà contento, è ultimo in classifica.

Ben 28 le reti già realizzate in questa 13ma di serie A, che andrà definitivamente in archivio domani sera con Roma-Torino per il monday night dell’Olimpico; una giornata che sarà di certo ricordata per l’escalation di emozioni comunque fornite dai pareggi registratisi nelle tre gare di cartello, nonché per la nuova feroce polemica scatenatasi tra le due storiche duellanti del calcio italiano. 

Nel primo anticipo del sabato pomeriggio, Juventus Lazio han ricordato che non sempre uno 0-0 fa rima con noia e monotonia, più per merito dei padroni di casa che degli ospiti, a dire il vero. Pesantissime, infatti, le critiche piovute addosso a Petkovic nel dopo partita, a causa dell’atteggiamento esclusivamente rinunciatario palesato dai laziali allo Stadium, concretizzatosi nella decina di occasioni da gol a zero a favore dei bianconeri e nella costante presenza di almeno 9 biancazzurri dietro la linea del pallone dal 1’ al 95’ minuto.                                                                                    

In passato, quando la vittoria valeva ancora solo due punti, ci si poteva attendere un simile catenaccio dalla squadra materasso di turno che magari, facendo visita a una big, scendeva in campo badando solamente a non prenderle; non certo al giorno d’oggi e per di più da una “quasi grande” come la Lazio. Tanto per capirci, se Gigi Buffon si fosse presentato con copertina e Playstation portatile al seguito, nessuno avrebbe potuto obiettargli nulla per quanto mai è stato impensierito dallo sviluppo della manovra capitolina. Ad ogni modo, un grande Marchetti e la consueta mancanza di cinismo in attacco frenano la capolista sul risultato ad occhiali: un’ apparente manna per le inseguitrici Inter e Napoli, chiamate a sfruttare i rispettivi turni casalinghi per accorciare il distacco dalla vetta.

E invece? Qualche ora dopo, il Napoli di Mazzarri al San Paolo non approfitta della serata storta di Abbiati e butta alle ortiche i tre punti, riuscendo nell’impresa di farsi rimontare un doppio vantaggio da un Milan che, forse ringalluzzito dalla “eli-visita” presidenziale di venerdì, inchioda il 2-2 finale grazie alla doppietta del sempre più capocannoniere Stephan El Shaarawy.                                                                                                                                                      Con il medesimo risultato, nel pomeriggio, l’Inter impatta al Meazza contro un Cagliari decisamente rivitalizzato dalla cura Pulga-Lopez. I sardi vanno sotto 1-0 ma se la giocano, ribaltano la partita grazie ai due gol del furetto autoctono Marco Sau, sfiorano l’1-3, subiscono il pareggio con un fortunoso autogol di Astori, rischiano tantissimo nel finale, quando i ragazzi di Stramaccioni -sospinti dalla bolgia di San Siro- approntano il forcing definitivo, ma alla fine riescono a portare a casa il meritatissimo pareggio.                                                                                                                               Sulla sponda nerazzurra del naviglio, per bocca del presidente Massimo Moratti, si recrimina per un calcio di rigore non concesso a Ranocchia nei concitati minuti finali, ma francamente continuare a giustificare i passi falsi con più o meno rilevanti sviste arbitrali appare quanto meno incauto, specie se si considera che già in questo campionato la Beneamata (clamorosamente sfavorita, pur vincendo, anche contro la capolista) ha comunque usufruito di innegabili favoritismi contro Chievo, Milan, Catania e Sampdoria.

Ad indurre a più miti consigli il patron meneghino, ha provveduto in serata addirittura il sito ufficiale della Juventus nella cui homepage si staglia nitido un “No Comment” con  a corredo, in allegato, la famosa relazione del procuratore federale Palazzi circa gli illeciti sportivi ascrivibili all’Inter nell’inchiesta “Calciopoli 2” che mai vide la luce a causa dell’intervenuta prescrizione. Una risposta pesantissima, non c’è dubbio, ma d’altronde qualcuno potrebbe far notare a Moratti che, continuando ad ipotizzare nuove ombre sulla falsariga di quelle “ante 2006”, rischierebbe di darsi la classica zappa sui piedi in quanto finirebbe col rinnegare egli stesso la prima “Calciopoli”, dal momento che Moggi è fuori dai giochi ormai da un bel po’.

Se i litiganti non si pestano i piedi in classifica, a godere ci pensa invece il terzo (rectius quarto) incomodo che si materializza nella sempre più convincente Fiorentina la quale, superando in scioltezza l’Atalanta al Franchi per 4-1, agguanta proprio il Napoli al terzo posto. Anche oggi privi di Jovetic, dopo il botta e risposta iniziale firmato da Rodriguez e Bonaventura, i viola –agevolati anche dall’espulsione di Cigarini- dilagano sfruttando i magic moments dei ritrovati Alberto Aquilani e Luca Toni. Vincenzo Montella non fa miracoli, è proprio bravo.

Il resto della domenica ha visto Udinese e Parma centrare il terzo 2-2 della giornata mentre, nella parte bassa della graduatoria, importantissimi i successi di Bologna (3-0 ai danni del Palermo) e dell’ottimo Siena che, grazie alla vittoria sul Pescara, abbandona il fondo della classifica dopo aver già colmato la penalizzazione di 6 punti  inflittagli per “scommessopoli”. Cade, infine, il Chievo a Catania, con gli etnei che si consolidano al sesto posto in piena zona Europa League. (JODY COLLETTI)

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