PROFUGHI TRUCIDATI DOPO ESSERE PARTITI CON I 561 SBARCATI A MESSINA, 5 ARRESTI PER OMICIDIO PLURIMO

Arrestati dalla Squadra Mobile con l’accusa di omicidio plurimo aggravato 5 cittadini extracomunitari, sospettati di essere i responsabili della morte di decine di profughi partiti, ma mai arrivati, con i 561 sbarcati a Messina domenica scorsa. I racconti agghiaccianti di chi ce l’ha fatta hanno permesso la loro individuazione.

Sono un palestinese, un arabo saudita, un siriano e due marocchini gli uomini che le indagini condotte a tempo record dagli investigatori della Squadra Mobile indicherebbero come i possibili responsabili della morte di decine di profughi partiti dalle coste africane con i 561 sbarcati a Messina a bordo della Torm Lotte. Si tratta di Mhamed Morad AL FALLAH, 21 anni, nato a Damasco, operaio; Youssef DAHMAN, 20enne nato a Fes (Marocco); Abdrzakc ASBAOUI, 25 anni, nato a Bnimlal (Marocco); Saddam ABUHDDAYED, 24enne, nato a Khanyounis (Palestina), commerciante; Jamal RAJEB, 32enne nato in Arabia Saudita, imbianchino.

Le testimonianze tra chi su quel barcone c’era e ce l’ha fatta concordano sulle modalità con cui decine di profughi sono state ammassate all’interno della stiva del barcone e chiuse dentro.

E’ stata tolta la scala interna e chiusa la porta dall’esterno eliminando così l’unica presa d’aria alla stiva. In pochi minuti il calore è diventato insopportabile e l’aria irrespirabile a causa dei gas di scarico del motore. La disperazione ha spinto quindi i prigionieri a forzare la porta e salire in coperta dove si è consumata la tragedia.

In tanti raccontano dei cinque arrestati, tra cui un imbianchino, un operaio ed un commerciante, che, scegliendo a caso le vittime, già in coperta o emersi dalla stiva, uomini o donne che fossero, hanno ucciso un numero che si aggira intorno alle 60 persone, poi buttate in mare.

I sopravissuti hanno visto i corpi di connazionali, amici e parenti, accoltellati o storditi a mani nude, scomparire in mare. Impotenti perchè minacciati a non muoversi, pena la stessa sorte.

I cinque arrestati, sbarcati in Sicilia, hanno provato a farla franca, nascondendosi tra i profughi accolti a Messina. Tre di loro hanno poi cercato di scappare ma sono stati bloccati dai poliziotti, pronti a partire con in tasca un biglietto del pullman per Milano.

Adesso, hanno raggiunto in carcere a Gazzi i tre cittadini di nazionalità tunisina arrestati domenica per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 

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