CHI AVEVA PERSO HA VINTO, CHI AVEVA VINTO HA PERSO

 

 

Silvio Berlusconi, Tyrannosaurus Rex dato per estinto tre mesi fa, che grazie alla dabbenaggine degli avversari era risorto e aveva perso le elezioni per un pugno di voti, è oggi il dinosauro dominante della bestiale specie politica nostrana. Il governo Letta-Letta, il suo leccalecca. Quando il Tyrannosaurus Rex ne avrà tratto tutti i frutti, lo sputerà, il governo si spiaccicherà in terra.

Il Partito Democratico, ex Pci smacchiato con Perlana, della specie giaguari albini, che aveva vinto le elezioni per un pugno di voti, si è trasformato nel leccalecca del Tyrannosaurus. Il governo Letta-Letta ne consacra l’estinzione. Il movimento di Beppe Grillo, Jena Ridens della savana italiana, che con otto milioni di voti aveva vinto oltre ogni aspettativa, incapace di allearsi con chicchessia e di sferrare la zampata decisiva, finisce a stomaco vuoto nello zoo delle opposizioni. La risata della jena dietro le sbarre, i suoi versi feroci, sembrano pianto.

Sbalzato di Sel, l’orsetto Nichi getta il suo orecchino in faccia ai curiosi venuti a vedere come mai avendo vinto, ha perso.

Nonni e bambini riempiono di spiccioli anche l’omino dello zucchero filato, Monti, ma lui avendo perso, ha vinto.

Nel parco dei divertimenti politici sfreccia il trenino del nuovo governo, con sette donne in più e dieci anni di meno. Non fa più ciuf ciuf, ma inciuch inciuch. Il vagoncino dei soldi è al sicuro, nelle mani del direttore di Banca d’ Italia e i banchieri di tutto il mondo sospirano di sollievo. Anche il presidente dello zoo, Napolitano, appare felice, e tutti belli soddisfatti i giornaloni sfoderano lo stesso titolo: “Era l’unica mossa possibile”. Carta che vince perde, carta che perde vince, la moderna variante di un trucco antico, sempre giochino delle tre carte è.

Chi aveva votato per il cambiamento è stato truffato, ma se lo dice è un rompicoglioni. E lasciali governare! C’è pure la Bonino agli Esteri. Che cazzo vuoi?

Niente, oggi è domenica, leggo Catullo: “Signori antichi, città felici, così perirono.”(DIEGO CUGIA-JACK FOLLA)

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