UN CAFFE’ A LA7: ACCORINTI E GENOVESE LE DUE FACCE DEL SUD

Sovrafatturazione e costi gonfiati, a La7 mercoledì 9 si è parlato di fondi europei e del modo in cui, in certi casi, rappresentino la base su cui si imbastiscono vere e proprie truffe.

Un caso su tutti è quello della formazione professionale che premia formatori e non occupabili. Insomma l’esatto opposto di quello che dovrebbe avvenire per logica e che succede in Paesi come Scandinavia e Germania.

Non passa che qualche istante perché si arrivi a parlare di Genovese “innocente fino al terzo grado di giudizio ovviamente”, precisa Andrea Del Monaco, esperto di fondi Europei, ospite nello studio di Paola Masciolli.

“Poiché questo è un Paese corrotto noi spendiamo male i fondi europei”.

Si parla di un ex sindaco di Messina e lo si fa alla presenza dell’attuale primo cittadino.

A Coffee Break, programma di approfondimento in onda ogni mattina sulla rete del gruppo Cairo, ieri spiccava lo stile anticonformista di Renato Accorinti, accomodato tra esperti navigati-della politica e del tema in discussione- .

“Le truffe avvelenano i pozzi della democrazia. Il danno più grosso è quando si ha il tradimento da parte di chi deve rappresentare il popolo: questo scoraggia la partecipazione perché si rubano non solo i soldi ma il futuro”, esordisce l’amministratore messinese.

“Il compito del sindaco è far partecipare i cittadini e avvicinarli alla vita politica”.

Al fianco del primo cittadino, il leader della Lega Nord Matteo Salvini, “ci sono regioni che spendono e regioni che non spendono”, polemizza cavalcando il vecchio (ma niente affatto demodè o inesatto) leitmotif del Carroccio. Perchè che ci siano realtà virtuose e altre incapaci -o addirittura disoneste- non è una novità e che spesso le prime siano collocate nel nord del Paese e le seconde nel meridione non è una menzogna infangante ma un fatto evidente.

C’è però un aminemico comune, in questo gioco delle parti, che si chiama Europa: “partecipare ad un bando è difficilissimo. Secondo me li fanno complicati apposta”, denuncia l’Europarlamentare. “La burocrazia di Bruxelles li fa così complessi per giustificare la sua esistenza in vita”. Il segretario della Lega Lombarda, per quasi vent’anni consigliere comunale a Milano, ben conosce le difficoltà che gli amministratori di Enti Locali riscontrano nel barcamenarsi tra diktat e risorse dell’UE.

Ma questo denaro come può essere impiegato? Secondo Accorinti, che denuncia l’enormità del debito della città di cui è sindaco, l’Europa deve saper rispondere ad esigenze chiare: “non facciamo troppe piccole cose, facciamone di grandi!”

E al grido di “se si sviluppa il sud migliora l’Italia”, il primo cittadino denuncia “da Napoli in giù non serve l’alta velocità basterebbe una velocità normale”.

L’Amministratore entra nel merito dei trasporti, segnalando le condizioni quartomondiste in cui versano nell’Isola (“da Agrigento a Messina ci si sposta solo in macchina o si impiegano 8 ore”).

Porti, rete ferroviaria e aeroporti sono “infrastrutture che fanno sviluppare tutto il sistema Italia e da noi sono zero assoluto. Dateci i soldi e controllateci… ma dateceli!”, tuona rivolgendosi idealmente proprio a “Mamma Europa”.

Entro il 2015 l’Italia potrà spendere 26.4 miliardi “e se non li impieghiamo l’Europa si riprende la sua parte, ossia il 50%”, spiega Alfonso Celotto, a capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico. Vanno precisati, per dovere di cronaca, alcuni dati che al lettore appariranno abnormi: il piano 2014-2020 prevede che all’Italia spettino in tutto altri 84 miliardi ma, si badi, i fondi comunitari non vengono spalmati in modo eguale in tutto il territorio. Infatti l’80% di questi va speso nelle sole regioni del meridione (tra cui la Sicilia) , per la precisione le 5 meno sviluppate (e quindi tecnicamente più bisognose). Detto ciò dovremmo sentirci in una botte di ferro. Eh no!

Tanto per cominciare non tutti i capitali disponibili vengono spesi e, secondariamente, quelli usati non sempre vengono impiegati opportunamente.

Tasse e crisi del mattone sono tra gli argomenti che si legano tra loro durante il dibattito. Notizia del giorno è che, secondo i costruttori, ci sarebbe stato un crollo di circa 60miliardi nel settore dell’edilizia.

“Le tasse per molti italiani è amaro mandarle giù. Noi, come Comune siamo obbligati a porre le aliquote più alte perché siamo in una condizione di predissesto. Ma vogliamo parlare di quanto i 600milioni di Euro inghiotti per il Ponte mai realizzato sarebbero stati meglio impiegati per la messa in sicurezza del territorio?”, chiede retorico Accorinti. “Edilizia non vuol dire cementificare: ci sono più case di quante ne servano. L’ edilizia non va fermata ma bisogna spostare il focus”.

I disastri messinesi, dalle alluvioni alle fragilità del territorio, restano crepe irrisolte a cui non sono ancora arrivate le risposte e il fatto drammaticamente “normale” per chi ci ha fatto l’abitudine viene posto in primo piano. Ma le notizie che dalla città dello Stretto arrivano alla capitale riguardano anche la battaglia contro il passaggio dei tir in città.“Come il divieto nell’ antica Roma di far circolare carri nelle città durante il giorno”, fa notare qualcuno.

“Da pacifista faccio una guerra. C’è l’alternativa del porto di Tremestieri. Chiediamo i soldi per ultimare i lavori per questa infrastruttura essenziale nell’ ottica dell’ intermodalità. Abbiamo chiesto agli armatori di non portare tir in città:per la prima volta ricevono un no secco. C’è una nuova costituzione a Messina che non mi sembra rivoluzionaria ma solo normale: al centro c’è l uomo con i suoi diritti, la sua dignità e incolumità e da questo non si prescinde. Il nostro non è un No a qualcuno ma un Si alla vita normale”.

“Per mettere in sicurezza la vita dei cittadini, un amministratore rischia di essere inquisito”, continua Salvini.. La summa è che “se infrango una regola per salvaguardare i miei cittadini lo faccio perché quella è una regola cretina”, continua. E sulle norme da rispettare o combattere se reputate inique c’è accordo tra i due vicini di poltrona.

E’ ancora il numero uno della Lega a tirar fuori il tema dell ‘immigrazione e degli sbarchi, legandolo al precedente: “il porto di Augusta è importantissimo perché è lì che parte la benzina che sostiene l’intero Paese ma per metà del tempo è impiegato per gli sbarchi dei clandestini”, risorse che andrebbero impiegate più opportunamente usando ciascuno spazio per il compito che gli è proprio, a suo avviso.

“E’ un problema di tutta l’Europa ma ce lo lasciano in Sicilia e questo non è possibile” si ribella Accorinti. “Non dobbiamo elemosinare nulla all’Europa, è un suo dovere, se non è così significa che non c’è comunità”.

Ma tra comuni e Bruxelles c’è di mezzo il Governo, la cui politica estera viene ampiamente criticata, specie per ciò che attiene il rapporto con la Germania.

Dunque, se il debito italiano è enorme e la flessibilità è un’utopia, come si può intervenire sui singoli comuni?

Ci sono priorità da rispettare quali i servizi essenziali e, nel caso di Messina, confessa il sindaco: “è una situazione imbarazzante. Stiamo lavorando al piano decennale di rientro del debito che abbiamo trovato ma non ci scoraggiamo”. E poi spunta fuori la ricetta accorintiana per dare una svolta prima di tutto culturale: “niente incarichi agli amici degli amici”. Ecco il momento giusto per tirar fuori l’asso dalla manica: “per la gestione dell’immondizia abbiamo scelto il meglio del meglio”. Fa così capolino nel discorso dell’Amministratore, Alessio Ciacci, commissario liquidatore di Messinambiente: “importiamo il meglio”, dichiara orgoglioso Accorinti e, guardando fisso Salvini, asserisce ironico:”non abbiamo problemi di razze e nazionalità”.

Una delle azioni decisive per rimettere in carreggiata gli enti locali in difficoltà è, secondo l’ospite di Palazzo Zanca, creare assoluta sinergia tra le città. Un esempio su tutti è l’esperienza diretta dell’  ATM sotto l’insegna del “ponte” Torino – Messina “perchè è importante la collaborazione tra i comuni”.

Ma quando si discute di partecipate, non menzionare atteggiamenti e atti intimidatori sarebbe come trascurare un tassello fondamentale:”intimidazioni? Si ci sono state e abbiamo risposto che noi non facciamo un passo indietro ma cento avanti”, conclude con un tributo inizialmente involontario a Peppino Impastato.

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Accorinti durante la trasmissione su La7

A noi piace la Sicilia della brava gente che vuol lavorare seriamente. Purtroppo troppa mala politica ha compiuto danni perché i voti li comprava. Come Lega sono ben contento di andarci volentieri”, sorride a denti stretti menzionando i suoi tour meridionali , Matteo Salvini  che, per tutta la durata della diretta, ad onor del vero, non sembra troppo convinto dalle parole del sindaco di Messina ma, del resto, in questi mesi, la Lega sta guadagnando parecchio terreno anche da Roma (“ladrona”) in giù e far buon viso a cattivo gioco non guasta. Chissà che presto o tardi non scompaia anche il riferimento al solo Nord dal nome del partito.

Andrea Del Monaco conclude i suoi interventi rivolgendosi direttamente all’amministratore outsider venuto dalla Sicilia: “Lei può essere la buona pratica che dimostra che il sud è quello della spesa dei fondi europei che danno diritti ai cittadini e non quello degli scandali come quello dell’inchiesta Genovese. Ci sono due Sud!”

E quando il sipario sta per calare su uno studio in cui oltre alle criticità del rapporto tra Europa e città viene fuori anche una sorta di battesimo che consacra Accorinti come una sorta di neo Harry Potter alter ego di “tusaichi” è il momento di spegnere la tv perché, di fatto, il dato più clamoroso di tutti viene sollevato da Alfonso Celotto e non lascia spazio ad altro che silenzio e amarezza.

Il Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico sottolinea che “i problemi del Sud oggi sono gli stessi dei tempi dell’Unità D’ Italia: la relazione al Parlamento Sabaudo del 1862 di Costamagna e Massari evidenziava le stesse problematiche odierne”.

E, francamente, dopo una verità simile sbattuta in faccia ad un qualunque siciliano orgoglioso in ascolto, alle 10.30 del mattino, l’unica cosa da fare è lasciarsi alle spalle il televisore e proseguire la giornata con un senso di immensa frustrazione addosso perché in fondo, nel cuore di tutti c’è sempre una macchietta di speranza che qualcosa cambi ma è grande la chiazza di terrore che nel nostro caso avesse ragione Tomasi di Lampedusa. (@Eleonora Urzì)

QUI il video della puntata

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