VACCINI E SALUTE, L’ALLARME DELL’ASP: SOLO 2 CENTRI A MESSINA PER IL 50% DELLA POPOLAZIONE

Si parla di salute, si parla di prevenzione, di quella prevenzione che in alcuni casi può fare la differenza.  Proprio per questo motivo la Asp (Azienda Sanitaria Provinciale) di Messina lancia l’allarme. Infatti, nonostante la completezza del “Calendario vaccinale per la vita” della Regione Siciliana – uno dei migliori non solo tra le regioni del Paese, ma anche in tutta Europa – il numero delle vaccinazioni di fatto eseguite nel territorio è molto basso e inferiore, quindi, al risultato previsto.

Diverse le difficoltà che contribuiscono ad ostacolare la corretta riuscita di un’azione importante, come quella della prevenzione: dal ridotto numero del personale medico e infermieristico, all’insufficienza di strutture adeguateal territorio ma, soprattutto,  l’aspetto forse più preoccupante è la scarsa attenzione da parte della popolazione stessa nei confronti di vaccinazioni come quelle contro il meningococco, lo pneumococco, il papilloma virus umano (HPV), la varicella, la rosolia, il morbillo e non ultimo il rotavirus, una delle importanti modifiche apportate al nuovo Calendario vaccinale, tra le più frequenti cause di ricovero nei neonati e nei bambini ai primi anni di vita. Si tratta di malattie che, in assenza di prevenzione, possono essere causa di disabilità anche permanenti se non addirittura mortali e il disinteresse da parte della popolazione, che potrebbe usufruire gratuitamente di questi vaccini salvaguardando così la propria salute, è allarmante.

Solo due i centri vaccinali operativi a Messina – dove risiede il 50% della popolazione – mentre altri quattro punti sono a disposizione dei 13 comuni limitrofi. L’organico è composto da nove medici e sette infermieri, e al di fuori dell’area metropolitana 16 medici e 7 infermieri si occupano della prevenzione vaccinale per ben 94 comuni (Isole Eolie comprese).

E se è vero che si è registrato un incremento nel numero delle vaccinazioni eseguite dal 2004 (48.476) al 2012 (71.255), è a questo punto chiaro che dei provvedimenti devono essere presi per migliorare sia la condizione dell’organico sia quella delle strutture disponibili, insieme ad un’azione sinergica di prevenzione ancora più forte, che deve coinvolgere più soggetti possibili, medici e pediatri ma anche centri sociali, scuola ed enti pubblici. (DEBORA RUNCI)

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