GEORGIA LEE, NON SOLO “TOP DJ” (PODCAST)

Si è fatta notare durante il programma “Top Dj”, format firmato YAM e andato in onda su Sky dal 13 Maggio per ben 8 puntate,  ma George Lee era già una delle artiste più in vista della scena underground romana, prima ancora di ricevere apprezzamenti da giudici d’eccezione come Albertino, Stefano Fontana e Lele Sacchi.

Musicista, producer, ideatrice dell’evento “I Am Seexten” (la scorsa stagione proposto al Centro Multiculturale Officina), dj residence dell’evento “Amigdala”  e al “Circolo degli Artisti” di Roma, anche cantante nella electropop band “Eletronoir”,  possiamo considerare Georgia Lee una vera stacanovista della consolle e della musica.

Vive a Roma ma è originaria di Messina, tanto da definirsi una “siciliana DOC”,  per questo motivo noi di “Musiclife” abbiamo deciso di contattarla per scambiare quattro chiacchiere sul mondo della Club Culture oltre ad approfondire alcune dinamiche che stanno dietro il programma ideato e condotto da Albertino .

Partiamo dalla fine, o meglio, dalle tue ultime dichiarazioni dopo la puntata che ha sancito la tua eliminazione da Top Dj : “A volte alcuni artisti hanno bisogno di tempo per essere metabolizzati. Comunque sono contenta di andare via con il mio sound e la mia impostazione”.  Cosa è stato, quindi, per te il reality “Top Dj” oltre che un contesto che ha messo in mostra il tuo sound ?

Top dj, oltre ad essere stata un’esperienza formativa sia professionalmente che umanamente, mi ha dato l’opportunità di portare una parte di me ad un pubblico più vasto. Molti hanno apprezzato, ricevo migliaia di mail da persone che sono interessate al mio profilo artistico, persone curiose, molto simili a me, che sono andate anche oltre “Georgia Lee di Top Dj”, ascoltando e cercando di capire anche il mio background. Ciò è avvenuto proprio perché ho mantenuto il più possibile la mia identità, pur avendo spaziato molto tra diversi generi ed è passato il messaggio di un’artista “solida”. Il Format non mi ha imposto nulla e mi ha lasciata libera di esprimermi, chiaramente rispettando le dinamiche di un contesto televisivo e questo è stato molto bello, come ad esempio la possibilità che ho avuto nell’andare in onda su Radio Deejay settimanalmente con i miei mix, un’opportunità meravigliosa che mi sta dando tanto. Credo che “l’errore” più comune commesso da chi partecipa a programmi di questo tipo sia quello di plasmarsi perdendo la propria identità per raccogliere consensi da parte del pubblico. Questo paga, ma fino ad un certo punto. Nel mio caso, provenivo da un’esperienza decennale di clubbing e da un percorso musicale iniziato ancora prima ben definito, che prosegue e continuerà a farlo anche dopo top dj, per cui sarebbe stato inutile propormi per quella che non sono e che probabilmente non potrei mai essere. Non significa che io sia chiusa nei confronti di diversi generi musicali, anzi, ascolto, suono e produco brani molto diversi tra loro, ma lo stimolo deve arrivare prima di tutto da me, non è qualcosa che faccio per compiacere gli altri. Che poi dovrebbe essere il presupposto di tutti gli artisti. Ogni forma d’arte nasce da un’esigenza interiore di comunicazione ed espressione. Se poi incontra consensi ben venga, ma deve rendere soddisfatto prima di tutto te.

 

Dj resident al Circolo degli Artisti di Roma, producer ed ideatrice dell’evento “I Am Sexteen” (che hai presentato anche qui a Messina al Centro Multiculturale Officina), spazi dalla Tech House alla Disco, ma hai anche un forte spirito rock, da dove è nata la passione per la consolle e quali sono i tuoi punti di riferimento?

Come dicevo, non ho pregiudizi sui generi musicali, ascolto moltissima musica e mi piace molto spaziare. Non importa che un brano sia più commerciale di un altro o che sia dello stesso genere per piacermi. L’importante è che sia bello e che mi trasmetta qualcosa. Conosco persone che si chiudono in certi contesti musicali e discriminano tutto il resto perché credono che questo denoti una “forte personalità”; trovo invece che sia sinonimo di una grande insicurezza. Ci sono brani commerciali prodotti benissimo e con degli ottimi sound, come brani underground orribili e viceversa. C’è il jazz fatto bene e quello fatto male, il bluesman scarso e quello bravo. La differenza la fa solo la qualità, non il genere. Per questo posso dirti che musicalmente gli unici punti di riferimento che ho sono il cuore e l’orecchio.

Tanto per non farti mancare nulla canti e suoni nella synthpop band Eletronoir.  Due risvolti della stessa medaglia o per te ci sono delle nette differenze tra il suonare dietro una consolle e lo stare sul palco con una band?

Sono mondi completamente differenti. Per questo i musicisti se la prendono quando un dj usa il termine “suonare”! Il lavoro della band richiede un impegno comune, prove, tempi di produzione lunghi (oserei dire biblici, nel nostro caso!). Il lavoro del dj, esclusa la parte di ricerca del sound che per me è fondamentale, è più d’impulso. Difficilmente un dj sa già cosa suonerà durante una serata (per lo meno io in genere valuto che direzione prendere in base al pubblico che ho davanti). Inoltre nel mio caso con la mia band canto e suono i sintetizzatori, per cui è un tipo di approccio molto diverso.

 

Domanda bastarda: nella borsa devi portarti un solo disco, quello della vita, quale scegli ?

Closing Time, di Tom Waits.

Come vedi l’evoluzione della figura del Dj da semplice “intrattenitore” a “icona”, pensi anche tu che ormai è il Dj la vera “rock star” degli anni 2000 ?

Non saprei darti una risposta precisa; credo sia opportuno lasciare spazio alla libera interpretazione della figura del deejay! Io credo che il dj sia un interprete, che attraverso brani di altri, sapientemente ed accuratamente accostati riesca a valorizzarne le potenzialità e la validità. I miei dj set sono spesso un viaggio armonico o comunque seguono un filo logico che decido sul momento. Non mi sento una rockstar, non è questo il mio obiettivo, solo far incuriosire le persone, stimolarle e stimolarmi. Devo tornare a casa soddisfatta dopo un set.

 

Dai vinili ai cd fino al mp3, come in ogni ambito musicale la tecnologia cammina a passi da gigante. Come ti poni davanti a questa tematica, sei del partito “avanti con la tecnologia” o pensi che quel maledetto tasto “sync” stia rovinando un po’ la “magia”, soprattutto alle nuove generazioni?

Le nuove tecnologie aiutano, soprattutto perché sempre piu’ spesso ci troviamo ad essere chiamati ad esibirci in posti poco attrezzati, per cui è giusto che se si decide di intraprendere questa professione e di viverci ci debba disporre anche dei diversi software che permettono di perforare anche laddove non sarebbe possibile farlo per motivi tecnici. Io uso i cd, ho iniziato con quelli e mi trovo bene, ma mi piacerebbe in breve tempo passare solo al vinile, cosa che per problemi di spazio in casa non ho ancora fatto. I software sono pratici anche per svolgere dei lavori in casa o fare dei pre ascolti se si necessita di costruire un buon mixtape ed in casa non si dispone di cdjs o piatti. La parla synch non è nel mio vocabolario e non credo vi entrerà mai! Credo che nulla rovini nulla..se non sei in grado di mixare, di scegliere i brani, di approcciare la pista, non sai farlo nemmeno con il synch o altri trucchetti.

 

Molti non sanno che sei nata a Roma ma sei di origini sicule, visto che la tua famiglia è originaria di Messina. Che rapporto hai con la nostra città e con la Sicilia, ti senti un po’ siciliana ?

Certo! Passo quasi tutte le estati a Messina ed è una città che amo. Ho un rapporto splendido da sempre con la città, a volte sottovalutata, e spero di poter continuare a portare il mio contributo artistico oltre che finanziario (mi riferisco a tutti i soldi spesi in granite, focacce e braciole varie!)

Siamo ai saluti ormai, grazie per la tua disponibilità e cortesia, è stato veramente un piacere. Un’ ultima curiosità che rimane tra noi e i lettori di “Musiclife”…  Sei fidanzata con un musicista ( e te pareva…), anche ottimo chitarrista (che noi di messinaora conosciamo bene). Mi chiedevo:  ma tra un chitarrista e un Dj, in casa,  chi sceglie la musica ?

Quando siamo insieme di solito ci piace suonarla la musica, ma in linea di massima avendo gusti musicali abbastanza simili cerchiamo di venirci incontro sugli ascolti!

 

Se volete rimanere in contatto con il mondo di Georgia ecco alcuni link utili:

Facebook  –  Soundcloud

Good vibes !

 

Francesco Algeri (@fralgeri)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it