DAFT PUNK – RANDOM ACESS MEMORY

Fermi tutti ! E’arrivato ! “Random Acess Memory” ! No, non avete alcun tipo di problema al computer e non parliamo neanche di un nuovo virus che infesterà il vostro hard disk,  per quello bastano le applicazioni di Facebook che usate giornalmente. Parliamo del nuovo e attesissimo album dei Daft Punk .

 Amati e odiati, tutto si può dire sul conto di questo duo parigino ma ogni volta l’attesa per una loro pubblicazione è così snervante e carica di aspettative che ormai è innegabile:  i Daft Punk sono un punto di riferimento.

Undici album all’attivo, 4 in studio, 2 album live (perché le loro performance dal vivo sono travolgenti), 3 Remix , 1 raccolta e  1 colonna sonora  per il colossal “Tron”. Insomma,  pochi gruppi possono vantare un pedigree di tale portata.

Dal capolavoro “Discovery” (2001) in poi,  niente è stato più lo stesso per Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo.  Troppo forte l’impatto di un singolo come“One More Time” nella storia della musica elettronica;  un riempi pista senza paragoni che ha segnato una strada, uno stile, una moda.

 Il tocco french-House dei Daft Punk , inconfondibile,  è ormai un marchio di fabbrica .

Se “Human After hall” ha rilanciato la techno nel 2005, state certi  che “Random Acess Memory” segnerà un nuovo solco nella loro carriera. Si, perché i Daft Punk nel 2013 suonano vintage.

”Random Acess Memory”è un tributo alle origini della dance, un richiamo a quelle sonorità Disco da ballare rigorosamente con jeans a zampa d’elefante.

Un disco meno frenetico del solito,  senza brani spacca casse,  che qualcuno potrebbe definire come il disco della maturità.  E’ sicuramente un disco meno immediato, più riflessivo, curato in ogni minimo particolare con una produzione eccellente.

Un disco che i Daft Punk hanno realizzato “senza maschera”, come se cercassero di dimostrare al mondo, qualora ve ne fosse bisogno, che sono in grado di far ballare chiunque e con qualsiasi esperimento sonoro, dalla techno al funky rimanendo sempre fedeli a se stessi.

 Molti gli ospiti illustri a cominciare dal primo singolo estratto, l’irresistibile  “Get Lucky”,  realizzato in collaborazione con Pharrel Williams, che si candida a tormentone dell’estate, con quelle chitarrine funky style in sottofondo,  il basso pulsante e ritmato e la voglia di spiaggia ad ogni nota, passando per “Istant Crush” , uno dei brani più riusciti, cantata da Julian Casablancas (Strokes),  fino ad arrivare a “Touch” dove troviamo Paul Williams, ancora Pharell Williams in “Lose Yourself To Dance”,  Todd Edwars in “Fragments of Time”,  Panda in “Doin it right”;  il filo conduttore? sempre la disco-music  che strizza l’occhio al Funky.  Chitarre in levare e bassi  profondi sono la nuova spina dorsale dei Daft Punk,  almeno fino alla prossima evoluzione.

Sulla stessa scia di “Get Lucky  “ troviamo il brano di apertura “Give Life To Music” anch’esso incentrato sugli intrecci di basso e chitarra, segue la commovente “The Game Of Love”,  sensuale, quasi  lounge all’inizio, dove rispunta la tipica voce filtrata in pieno stile Daft Punk.

 Dopo aver terminato il vostro personale gioco d’amore con le cuffie, neanche un momento di pausa e  troviamo una piccola perla, un omaggio che non può non renderci orgogliosi, “Giorgio by Moroder”.  La voce del grandissimo Giorgio Moroder , il padre dei sintetizzatori e della sperimentazione elettronica,  in Italia e non solo, narra la sua storia e ci introduce, in un crescendo di note, in un mondo di Onde Quadre, Cut-Off, vecchi Moog.

 Il brano, lentamente, sale di tono e di volume diventando , nella sua essenza vintage, il tributo perfetto per Moroder, colui che più di tutti ha donato al sintetizzatore la dignità di un vero strumento.                                

Non saranno pochi quelli che rimarranno spiazzati da questo lavoro, quelli che si aspettavano l’ennesimo album a tutta velocità -tipico dei Daft Punk – ma l’età passa per tutti. 

E’ la musica a mantenere giovani, e i Daft Punk si sono concessi un ritorno al passato, un album romantico che sotto certi aspetti  potremmo definire “diversamente ballabile”, niente più urla e salti di gioia ma sensualità e movenze felpate, provateci …….(FRANCESCO ALGERI)

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