SONIA ALFANO: “FINALMENTE: FAMIGLIA ED ISTITUZIONI PER RICONOSCERE INSIEME IL SACRIFICIO DI MIO PADRE” (VIDEO)

 

Due giorni intensi a Barcellona PG dove il 7 e l’8 gennaio si è svolto l’evento di commemorazione di Beppe Alfano, riconosciuto come vittima di mafia e testimone dell’importanza di lottare contro Cosa Nostra. Un riconoscimento che non è stato immediato ma preceduto da sacrifici, umiliazioni e schiaffi morali per la sua famiglia investita del dubbio, dai mormorii e dalle maldicenze che spesso colpiscono coloro i quali hanno “costretto” la mafia ad imbracciare le armi per fermarli. Sin dalla morte di Giovanni Perdichizzi in molti hanno notato la coincidenza temporale tra questa commemorazione, organizzata da mesi, e la scia di sangue che purtroppo è tornata a macchiare le strade di Barcellona Pozzo di Gotto; ma nessuno avrebbe mai immaginato che proprio mentre la città ricordava Giuseppe Alfano, con qualcosa di simile ad un vertice internazionale di forze antimafia, a Palermo qualcun altro faceva il suo nome in un’aula bunker colma di poliziotti e magistrati. 

Perché Beppe Alfano poco prima di morire aveva scoperto qualcosa di scomodo: la latitanza di Nitto Santapaola a Barcellona, incappando in un vortice nel quale parte importante aveva anche la famosa trattativa stato-mafia. Il “covo” del boss? Un comodo appartamento nella stessa Via Trento in cui il giornalista/insegnante abitava. Giuseppe Alfano era anche un docente di educazione tecnica, ed un uomo che amava i giovani senza quelle morbosità che alcuni insinuarono per macchiarne la memoria scaricando la mafia delle proprie responsabilità.(CARMEN MERLINO)

A seguire le interviste realizzate ad alcune studentesse dell’Istituto Falcone-Morvillo di Brindisi, oggetto di un attentato nel maggio 2012; al sindaco MariaTeresa Collica;  a Mimma Barbaro e Sonia Alfano.

 

 

[iframe width=”480″ height=”360″ src=”http://www.youtube.com/embed/c1susel0JUk” frameborder=”0″ allowfullscreen]

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it