L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMILIARI VITTIME DI MAFIA PROMUOVE UNA LETTERA-APPELLO CONTRO LA CHIUSURA DE “LA BELLEZZA CONTRO LE MAFIE”

Anche Sonia Alfano e Don Luigi Ciotti hanno firmato la lettera che chiede alla Rai di non chiudere La bellezza contro le mafie, il programma di Francesca Barra che ogni sabato notte va (ancora per questa settimana) in onda sulle frequenze della prima radio nazionale. La decisione dell’azienda pubblica scaturirebbe da una politica di tagli che nei mesi passati non ha risparmiato anche altri format altrettanto popolari.

L’appello, promosso dall’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, chiede che la Rai ritorni sui suoi passi e permetta a Francesca Barra di continuare a raccontare «Storie di mafia, di vittime innocenti, di giustizia, di speranza, di riscatto». Sono circa 2000, queste storie, in 4 anni di programmazione: numeri che hanno permesso a La bellezza contro le mafie di diventare il punto di riferimento per l’informazione e la sensibilizzazione su un tema così complesso come la criminalità organizzata. «Senza “La bellezza contro le mafie” – si legge ancora nel comunicato – molte delle storie di uomini e donne uccisi per la propria onestà e il proprio coraggio sarebbero rimaste nell’ombra, tra le quattro mura delle nostre case. Operare questo taglio significa perciò lacerare ancora una volta la memoria delle vittime innocenti e infrangere le speranze dei loro familiari, impegnati quotidianamente a difenderne la dignità e il vissuto».

La chiusura del format mette in luce un altro dettaglio che dovrebbe far riflettere: da circa due anni Francesca Barra lavorava al programma totalmente in solitudine. Lo scrive lei stessa sul suo profilo facebook: «Vorrei precisare che il programma l’ho realizzato DA SOLA, per i primi due anni con la regista Roberta Di Casimirro e poi con Enrico Magli. Che non sono stati solo registi, ma hanno abbracciato il progetto e sostenuto senza orari e giorni di ferie, la realizzazione delle puntate. Non ho mai avuto una redazione». Nella petizione si chiede pertanto che il programma possa quindi tornare in onda e avere anche una redazione adeguata al tema, coinvolgendo magari, «nuovi aspiranti giornalisti, che tanto hanno da dare ad una trasmissione utile e gradevole, al servizio pubblico e all’intero Paese».

 

Le associazioni, le fondazioni e i centri studio che volessero aderire all’iniziativa, possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o [email protected]

 

@fabbiobbruno

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