UN OSSERVATORIO UNIVERSITARIO PER ANALIZZARE LA MESSINA CHE CAMBIA DAL BASSO

Basta fare una passeggiata in giro per l’Italia e presentarsi come messinese per sentirsi chiedere “ah ma mi dica di questo sindaco a piedi scalzi!”. Succede a Roma, a Firenze, a Cosenza, nei più svariati contesti: dalle sale in cui si svolgono convegni universitari agli abitacoli dei taxi, ai convivi tra amici e conoscenti che vivono e lavorano fuori  e chiedono notizie sulla città, così come anche con chi a Messina non ci ha mai messo piede.

Si chiama Renato Accorinti ed è passato nel giro di pochi mesi dall’essere il professore che insegna al divenire l’oggetto stesso di studio. Ci hanno già pensato giornali e network nazionali-dal Corriere a Panorama, da RadioDj alla Rai- ad occuparsi di questo “strano caso” che si è abbattuto come un tornado sulla nostra città e adesso, finalmente, tocca ai tecnici, quelli dotati di causa cognita per analizzare con occhi e strumenti accademici ciò che si sta verificando a Messina.

 

Verranno i sociologi da tutto il mondo per capire cos’è successo qui”, abbiamo sentito ripete al neosindaco svariate volte dal giorno della sua elezione-e anche prima in realtà, perchè lui nella gente ci ha creduto da subito-.

E invece che aspettare l’arrivo della cavalleria, invece che attendere fossero docenti di altri atenei a giungere sino alle coste di casa nostra e studiassero loro il “caso Accorinti”, un’equipe di accademici e il loro entourage hanno presentato ieri, sabato 27 luglio, l’Osservatorio sulla democrazia partecipativa.

 

Presso il dipartimento di Scienze umane e sociali si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno preso parte, tra gli altri, la prof.ssa Rosalba Larcan, direttrice del Dipartimento, il prof. Tonino Perna, ordinario di Sociologia economica. I dottori Milena Meo e PierLuca Marzo coordineranno i settori relativi la partecipazione, l’immaginario sociale, la partecipazione politica ed elettorale e le politiche pubbliche. Periodicamente, si terranno degli incontri durante i quali, lo staff metterà a parte la cittadinanza tutta dei risultati delle rilevazioni effettuate. Fenomeno di impatto sociale enorme, sintomo di una città che -almeno per il momento- sembra star cambiando rotta ma quello che Messina sta vivendo non è solo un fatto di importanza sociologica o antropologica: spetta ad Antonino Anastasi, politologo e membro dell’Osservatorio soffermarsi sull’aspetto più prettamente politico della questione in essere.

 

E’ infatti dalla collaborazione tra le sezioni di Sociologia e Politologia del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università di Messina che si arriva a questa iniziativa che, com’è evidente, è un’opportunità per il nostro Ateneo che, per definizione è proprio di ricerca e studio che costituisce -o dovrebbe- la sua essenza-. Il bisogno di partecipazione emerso in occasione dell’ultima tornata elettorale è stato il casus belli che ha portato gli accademici a volersi soffermare sul fenomeno che, si badi, non è limitato al Renatocentrismo, giacchè uno degli oggetti di studio sarà non il sindaco di per sè ma il movimento. Quel “cambiamo Messina dal basso” che, a dispetto di quanti in molti pensano, non è stato solo uno slogan da campagna elettorale ha assunto con sempre più forza i connotati di un soggetto politico attivo, utile e sorprendentemente partecipato, oggi che il professore siede a Palazzo Zanca.

 

Partecipazione diretta che nell’ultimo anno è stata il leitmotif di tanti partiti o simil tali che, cimentandosi in agoni elettorali, si sono visti attribuire la fiducia dei cittadini al cospetto dei quali si era esibito lo stendardo della democrazia di classicista memoria. In molti hanno associato in questi mesi  Accorinti a Grillo, Cambiamo Messina dal Basso al M5S e in parte, l’accostamento ha senso. Ci sono però delle differenze sostanziali e c’è da giurare che anche queste saranno punti focali dell’indagine e della ricerca dell’Osservatorio, il quale analizzerà proprio questa partecipazione non solo attiva ma a tratti entusiasta dei cittadini messinesi e, d’altra parte monitorerà “l’operato della giunta Accorinti sul piano della realizzazione del programma”, come si legge nel comunicato diramato, producendo report “per comunicare i risultati del lavoro alla città”.

 

Presente all’incontro di presentazione lo stesso sindaco il quale ha ironizzato sull’essere passato dal veicolo dello studio all’oggetto stesso di questo. Aveva già detto che attendeva una squadra di sociologi in città ma adesso se la ritrova proprio sotto il naso ed è tutta messinese, ragione in più per essere compiaciuti. Anche perchè, inutile negarlo, quello in cui si ritrova il primo cittadino è un contesto di facce amiche, alcuni delle quali, già agli albori di questo iter che lo ha portato alla sindacatura, ha affiancato e sostenuto in modo palese il pacifista. Si tratta però, prima di tutto, di seri e brillanti professionisti che, con competenza e soprattutto dati alla mano, offriranno la propria competenza per un’analisi approfondita e obiettiva di quanto ha portato alla nascita del fenomeno e di ciò che continua oggi a caratterizzarlo e connotarlo: ossia la partecipazione dei cittadini.

 

Il prossimo appuntamento in agenda dell’Osservatorio sarà un ulteriore incontro, che si terrà in ottobre, in occasione del quale, verrà illustrato l’esito della ricerca sui “primi cento giorni della giunta Accorinti”.

 

Una nuova avventura che è certamente positiva per l’Università degli Studi di Messina ma, è ovvio come sia ottimale anche per l’Amministrazione -che evidentemente è pronta a sottoporsi ad un giudizio terzo, quale che sia il verdetto emesso da questo-, sia per la cittadinanza tutta: ecco una miscela eccellente che consente di dar un gusto ottimo alla ricetta della democrazia. E chissà cosa sarebbe avvenuto se quest’osservatorio fosse nato prima, qualche anno fa. Ma in fondo, avrebbe avuto senso, giacchè di partecipazione attiva fino ad ora, non se n’era scorta traccia e l’unico sentimento popolare era stata l’ignavia? (ELEONORA URZI’)

 

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