QUESTION TIME: DOV’E’ FINITO IL CONSIGLIO COMUNALE?

C’è chi tiene il mento appoggiato sui pugni per non cedere al sonno; chi sbadiglia; chi posta topic su Facebook; c’è chi parla dell’inaugurazione del lido “xy”; chi pensa a cosa cucinare per pranzo e chi riflette sulla possibilità di telefonare al parrucchiere per un trattamento anti crespo.

Quello che vi stiamo descrivendo non è un quadretto da sala d’attesa ma quel che avviene al di qua e al di là della porta dell’Aula Consiliare. Il civico consesso oggi ha dedicato la seduta al question time: alle 14.18 presenti 12 consiglieri e due assessori, De Cola e Signorino -da poco è andata via l’assessore Panarello-. Manca Perna “più volte invitato ma mai venuto a partecipare”, chiarisce la Presidente Barrile.

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Un piccione fa capolino a Palazzo

La mission odierna è avere risposte ad interrogazioni presentate in questi mesi e che mai hanno avuto risposta. In buona sostanza, i consiglieri pretendono ragguagli (molti dei quali erano ottenibili dando uno sguardo all’albo pretorio, ai comunicati stampa o leggendo ogni tanto i giornali e finanche bussando alla porta dell’amministratore competente) dall’Esecutivo di Palazzo Zanca su tematiche di svariato genere.

Domande e risposte, ricevute le quali gli interroganti si dicono “molto soddisfatti”. Spesso però non sono presenti gli interlocutori proponenti, cioè i consiglieri, e dunque le “urgenti” questioni non vengono neppure poste all’attenzione degli intervenuti.

Che non si abbiano delucidazioni per mesi su questioni importanti da parte dell’Amministrazione non è, di certo, positivo ne confortante ma è vero pure che il trait d’union tra giunta e consiglio si colloca spesso in fondo al corridoio, ossia al bar… Ecco lì, quasi ogni mattina, è possibile imbattersi in membri dell’esecutivo e consiglieri che dialogano del più e del meno: viene dunque spontaneo chiedersi, giacchè i colleghi in aula sbadigliano (comprensibilmente spesso) o semplicemente fanno altro -compreso parlare tra loro ad alta voce- che senso ha cercare un confronto pubblico quando basta relazionarsi direttamente per avere una risposta o ancor meglio, scegliere adeguatamente i temi da trattare al bar quando ci si incontra?

Evidentemente così “evanescenti” gli uni per gli altri non sono. Alle 14.36, quando in aula sono rimasti solo in cinque -Più la Barrile- e quattro sono affaccendati in un briefing a sè, il dibattito continua tra i due monopolisti della seduta: De Cola da una parte e Gioveni dall’altra. Obiettivamente, il consigliere scudocrociato è nel Guinness dei primati per produttività di interrogazioni pertanto sono numerose le risposte che lo attendono quest’oggi.

Delle quaranta domande prese in considerazione dall’odg, più della metà sono state cassate per assenza degli interroganti. Insomma, come qualcuno ha saggiamente chiesto ad un certo punto dei lavori, vien da chiedersi, in coscienza, che senso abbiano queste assemblee!

“Sono previste dal regolamento”, risponde qualcun altro. E con ció? Non è forse vero che esistono tante, troppe discussioni da affrontare? A qualche mal pensante potrebbe sembrare che si tenti di rifuggire temi d’altra natura, di quelli che infuocano l’opinione pubblica e animano i dibattiti più intensi. E, che che possano ammettere ad un microfono, avendo posta questa “maliziosa perplessità” alla stragrande maggioranza dei consiglieri oggi in Aula (e quindi pochi), la risposta è stata sempre “certo! È ovvio!”… Quindi è vero che a pensar male si fa peccato ma… Evidentemente pecchiamo in molti! (@Eleonora Urzì)

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