RENZI, I RENZIANI MESSINESI E I “MAL DI PANCIA” DEL PD, IN ATTESA DELLA “CURA” ASSEMBLEARE

È un continuo ping pong di amicizie apparenti, sodalizi sottobanco (o presunti tali), acque apparentemente acquietate che subito si trasformano in nuovi maremoti, atti a scombussolare gli equilibri (?) del Partito Democratico. Dici “Renzi” e qualcuno si agita di certo, al livello nazionale. Dici “Renziani” e, anche dalle nostre parti, l’effetto è evidente.

Mentre il sindaco fiorentino da il là all’ennesimo scontro, tramite media, tra lui e i veterani del Pd, a Messina Quero e Russo attendono ansiosi l’arrivo delle due date (8 e 10 luglio) prestabilite per gli incontri -locali e nazionali- in occasione dei quali avanzeranno richieste importanti e chiederanno risposte nette e urgenti.

Sul suo sito web Matteo Fonzie -Renzi, scusate!- scrive: “in privato tutti mi dicono: stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Insomma un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange”, denuncia l’amministratore trentottenne. “Signori, conosco il giochino-prosegue sempre a mezzo internet-: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione”.

 

Riassunto breve: esistono posizioni antitetiche tra i democratici circa la possibilità di far ricoprire le cariche di segretario del partito e di candidato premier al medesimo esponente. Secondo una cordata composta da bersaniani, Cuperlo, Fassina, Epifani e, a quanto pare, lo stesso D’Alema -che tra i citati è sicuramente IL NOME importante, quello che fa la differenza- sarebbe opportuno tenere separate le due cariche. Sentito ieri ai microfoni del Tg1, proprio il politico romano, comunista della prima ora -poi PDS, poi DS senza P, oggi moderato con sfumature variegate, ma pur sempre in odor di sinistra o quel che ne resta- la cui voce resta sempre tra le più autorevoli, commentava: “Renzi ha detto tante volte che lui vuole essere la persona che si candida a guidare il centrosinistra alle prossime elezioni: aspetti le primarie per il leader del centrosinistra e ci consenta di eleggere il segretario. Altrimenti rischiamo di logorare un buon candidato e di eleggere un cattivo segretario“.

Ecco che Matteo si arrabbia e, lamentando un tentativo dei patriarchi di trattarlo come un bambino, sbatte i piedi, per l’appunto. Lo fa tramite il suo sito, lo fa a mezzo social e inviando newsletter ai suoi. Così quel “volemose bene” che ultimamente sembrava essersi tradotto in una temporanea pace di famiglia -con i dovuti compromessi e bocconi amari da mandar giù, senza dubbio- oggi torna a mostrarsi come la consueta bomba pronta ad esplodere.

E’ probabile che gli animi torneranno presto ad animarsi nuovamente-e ulteriormente- in vista di altre elezioni; eh sì, qualora non fosse stato sufficientemente stressante e dispendioso l’ultimo anno, infatti, già qualcuno parla di ricorso alle urne anticipato, per sostituire l’attuale asse Letta-Alfano con una soluzione che sia più… stilisticamente italiota, ossia coalizioni improbabili che, pur di vincere, stanno insieme in campagna elettorale e poi conducono ad alternanze imbarazzanti di premier e rimpasti a mai finire. A quel punto, state pur certi, che ci ritroveremmo nuovamente nel vortice di primarie, contro-primarie ed extra-primarie (ricordate? Pochi mesi fa avevamo smesso di parlare di “spingitori di spingitori di cavalieri” ma, a quanto pare, rischiamo di riprendere a breve l’argomento).

Se questi spiriti si scalderanno ancora, il capoarea toscano avrà bisogno nuovamente di tutto il sostegno possibile da parte dei suoi, compresi i nostrani Castore e Polluce che, appena qualche giorno fa, sentivano dire al loro leader, dal palco di Piazza Duomo, che non era il momento di far storie con le diatribe interne al partito.

Ebbene, arriviamo ai fatti di casa nostra. Il presidente dell’assemblea provinciale del Pd, Angela Bottari, ha convocato tutto il cocuzzaro democratico locale per fare il punto sulla situazione, quantomeno basculante, del partito: dall’esito delle amministrative con analisi del voto alle dimissioni a catena (da Patrizio Marino a Cettina Cannavò) e, probabilmente -ma non ci è dato sapere- potrebbe tener banco anche la questione morale, che chiama in causa uno scandalo che già lo scorso anno fu scoperchiato come il vaso di Pandora dall’inchiesta di Panorama, ma con il quale non sembrano ancora essersi fatti i conti in modo netto: il caso formazione che riguarda-tra gli altri indagati- anche due nomi di spicco del partito, i cognati onorevoli Genovese e Rinaldi. All’incontro dovrebbe partecipare anche il Segretario Regionale del Pd, on. Giuseppe Lupo, lo stesso che in occasione della conferenza stampa indetta in vista dell’arrivo di Renzi in sostegno al candidato Calabrò, proprio Palano Quero e Russo avevano indicato come anello debole (?) della catena di comunicazione che unisce i renziani al loro capocorrente.

All’assemblea di giorno 8 chiederemo un azzeramento di tutte le cariche dirigenziali e di segreteria nonché il commissariamento, una reggenza commissariale -o chiamatela come preferite- ossia un organismo esterno al partito, che possa fare luce sulla gestione non solo politica ma anche statutaria e finanziaria del partito a Messina”, spiega il Presidente della IV circoscrizione, insediatosi quest’oggi e pronto ad adempiere a questo suo secondo mandato al timone del quartiere centrale.

Circa il dialogo con Renzi che, nelle scorse settimane era parso possibilmente in crisi, commenta: “ci siamo incontrati prima del comizio di Messina e gli abbiamo rappresentato le ritorsioni politiche subite dall’area, nella nostra città”, ribadisce Palano Quero che, insieme al “socio” Russo, incontrerà il prossimo 10 luglio, a Roma, Luca Lotti, responsabile enti locali del partito ma anche -inutile girarci attorno- braccio destro del sindaco toscano e referente di area a livello nazionale.

Intanto però il calendario parla chiaro e lo step più vicino temporalmente è l’evento di giorno 8, in vista del quale, ci racconta -o per meglio dire “accenna appena”- il presidente uscente del V quartiere: “stiamo preparando un documento da sottoporre all’ Assemblea. Sarà, di certo, molto forte nei contenuti perchè bisogna capire quali sono le cose -le tante cose- che non sono andate in questi ultimi anni e comprendere quale direzione vorrà seguire il Partito Democratico in futuro”.

Vedremo come si pronunceranno i membri dell’assemblea la prossima settimana, dunque, al cospetto di denunce e proposte che, presumibilmente, non saranno avanzate esclusivamente dai renziani ma in sintonia e coordinazione con altre correnti democratiche. Insomma per una volta, auguriamo ai Dioscuri di non essere soli o, più concretamente, li invitiamo a guardarsi bene attorno, perchè se è vero che per avere una mano l’unica chance è guardare alla fine del proprio braccio, è vero anche che in politica correre in solitaria non aiuta -historia docet-.(ELEONORA URZI’)

 

 

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