OPERAZIONE FAKE SU VOTO DI SCAMBIO: LA PROCURA DI PATTI CHIEDE 100 RINVII A GIUDIZIO

La Procura della Repubblica di Patti ha chiesto il rinvio a giudizio di 100 persone coinvolte nell’operazione “Fake”, sulla compravendita di voti a Patti, per le Comunali del 2011 che  nel marzo scorso portò all’emissione di  12 misure cautelari (7 arresti domiciliari e 5 obblighi e divieti di dimora) e 156 avvisi di garanzia che scossero il mondo politico, in particolare il Partito Democratico. Nella rete, infatti,  finì  anche l’allora  neo deputata Maria Tindara Gullo, mentre nell’elenco dei 156 indagati vi era anche il marito ed il cugino Luigi Gullo.  I destinatari dei provvedimenti firmati dal gip di Patti, sono accusati, a vario titolo, di reati che vanno dall’associazione finalizzata alla commissione di falsi e reati elettorali, alla truffa in danno di Enti Pubblici.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda 100 indagati che dovranno presentarsi all’udienza preliminare già fissata dal giudice Maria Giuseppa Scolaro per il 28 febbraio prossimo. In questa fase inizieranno i primi confronti tra accusa e difesa per l’esame delle singole posizioni, mentre sarà anche importante capire se potranno essere determinanti le motivazioni che hanno portato la Corte di Cassazione ad accogliere il ricorso presentato dai difensori dell’ex vicesindaco Cisco Gullo e del consigliere comunale Filippo Tripoli, avverso la decisione del Tribunale del Riesame di Messina che aveva confermato l’ordinanza di misure restrittive emesse nei confronti dei due. Ancora non si conoscono i motivi della decisione della Suprema Corte che ha rimandato al Tribunale del Riesame la valutazione sull’ordinanza firmata dal giudice Onofrio Laudadio. Gli avvocati Mariella Cicero e Giuseppe Serafino avevano proposto il ricorso insistendo in particolare sull’ inutilizzabilità delle intercettazioni che sono le prove fondamentali di tutta l’inchiesta.

Nei confronti di altri indagati, accusati di reati minori, si procede in separata sede.

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