ORPHAN BLACK, UNA SERIE PER L’ESTATE (MA ANCHE TUTTE LE ALTRE STAGIONI)

 Si è da poco conclusa la seconda stagione di Orphan Black, la serie canadese che ha saputo fondere fantascienza, scrittura di qualità e prove attoriali impeccabili in un mix inedito e riuscitissimo.

Trasmessa dal 30 Marzo 2013 su Space e BBC America, nel nostro paese la prima stagione è attualmente in onda sul canale Premium Action.

La storia narra le avventure di Sarah Manning, orfana e madre di una bambina di 8 anni, che vive di espedienti al limite della legalità. Un giorno si scontra per caso con una donna identica a lei, che poco dopo si getta sotto un treno in corsa proprio davanti ai suoi occhi. Decide quindi di assumere la sua identità per rubarne i risparmi, ma si ritrova invischiata in una storia molto più grande di lei. Sarah scopre, infatti, di essere il frutto di un esperimento scientifico sulla clonazione umana: un affare che la porterà a conoscere le sue “sorelle clone” e rischiare insieme a loro la vita e la libertà personale.

Il riassunto della trama, che ben presto prenderà pieghe inaspettate, potrebbe risultare fuorviante. Se non vi è parso granché, non fermatevi qui: riuscire a rendere giustizia in due righe al grande lavoro che c’è dietro Orphan Black non è per niente semplice.

Iniziamo subito dal grande talento di Tatiana Maslany, corpo ed anima di Sarah e di tutti i suoi cloni, che nonostante la noncuranza di certe critica televisiva è probabilmente la migliore interprete femminile di serie tv attualmente in circolazione. Gran parte della forza di questo prodotto è diretta emanazione della sua sola ed unica mattatrice, che riesce a dare vita a personaggi del tutto diversi tra loro restando di volta in volta credibile e perfettamente a fuoco.

La caratterizzazione di queste creature a cui la Maslany dà un volto, poi, è già di suo centratissima. Ogni clone è un tipo, forse perfino uno stereo-tipo, ma non per questo un semplice strumento privo di spessore al servizio dei principali snodi narrativi. Sarah, Cosima, Alison, Helena sono le protagoniste di un racconto corale ma anche del proprio personalissimo percorso di vita, sviluppato in maniera quasi sempre perfetta.

Dico quasi perché anche Orphan Black, ahimè, ha i suoi difetti. La presenza di così tanti archi narrativi, che seguono ognuno una sorella diversa e spesso si incrociano tra loro, non è per niente facile da gestire e qualche volta si ha l’impressione che alcuni elementi vengano trascurati in favore di altri, o che la massa di eventi che si susseguono sullo schermo ogni tanto diventi troppo difficile da dipanare.

Questa sensazione è particolarmente forte nella seconda stagione, che complica notevolmente la trama piazzando diversi copi di scena e arricchendo la storia di nuovi filoni da esplorare. Una scelta coraggiosa, quella di alzare sempre più l’asticella, ma che ha pur sempre delle conseguenze: alcune delle iniziative prese nel corso dell’annata, infatti, hanno portato a dei vicoli ciechi a livello di trama. Non tutto è sempre chiaro fino in fondo e spesso, durante la visione, si rischia di restare indietro.

Questo perché, tra le altre cose, il ritmo della narrazione è davvero serratissimo e mantenerne il passo è ancora più complicato. L’assenza di punti morti, d’altro canto, favorisce il coinvolgimento attivo dello spettatore, che nel corso della puntata non può fare a meno di sentirsi in qualche modo parte delle vicende narrate. Tenere una simile andatura comunque non è da tutti, anzi, sono pochissime le serie in grado di trascinare in questo modo il proprio pubblico. Onore ad Orphan Black, quindi, per aver dato nuova linfa non solo alla fantascienza ma anche al genere action in televisione.

Ad essere curato, inoltre, è anche l’aspetto più prettamente scientifico: per quanto sicuramente imbevuta di una buona dose di fantasia e varie imprecisioni di natura tecnica, questa parte fondamentale dell’intreccio non dà mai l’impressione di essere inverosimile o incoerente. Un altro esempio di come la scrittura, in questa serie, sia sempre molto attenta.

Insomma, Orphan Black è un prodotto da recuperare senza ulteriori indugi. Incontrare delle delusioni di tanto in tanto non sarà poi così raro, ma se cercate dell’intrattenimento di qualità per la vostra estate seriale, non potete assolutamente perdervi le avventure del mitico “clone club”(preferibilmente in lingua originale).

(Francesca Anelli)

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