RENATO ACCORINTI SINDACO: DAL PILONE A PALAZZO ZANCA, TRA GLI AMICI DI IERI E I FAN DI OGGI

Il sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati sulle nuvole” secondo Ennio Flaiano.

Renato Accorintiche sognatore lo è, i piedi li tiene saldamente a terra, anzi sul pavimento, per l’esattezza quello di Palazzo Zanca dove, a memoria, per la prima volta, un sindaco si muove scalzo per i corridoi.

 

Gli ultimi due giorni sono trascorsi in modo profondamente anomalo e atipico per Messina. Ricordate quel visionario, quel “folle in bicicletta”, quel rompiscatole che si intrufolava ad ogni inaugurazione, conferenza stampa, incontro pubblico al quale prendessero parte leader e ministri, per urlare le sue istanze e le richieste di ascolto, spesso negate? Ebbene, quel professore di educazione fisica quasi adorato dai suoi giovanissimi studenti, quel preparatore atletico in pantaloni colorati e t-shirt brandizzate, oggi entra in Municipio non più da “disturbatore” di dirigenti pigri o impotenti e politici “in altre faccende affaccendati” ma, niente popò di meno che da sindaco.

 

Il primo cittadino è un signore che, da decenni, combatte pacificamente le sue battaglie, sul campo, per strada, con la gente e a volte anche contro la gente, l’indifferenza e l’ignavia e l’egoismo che anima alcuni. Oggi sono tutti amici di Renato, anche chi fino a ieri inveiva contro di lui, chi lo ha votato e chi lo ha deriso, chi ne ha chiesto la candidatura e chi lo ha avversato, chi gli portava bottigliette d’acqua quando protestava ai piedi del campanile del Duomo e chi gli urlava “buffone!” guardandolo in cima al Pilone. Quell’ammasso di lamiere che domina la punta di Capo Peloro e che ha consentito all’anarchico oggi a capo dell’amministrazione locale, di innamorarsi perdutamente di quello Stretto che, oggi più che mai, vuole sia dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

 

In molti hanno trascorso le ultime ore canticchiando “Renato Renato”.

Qualcuno ha riesumato la Graziella impolverata dalla cantina…immagine di una città che cambia!

E addirittura c’è stato chi appena venerdì indossava la maglia Sì Messina e ieri sera sfilava in piazza con quella No Ponte…segno di una parte della società che non cambierà mai!

Nelle ultime 40 ore, Messina si è abbracciata, ha cantato, si è entusiasmata, si è radunata in quella grande Agorà che sta di fronte al Municipio e che, di recente, aveva visto aggregazioni umane solo in occasione delle proteste studentesche del week end ¨C comizi elettorali a parte- .

Tanta unità non si percepiva dall’istante successivo allo storico rigore di Fabio Grosso, nel 2006.

Al ballottaggio, l’outsider sempre controcorrente che, appena due settimane fa aveva ottenuto 19.939, sbaraglia il concorrente Felice Calabrò, incrementando il dato del primo turno di quasi 28.000 preferenze.

 Analizziamo i 47.866 accorintiani -della prima e dell’ultima ora- : una parte di essi ha scelto di esercitare il cosiddetto “voto di protesta”; per altri è stata determinante la tendenza di grillo-casaleggiana memoria dell’antipolitica che va’ così di moda; in qualche caso è stato proprio il bisogno quasi fisico di dire “no a Genovese e co.” -inutile girarci attorno-; per qualcuno è stata fiducia, voglia, consapevole scelta di puntare su un cavallo che la storia dimostra come sia sempre stato vincente, facendo trionfare la forza delle sue idee…sempre -finanche prendendo per stanchezza i “poteri forti” che, alla fine, hanno pressocchè sempre ceduto, con lui.

 

E allora, ai signori che hanno optato per “cambiamo Messina dal basso” con le prime motivazioni sopra dette, ci si consenta di fare delle puntualizzazioni: sono stati organizzati nei mesi incontri su incontri proprio in quel Salone delle Bandiere del cui spazio, a ridosso della campagna elettorale, ha inibito l’utilizzo gratuito il Commissario Luigi Croce e ove, nell’odierno pomeriggio, Re-Nato (cit.) è stato “incoronato” alla presenza della folla in festa. Ad ogni appuntamento con la cittadinanza sono seguiti dibattiti, confronti e a seguire la realizzazione di punti programmatici messi nero su bianco. Se appartenete alla categoria di elettori che pensava d’aver votato “per protesta”, sappiate invece che avete contribuito all’elezione del sindaco delle “proposte”.

 Se invece siete inguaribili fashion victims e non avete saputo resistere alla tentazione di indossare l’abito dell’antipolitica che sfila nelle passerelle italiane, in modo preponderante da oltre un anno, dovreste prendete consapevolezza di alcune verità assolute: in primisanti-politica -come spesso sottolineato- è un nonsense terminologico; in secundis -e qui si arriva al dunque-, lo stessoAristotele, ritenuto il primo ad aver definito il concetto di politica, sottolineava come non solo l’uomo sia per sua natura animale politico ma addirittura identificava uno Stato con il nome del suo popolo (οι Αθηναίοι-gli ateniesi- termine usato per definire Atene stessa); come a voler dire che “i messinesi” è il modo corretto di chiamare “Messina”. Traduzione: la tua città sei tu! E chi è più politico dunque, del cittadino attivo che lotta per la difesa dei suoi e altrui diritti? Pertanto Accorinti, nella fattispecie -e con curriculum alla mano- non solo non incarna l’insensato concetto di anti-politica ma, al contrario, è l’emblema stesso della politica nella sua accezione classica… se volevate essere trendy sappiate, dunque, che avete rivolto male le vostre attenzioni -e quindi anche il vostro voto-.

 

Nel caso in cui, invece, aveste voluto “boicottare” l’apparato, rivedendo riflesse nelle lenti del candidato sindaco del centro-sinistra l’immagine dell’on. Francantonio Genovese, vi segnaliamo che -forse- avreste dovuto pensarci prima di esprimervi in occasione delle ultime politiche -fermo restando un diverso sistema elettorale a regolare le differenti competizioni, ovviamente-. 

In ogni caso ci si consenta di evidenziare che nel nostro consiglio comunale viene meno una figura seria e preparata come quella di Felice Calabrò che, non solo non ha conquistato la poltrona di sindaco ma, è per giunta rimasto fuori dall’aula consiliare, a questo giro. E questo è da più parti considerato uno spiacevole risvolto della medaglia. Fermo restando che, come ribadito più volte, l’avvocato quarantenne avrebbe dimostrato d’essere davvero libero e indipendente da logiche e schemi di coalizione laddove avesse ottenuto la maggioranza di voti ma, quantomeno allo stato attuale, non ci è dato averne prova.

Infine, se avete scelto con coscienza, causa cognita, consapevolezza e animati da spirito di cambiamento, desiderio di emancipazione e fiducia nell’uomo Accorinti sappiamo che, dopo esservi recati alle urne, avrete urlato e scritto sui socials che eravate fieri d’aver segnato quella X sulla scheda;che avrete avuto la pelle d’oca quando il Presidente Bonfiglio ebbe ad ufficializzare il bisogno di ricorrere al ballottaggio e, che, da quel momento, avrete iniziato a crederci sempre di più, lasciando che il sogno si trasformasse in una concreta possibilità, addirittura verosimile;che lunedì sarete corsi in quella Via XXIV Maggio-che forse, davvero, un giorno cambierà nome in Via 24 giugno– con i visi ancora sconvolti ma eccitati, che poi sarete corsi a Piazza Unione Europea e che, da lì, avrete accompagnato con i lucciconi agli occhi il vostro amico fin dentro il Palazzo dal quale molte, troppe volte, è stato cacciato, negli anni; che avrete cantato e ballato tutta la sera e poi fino a notte, festeggiando “Renato Renato Renato”, andando a complimentarvi, travolgendolo  e baciandolo tutti insieme, uno per uno (e in piazza si era in migliaia!); che martedì mattina, una volta svegli, avrete acceso tv e pc increduli, pensando potesse essere stato tutto un sogno, uno splendido e credibilissimo sogno ma pur sempre un sogno; che avrete applaudito al suo ingresso, a piedi nudi, nelle stanze del Palazzo, che vi sarete commossi vedendolo indossare quella fascia tricolore che subito ha sfilato e fatto indossare al piccolo Michele– sempre presente, sempre al suo fianco, durante ciascuno dei momenti di proclamazione, investitura e consegne-, che avrete addirittura pianto ascoltando le sue parole di fratellanza e fiducia, non dissimili da quelle pronunciate il 19 gennaio scorso in quella stessa sala, alla presenza di moltissimi (ma meno di un quarto della folla incalcolabile che lo accoglieva da sindaco), in occasione della presentazione della sua candidatura ¡K una candidatura voluta dalla gente, venuta dal basso!

Se ci avete creduto, se siete tra quelli che hanno sognato e sperato e voluto che diventasse realtà, rimboccatevi le maniche perchè di lavoro ce n’è tanto da fare e “se ci lascerete soli, sappiate che abbiamo già perso!”.

 Ma a giudicare dalle facce fiere e orgogliose che si sono incrociate sin qui, la solitudine non è un male che affliggerà questa giunta: un gruppo di uomini e donne al lavoro da subito, con la concretezza del presente, guardando al futuro, in primo luogo il domani e poi anche i giorni che verranno, per noi e per tutta quella miriade di bambini che da alunni, amici e conoscenti sono i primi e più presenti supporters che un primo cittadino abbia mai avuto -pensiamo di poter asserire con certezza- nella storia di questa città e, forse, dell’Italia tutta.

Per cambiare Messina si devono cambiare i messinesi e, chissà che l’educatore non riesca anche in questa faraonica impresa. Già qualcosa si è mosso, pare quasi si sia presa-in parte- consapevolezza di essere una comunità (“ Popolo pubblico… un bel giorno ti accorgi che siamo noi invece pensavi che fossero gli altri.Ennio Flaiano) (ELEONORA URZI’)

foto Dino Sturiale-Ilcarrettinodelleidee

 

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