L’ ODP STUDIA IL “CAMBIAMENTO DAL BASSO”: DALL’HOMO IGNAVUS ALL’HOMO PARTICEPS

Avevamo parlato di questa iniziativa già nel luglio scorso. Oggi, a cento giorni dall’inizio dei suoi lavori, l’Osservatorio sulla Democrazia Partecipativa ha esposto in conferenza stampa i risultati delle sue prime indagini sul campo, condotte in questi mesi di attività.

E’ il prof. Tonino Perna a coordinare un’equipe di ricercatori -strutturati e non- la cui opera è tesa a indagare il fenomeno della partecipazione politica, oggetto di studio di sociologi e politologi di tutto il mondo, specie dall’avvento di movimenti internazionali così detti no global.

A Messina, il clichè dell’elettore disilluso e disinteressato, condizionato dalle logiche dell’antico politichese, per lungo tempo appartenute all’animus dei cittadini stanchi ma anche colpevoli di aver forse “delegato troppo”, sembra essere stato ribaltato. Già l’avvento del M5S aveva -probabilmente- preparato il terreno per il sollevamento delle coscienze popolari, condizionando la forma mentis dei siciliani che, alle ultime Regionali, sembravano già discostarsi dallo stereotipo dell’ignavo, lasciando via via da parte “l’uovo oggi” garantito dal clientelismo partitico. Poi vi fu la raccolta firme per convincere un insegnante di educazione fisica a cimentarsi nell’agone meno proprio al suo cursus honorum: il confronto con le urne. Accorinti viene persuaso da oltre 3.000 messinesi a compiere il “grande passo”, vince addirittura la competizione, il tutto grazie al supporto dei votanti ma anche e soprattutto alla spinta del neonato gruppo che a lui fa riferimento. Cambiamo Messina dal Basso passa dall’essere un mero slogan -vincente!- al costituirsi come movimento vero e proprio, attivo sia nella fase preelettorale sia dopo l’insediamento del suo leader a Palazzo Zanca.

Ebbene, l’Osservatorio non è un uno strumento politicamente orientato dalla “longa manus dei potenti”, non riceve finanziamenti di alcun genere e non esprime pareri in base alla simpatia o antipatia verso l’amministrazione. Si tratta di un gruppo di lavoro assolutamente libero che, in linea con gli ambiti di ricerca del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, ha focalizzato la sua attenzione su un fenomeno che, piaccia o meno, esiste e si radica ogni giorno di più sul territorio: l’accorintiade (cit.).

Non è una cattiva parola e lo specifichiamo a beneficio di chi ne dà un’accezione negativa, ma una sorta di virus portatore di entusiasmo (parola chiave, usata oggi) che ha sin qui contagiato un campione profondamente eterogeneo di cittadini. Gli stessi che ieri lamentavano una città abbandonata e gridavano ai loro delegati il bisogno di soluzioni, dopo aver ascoltato il 19 gennaio scorso il professore, lo sconosciuto, il preparatore atletico, l’amico Renato dire “io ci sto ma se mi lasciate solo non concluderò nulla”, hanno poi concretamente indossato tute e guanti da lavoro e si sono cimentati nella pulizia delle spiagge, presentato progetti a costo zero, dato vita a comitati spontanei. Al messinese tipo sembra accostarsi adesso una nuova specie, quella del homo particeps. Se non è un virus contagioso questo…!

Seri professionisti, uomini e donne qualificati, con spirito critico e metodo accademico -e non propagandistico- si sono cimentati in un’analisi metodica, permeando i tessuti ove il contagio è avvenuto. Un po’ il concetto di osservazione partecipante di Malinowskiana memoria, se ci è consentito il paragone. Con la differenza che “gli osservati” non sono gli indigeni delle Isole Trobriand, espressione di una cultura esotica e ignota ai più, ma la messinesità e la mutazione di un atteggiamento radicato, avvenuta sotto gli occhi di tutti. Sì, un contagio, come è stato osservato anche oggi da uno dei relatori.

I dottori Lidia Lo Schiavo, PierLuca Marzo, Milena Meo, PierPaolo Zampieri e Fabio Mostaccio sono i coordinatori delle cinque macroaree di studio: dall’analisi del voto allo studio delle immagini video attraverso cui il comportamento, verbale e non verbale, del primo cittadino ha “fatto da cassa di risonanza al desiderio di cambiamento già presente in città”, fino al concetto di partecipazione nella doppia interpretazione di “prendere parte” ed “essere parte”: è questo lo spirito essenziale del Movimento. Si spiega che è proprio l’incrocio dei due livelli (partecipazione calda e fredda) a costituire la portata politicamente rilevante di CMdB che, secondo i ricercatori, sarebbe la vera novità generatasi nel contesto di queste ultime elezioni amministrative e “non evidenziata dai media locali che, invece, appiattiscono i fatti su Renato Accorinti e sulla sua giunta”, come si legge nella nota emessa. Touchè!

Ma come la gente percepisce l’operato dell’amministrazione? Anche a questa domanda l’OPD fornisce una risposta chiara e conferma quanto era già evidente, ossia che nei confronti di questi neoprotagonisti della politica locale esiste una tollenza forte, una fiducia che consente di accordare loro una sorta di bonus, grazie al quale si è meno intransigenti sulle tempistiche utili a risanare una difficile situazione.

Un’amministrazione di (quasi) neofiti come neofiti erano considerate anche le new entry del Movimento 5 Stelle, con differenze macroscopiche, però, tra questo e CMdB, tra Grillo e Accorinti: dal metodo di relazione non violento di quest’ultimo al riconoscimento della sacralità delle istituzioni che lo differenzia dall’antipolitica ormai stereotipicamente incarnata dai “grillini”, a voler tacere del carattere fortemente inclusivo tipico di Cambiamo Messina dal Basso.

Il lavoro dell’Osservatorio non finisce qui e fra tre mesi, verosimilmente, avremo nuovi feedback da questi esperti del settore, i quali contribuiscono in modo determinante a dare a noi tutti una visione più scientifica e professionale di fenomeni impattanti in modi che, a volte, sfuggono alla vista dei più.

Prevista a breve l’uscita di un volume che ripercorrerà questa prima fase di ricerche, approfondendo i contenuti oggi esposti ai rappresentanti dei media locali. Fino ad allora non possiamo che augurare ai nostri ricercatori buon lavoro e sperare che la teoria darwiniana valga anche a questo giro affinché -indipendentemente da chi governerà città, Sicilia o Nazione in futuro – la neospecie (l’homo particeps, per l’appunto) abbia la meglio sull’homo ignavus ! (ELEONORA URZI’)

 

 

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