STRAGE VIA D’AMELIO, L’UNIME RICORDA BORSELLINO CON ALFANO

Ventidue anni fa perdeva tragicamente la vita, nella strage di Via D’Amelio, Paolo Borsellino, gigante della lotta antimafia. Questa mattina l’Università degli Studi di Messina, alla presenza del Ministro dell’Interno Angelino Alfano, lo ha voluto ricordare tramite una cerimonia commemorativa ricca di tanti ospiti e interessanti spunti di riflessione. L’iniziativa è stata infatti anche l’occasione, come affermatoo in apertura il Magnifico Rettore Pietro Navarra, per presentare il “Centro Studi e ricerche sulla criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politico-amministrativa” e, nell’ambito delle attività del centro, i master di primo e secondo livello in “Prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso, della corruzione politica-amministrativa. Amministrazione e gestione dei patrimoni confiscati alla mafia”.

A prendere la parola sono stati anche gli altri convitati, ovvero Nicola Fazio, Presidente della Corte d’Appello di Messina, che ha mostrato interesse e apprezzamento nei confronti di un’iniziativa di formazione necessaria; Giovanni D’Angelo, Procuratore Generale della Repubblica di Messina, il quale ha sottolineato come la scuola e l’università svolgano un ruolo importante nella lotta al fenomeno mafioso, ricordando ai presenti che lo Stato non ha mancato nel rispondere a cosa nostra tramite il DL 159 2011, seppur esista una devianza ancora più becera della cultura mafiosa, ovvero la corruzione istituzionale; Antonino Totaro, Presidente del Tribunale di Messina, che ha evidenziato come i master di formazione siano un opportunità occupazionale oltre che un’ottima formazione didattica, mista a esperienza pratica, destinata a creare figure professionali e competenti nella gestione dei beni confiscati alla mafia dalle quali lo stesso tribunale potrà attingere; Francesco Celona, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina ed Enrico Spicuzza, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Messina, i quali hanno posto all’attenzione del Ministro la necessità di un secondo palazzo di giustizia in città e le nefaste conseguenze dell’accentramento degli uffici giudiziari nel territorio, scelta considerata non conforme al principio di legalità.

Nella seconda parte della mattinata poi si è tenuta una tavola rotonda moderata da Antonio Saitta, Prorettore alla Legalità, trasparenza e processi amministrativi dell’Ateneo, alla quale sono intervenuti Luigi Chiara, Docente di Storia Contemporanea, nonché coordinatore dei master dei quali ha illustrato le linee guida e Giovanni Moschella, direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e Storia delle Istituzioni dell’Ateneo peloritano e Presidente del “Centro Studi e ricerche sulla criminalità mafiosa e sui fenomeni di corruzione politico-amministrativa”,  intento a sottolineare che in un momento in cui ogni istituzione deve svolgere un ruolo nell’azione di contrasto alla mafia, l’Università fa la sua parte con questi master e infine previsto anche l’intervento di Liliana Todaro, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, che ha ricordato la passione del giudice Borsellino per il suo lavoro, nonostante la consapevolezza dei rischi.

A concludere l’evento, davanti ad una platea composta da numerosi esponenti del panorama politico cittadino e dal Sindaco Renato Accorinti, proprio Angelino Alfano, che oltre a ricordare anche le vittime della scorta della tragedia di Via D’Amelio (“il dolore delle famiglie della scorta non è minore di quello della famiglia Borsellino”), ha definito i master moderni e scientificamente utilissimi, congratulandosi con l’Università di Messina e tracciando un profilo sull’attività di gestione dei cosiddetti  fondi dormienti, ovvero tutto quel denaro liquido confiscato a esponenti della malavita che viene riversato in un fondo giustizia (conto corrente statale) per finanziare tutte le attività di contrasto alla mafia.

I master istituiti presso l’Ateneo peloritano, i cui bandi saranno pubblicati prossimamente, offriranno un contributo nella diffusione della cultura della legalità e fornirà strumenti utili a contrastare i fenomeni mafiosi e di corruzione. Conoscenze che consentiranno anche di affrontare problematiche particolarmente attuali, come la gestione dei patrimoni confiscati.
Il tutto, grazie a una sinergia tra l’Ateneo e le istituzioni locali. I corsi si rivolgono a giovani laureati, amministratori e dipendenti di Enti pubblici, operatori di pubblica sicurezza, operatori del volontariato e associazionismo antimafia ed a tutte le figure professionali (avvocati e commercialisti) che siano interessati ad approfondire i temi trattati dal corso e acquisire competenze
 necessarie a proporsi come operatori specializzati nelle attività di contrasto e prevenzione del crimine organizzato e della corruzione presso enti pubblici e associazioni non governative.

@RobertoFazio

 

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