FORZA D’AGRO’: PRIMA AGIVANO E POI SE NE VANTAVANO SU FB, ARRESTATI TRE GIOVANI

Nelle primissime ore dell’alba e al termine di un’articolata attività d’indagine, i Carabinieri della Compagnia di Taormina, sono riusciti a consegnare alla giustizia attraverso due ordinanze di custodia cautelare in carcere e un ordinanza di custodia agli arresti domiciliari: Giuseppe MACRI’, 37 anni, nato a Taormina, già noto alle forze dell’ordine,  Gabriele PITASI, nato a Taormina, 19 anni, incensurato e  Claudio MICALI, 18 anni, nato a Messina, finito agli arresti domiciliari.

I tre soggetti, residenti a Forza D’agrò (ME), sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, incendi aggravati, furti, danneggiamenti  e minacce, commessi insieme ad altri indagati nei confronti dei quali sono in corso ulteriori approfondimenti.

Le indagini, sono state lunghe e meticolose ed hanno consentito di ricostruire gli spostamenti e le malefatte di un gruppo di soggetti che con varie condotte criminali aveva nel tempo generato un diffuso e preoccupante senso di insicurezza nella popolazione locale.

Non poche, infatti,  erano state le richieste d’aiuto da parte dei cittadini di Taormina ai Carabinieri della Stazione locale che già da un anno avevano avviato una serratissima attività di indagine ricorrendo a sistemi di investigazione tradizionale e indagini tecniche.

Così, dopo aver ascoltato numerosi testimoni,  aver trascorso  intere nottate a pedinare il gruppo, ricorrendo anche ad intercettazioni ed altre forme di pedinamento elettronico, i  Carabinieri sono riusciti a delineare uno scenario realmente preoccupante.

Una comunità intera, quella taorminese,  era infatti costretta a subire intimidazioni di varia natura da parte di una vera e propria “banda” che pian piano accoglieva al suo interno giovani con una preoccupante tendenza a delinquere.

Qualsiasi reazione o protesta  a questi atti di prepotenza  da parte dei cittadini veniva puntualmente repressa dai consociati con azioni mirate e violente volte ad intimidire il malcapitato. Numerose sono state le autovetture bruciate come “segnale d’avvertimento “  e per un soffio in talune circostanze non si è  sfiorato il dramma.  Tristi e futili erano spesso i motivi di questi atti vandalici, come ad esempio bruciare l’autovettura di una ex fidanzata e del nuovo compagno,  così come sconcertante era  la serenità e l’arroganza con cui i soggetti si vantavano delle loro malefatte,sfruttando ingenuamente anche i social network.

A questo quadro vanno poi aggiunti alcuni furti in abitazioni ed ulteriori danneggiamenti alle abitazioni stesse realizzati dagli appartenenti al sodalizio ai quali stabilmente si univano anche altri due minorenni, sulle cui responsabilità sono in corso ulteriori accertamenti.

Nel corso delle indagini, sono state poi rilevate numerose cessioni di gioielli ai vari “Compro Oro” del territorio con frequenza assai dubbia e per importi complessivi che raggiungono i diecimila euro.

Il tutto veniva sapientemente alternato con viaggi nella provincia di Messina e di Catania per l’acquisto di sostanze stupefacenti che il gruppo assumeva in luoghi appartati e spesso in presenza di minorenni.

Per meglio comprendere la povertà intellettuale e soprattutto d’animo dei soggetti in questione , i Carabinieri hanno evidenziato come gli stessi non si erano neanche fatti scrupolo nell’ asportare dei monili, di scarso valore, depositati dai fedeli su una statua votiva posta in una nicchia a bordo strada.

Per quanto estremamente tristi e patetici in alcuni casi potessero apparire i personaggi di questa triste vicenda, non può sfuggire, come sottolineato dai militari impegnati nelle indagini,  senza ombra di dubbio, “l’indole criminale e l’assoluta assenza di scrupoli di questi giovani delinquenti”.

Soprattutto, va evidenziata la pericolosità del “gruppo”, quale moltiplicatore di forza e di volontà, soprattutto di alcuni dei sodali che in più occasioni hanno palesato ambizioni di più elevato livello criminale.

La fine delle preoccupazioni, per gli abitanti di Taormina, è giunta questa mattina con l’esecuzione degli odierni provvedimenti di custodia e la certezza che sono ancora in corso indagini per ricostruire ulteriori episodi e responsabilità di altri soggetti interessati.

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