LA “FORMAZIONE” PD COMPATTA CONTRO CROCETTA : IL GOVERNATORE, “LA CRISI? UNA MANOVRA CONGRESSUALE”

Rosario Crocetta è inciampato sulla formazione, cancellando una rete di clientele che hanno fatto la fortuna politica di molti big del centrosinistra siciliano. La segreteria regionale del Pd presenta il conto e chiede ai suoi assessori di dimettersi dalla Giunta Regionale, aprendo di fatto la crisi.

Ma il governatore sembra ancora fiducioso al termine di un incontro con il presidente del Senato Piero Grasso,  “Spero spero che non si arrivi a questo”, ha dichiarato, aggiungendo “io non ho aperto alcuna ostilità verso il mio partito. Ho posto questioni politiche e invece mi sono trovato davanti a un aut aut”.  E intanto la direttiva del partito è stata respinta dall’assessore Luca Bianchi e dagli altri quattro colleghi di partito.

A chi gli chiede se il Pd siciliano è spaccato, Rosario Crocetta risponde di no: “Loro si saldano contro Crocetta. È una manovra congressuale. Non vorrei che l’esperienza democratica della Sicilia fosse sacrificata in nome di giochetti congressuali”. E al congresso del partito garantisce che ci sarà: “Certo che parteciperò”.

Intanto il sospetto che il “big business” abbia avuto un peso sulle ultime posizioni politiche prende corpo anche tra i banchi dell’opposizione, ma nessuno pensa ad un governo di larghe intese. Tantomeno sarà il Movimento 5 stelle, che con il coordinatore Cancelleri si prende un momento di riflessione prima della presentazione della mozione di sfiducia, già annunciata in estate, e che se presentata non mancherà di ottenere i voti necessari che dovrebbero portare alle dimissioni di Crocetta.

Un atto che porterà allo scioglimento della legislatura con quattro anni di anticipo dalla scadenza, e riporterà a Palazzo dei Normanni una compagine più snella, con settanta deputati piuttosto che i novanta attuali.

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