ENRICO GUARNERI IN MASTRO DON GESUALDO: “TAORMINA, TEATRO VIVO”

Le vesti del popolare e comico Litterio sostituite dal ruolo drammatico del Mastro Don Gesualdo, hanno mostrato un Enrico Guarneri “insolito” e “sconosciuto” ai più. Lo spettacolo messo in scena a Taormina, tratto dallo storico romanzo di Giovanni Verga del 1889, diretto da Guglielmo Ferro, figlio di Turi Ferro, ha toccato perfettamente i principali temi verghiani.

È stato posto l’accento in particolare sulla questione della “roba”, l’ossessivo materialismo dei personaggi che mostrano tutta la loro possessività e animalità nella totale indifferenza dei sentimenti nei rapporti sociali. Il linguaggio tragicomico è lo specchio della vita opaca di Gesualdo, frutto di sacrifici e dispiaceri, pesi sulle spalle e dentro lo stomaco.

La Sicilia baronale, in cui il denaro comanda e l’egoismo impera, si mischia ad un sapere proverbiale e contadino e alla scansione della giornate dettate dalla natura.

Seppur Gesualdo riesce, grazie anche al matrimonio combinato con Bianca Trao, a far parte della “società alta”, “il pesco non si innesca con l’ulivo”, ragion per cui le umili origini connoteranno sempre la sua esistenza tanto da porlo davanti ad una continua dicotomia tra fatiche della terra e interessi economici. L’infelicità di un matrimonio fallimentare porta il Gesualdo di Guarneri a desiderare e domandare della sua “fedele serva” Diodata in punto di morte, unico vero legame che questi è riuscito a stabilire nel corso della sua vita. Isabella, quella figlia illegittima, nata su una morte, rappresenta un destino segnato, una vita tolta, consegnata dallo stesso Gesualdo all’insensibile duca di Leyra di Palermo, il quale sperpererà tutti gli averi della giovane. Il colera, questa malattia contagiosa, si rivelerà il cancro esistenziale capace di provocare un contagio di mali, riunificando la finita essenza umana che supera ogni qualsiasi aspirazione alla ricchezza. Gesualdo concluderà la sua vita in solitudine, sconosciuto tra gli sconosciuti, segnato da un destino incontrovertibile.

Uno spettacolo, dunque, magistralmente incarnato dalla poliedrica figura di Guarneri che a fine rappresentazione ha dichiarato: “Con voi il teatro è vivo!”.(CLARISSA COMUNALE)

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