LA MASSONERIA MESSINESE NON DORME, MA PERCHE’ ACCORINTI DEVE INCONTRARE IL VENERABILE?

“La nostra è una città che vive sotto una cappa massonica che controlla tutto e tutti, che impedisce lo sviluppo per poter dominare tutto. Guardate a fondo cosa c’è sotto lo strato che si vede in superficie, dietro la vetrina. Il controllo dell’economia, di opportunità di lavoro. Alla fine, questo rende la città sottomessa a logiche che non consentono a chi ha capacità di potersi realizzare, di esprimersi. O entri nel meccanismo o non avrai spazio: è un clima massonico, c’è chi lavora perché tutto appaia in un certo modo e che impedisce l’espressione della creatività dei messinesi. In città ci sono tra 32 e 38 logge massoniche.” Queste erano le parole dell’Arcivescovo di Messina Monsignor Calogero La Piana in una intervista rilasciata a Mauro Cucè per la Gazzetta del Sud il 13 gennaio 2009.

Da allora in nessuna altra occasione il Vescovo ha alzato la voce e criticato così aspramente la massoneria messinese, che da qualche mese ha invece alzato i toni puntando il dito sull’amministrazione Accorinti, e lanciando segnali inquietanti come una pubblica accusa dalla sede del Tribunale in occasione dell’anno giudiziario, che per quanti lo hanno votato risulta una “medaglia” al valore se è vero, come ha scritto il Presidente del Collegio dei Mestri Venerabili delle Logge di Messina del Grande Oriente d’Italia, che sono stati “esclusi dal diritto di ricoprire incarichi pubblici” da questa amministrazione.

Accorinti non è certo un “venerabile amministratore”, e in questi mesi ha a volte  ingenuamente affrontato alcune vicende che lo hanno esposto a critiche anche dai “suoi”, ma mai era accaduto (almeno a memoria di chi scrive) che la massoneria messinese fosse in “prima pagina” nel dibattito politico, rivendicando un ruolo e il proprio potere sociale contro una amministrazione legittimata dal voto a governare scegliendo una traiettoria precisa che possa escludere quei sistemi denunciati anche dall’Arcivescovo.

In questi anni c’è stata una certa “apertura” del Grande Oriente d’Italia, che è arrivato persino sul web sottolineando come “l’Istituzione, oltre alla fondamentale trasmissione di una secolare tradizione esoterica e rituale libero muratoria, ha un ruolo significativo nel processo di costruzione di un’identità nazionale e che partendo dalla difesa della tradizione risorgimentale, si è sempre battuta per la laicità e la tolleranza”. Ma può una società adulta politicamente dialogare con un “Ordine iniziatico”? Può un sindaco laico che rappresenta anche donne e cittadine dialogare con chi ha giurato per una “istituzione” che non ammette le donne in quanto “erede della tradizione muratoria operativa” e a cui nessuno può essere ammesso “se prima non abbia dichiarato esplicitamente di credere nell’Essere Supremo”?

Sulla Massoneria Messinese un documento essenziale ci appare “MASSONI – elenco dei messinesi affiliati alle logge  ufficiali del Grande Oriente d’Italia”, edito da I quaderni dell’Isola (febbraio 1994), in cui i giornalisti Antonio Mazzeo e Antonio Siracusano hanno prodotto un elenco , un vero e proprio “registro” dal quale si evince come siano rappresentate tutte le fasce alte della popolazione: medici, avvocati, commercalisti, bancari, professori universitari, imprenditori. “Dopo la vicenda P2 si sono formati molti luoghi comuni che hanno accompagnato l’esistenza della struttura massonica – si legge nella pubblicazione – La sintesi è semplice: l’identificazione dei “liberi muratori” con i pensatori delle strategie affaristiche-mafiose-terroristiche degli ultimi trentanni della storia del Paese.  Elisabetta Cesqui, pubblico ministero, ha dichiarato al processo contro la P2: “Io ritengo che non si possa parlare di Massoneria buona e cattiva, cioè deviata. La riservatezza del vincolo di fratellanza è infatti la premessa dell’alterazione delle regole democratiche. Tra l’illegalità e la legalità c’è una zona grigia di favori e affarismi”.

Accorinti incontrerà il venerabile? Ci auguriamo allora che sia un incontro pubblico, e che sul ruolo della massoneria in questa città esca dal silenzio anche l’Arcivescovo. Fatelo per i giovani, parlate ai bambini, spiegate a loro cosa fanno quei signori incappucciati e perchè noi preferiamo gli scout. (@palmira.mancuso) (Nella foto in evidenza un’immagine tratta dal film “Un borghese piccolo piccolo” di Mario Monicelli, basato sul romanzo omonimo di Vincenzo Cerami, pubblicato nel 1976, in cui il protagonista Giovanni si espone nel tentativo di aiutare a tutti i costi il figlio, fino al punto di umiliarsi nei confronti dei suoi superiori e arrivando, lui convinto cattolico, ad iscriversi a una loggia massonica che gli consentirà di acquisire amicizie e favoritismi ai quali prima non avrebbe mai potuto accedere.)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it