NASCE “LIBERA” A MESSINA: IL “NOI” NEL NOME DI NINO E IDA AGOSTINO

“Come familiare di vittima vorrei precisare che la morte non colpisce soltanto le persone uccise, ma tutta la loro famiglia. Perché da quel momento in poi la vita diventa un incubo, questa gente non ha sulla coscienza solo le vittime che loro hanno materialmente ucciso, ma anche le persone care, le mogli e i figli, i genitori, i fratelli, le sorelle che subiscono questa violenza inaspettata seguita da un profondo senso di impotenza. Mio figlio come tutte le altre vittime di mafia, ha sacrificato la sua giovane vita e quella della moglie e del figlio per servire lo Stato, e allo Stato io chiedo giustizia”. Con queste parole la madre di Nino Agostino, l’agente che sventò l’attentato all’Addaura il 20 Giugno del 1989, ucciso, assieme alla moglie Ida, il 5 Agosto dello stesso anno, si rivolgeva con una lettera accorata a Don Pino Puglisi, ora beato, un uomo che, come pochi altri, ha seguito la strada della lotta alle mafie accompagnata dalla grande capacità educativa e formativa dei più piccoli.

Oggi, in una giornata importante, nasce a Messina, il presidio “Libera”, coordinato da Tiziana Tracuzzi, intitolato a Ida e Nino Agostino, di origini messinesi, nella speranza di dare giustizia ad una tragedia i cui carnefici non hanno ancora né nome né volto. Il presidio di “Libera” è composto da associazioni, cooperative sociali, istituti scolastici e singoli cittadini che, dopo un lavoro di tre anni, hanno costruito una realtà che sarà importante sotto l’aspetto della formazione, dell’educazione, della coesione sociale e della memoria, tematiche fissate da un patto di presidio firmato proprio stamani.

L’impegno di ricercare la verità per quelle vittime che non hanno scelto di esserlo è forte quanto quello di invitare la collettività a pensare coraggiosamente a qualcosa di nuovo in maniera costruttiva. “Libera – dichiara Tiziana Tracuzzi – nasce con l’obiettivo di creare occasioni che possano dar luogo a nuove scoperte di stupore e di accoglienza reciproca: ecco perché c’è bisogno di lavorare tutti insieme”.

Ad inaugurare il presidio messinese il sindaco Renato Accorinti, che ha salutato calorosamente l’impegno sociale “iscritto sul piano del “noi” e non dell’ “io”, perché due sono i nemici della nostra era: l’ego e l’ignavia. Sapere che nasce questa realtà significa dare un segnale di straordinaria legalità”. Per l’attenzione del sindaco a tutti i tipi di associazionismo, infatti, presto verrà creato nel sito del Comune di Messina un portale per conoscere ogni realtà sociale attiva sul territorio: “con l’utopia nel cuore – precisa Accorinti – tutte le realtà di oggi portano l’utopia del passato. Bisogna essere maratoneti, solo la costanza premia”. A sostegno di “Libera” anche  Gianluca Manca, Umberto Maggio (coordinatore regionale di “Libera” Sicilia) e la famiglia Agostino, che ha donato al nuovo presidio un ritratto di Nino Agostino, realizzato da Giovanni Perna.

Nel racconto straziante, drammatico, amaro del padre Vincenzo, l’uomo che ha promesso di non tagliarsi barba e capelli fino a quando non sarà fatta giustizia su suo figlio, si sono colti i tristi momenti che hanno preparato la morte di Nino, un uomo cresciuto e cullato dalla forte dolcezza del mare, un uomo che amava una moglie che sarebbe diventata madre, un uomo che ha prestato giuramento allo Stato, un uomo che dignitosamente ha indossato una divisa, un uomo brutalmente ucciso davanti gli occhi di suo padre. Ma quale Stato, però, deve essere difeso?. Quale verità deve rimanere celata? Troppe domande che, ancora dopo 21 anni, rimangono aperte. “Questa verità – spiega Vincenzo Agostino – non appartiene solo alla famiglia Agostino, ma a tutta l’Italia.” Anche se questa verità rimane ad oggi segreto di Stato, i familiari delle vittime di mafia scelgono di continuare a gridare contro chi ha spezzato le voci della vita e della legalità. Ed i loro moniti non sono rivolti solo alle autorità politiche ed istituzionali, affinché sia fatta giustizia, ma anche alle nuove generazioni, affinché possano germogliare fiori belli e profumati, fiori nuovi che si nutrano unicamente di un mondo in cui l’onore, il rispetto, il dovere non facciano parte più di valori gerarchici mafiosi, ma di coordinate di civiltà.

(CLARISSA COMUNALE)

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