DIRETTORE ARTISTICO RIDUCE IL LAVORO DEGLI ORCHESTRALI E LORO LO FANNO FUORI DAL GRUPPO FACEBOOK

Giovanni Renzo è uscito dal gruppo. Non di rock si parla, ma di musica classica. Ed è l’epilogo di un rapporto di amore ed odio tra i musicisti che da anni gravitano attorno al Teatro Vittorio Emanuele. Lontani i tempi in cui l’attuale direttore artistico aveva al suo fianco tutti i maestri d’orchestra, oggi, per lui, il virtuale benservito. Forse è la prima volta che accade. Di certo si tratta di una rivendicazione sindacale che non ha precedenti in città. Nell’era del social network anche l’appartenenza ad un “gruppo” può essere un atto di coerenza. Così, poco dopo la presentazione della nuova stagione teatrale e musicale del Teatro Vittorio Emanuele desta stupore la scelta di “eliminare” dal gruppo “Salviamo l’orchestra del Vittorio Emanuele” che ha accomunato nel corso di questi ultimi anni orchestrali, giornalisti, e cittadini che a vario titolo hanno sposato la battaglia condotta dai musicisti.

A motivare la decisione Giampiero Cannata, uno dei fondatori del gruppo e da sempre in prima fila nelle manifestazioni che hanno segnato gli ultimi due anni del Teatro e che così scrive:

“La prossima stagione musicale prevede solo 22 giornate lavorative, per un totale di 4 concerti più una collaborazione con la prosa per uno spettacolo di Enzo Iacchetti. A lavorare saranno gruppi formati da 24 orchestrali fino un massimo di 34, non ci sarà più opera lirica e sinfonica, o balletto classico, solo collaborazioni con artisti del jazz (Paolo Fresu) , della musica leggera (la cantante dei MattiaBazar) , un concerto dedicato al cinema muto, e un altro sotto natale con overture sinfoniche, da quello che ci comunicano (spero vivamente che sia tutto falso) a lavorare dovrebbero essere solo chi degli aventi diritto in base alla graduatoria pubblica, aderirà ad una nuova associazione, cui stanno collaborando circa 15 colleghi, che di fatto hanno già un posto di lavoro fisso. Il resto dei circa 35 orchestrali, composti in parte da disoccupati, e da persone che nonostante il loro lavoro fisso, lottano affinchè la nostra orchestra abbia riconosciuto quello che nel tempo si è guadagnata sul campo, ha deciso di delegare il proprio legale per le questioni amministrazione e si riserva di tutelare il proprio diritto nelle sedi opportune. Detto questo e visti i fatti, ritengo che la permanenza in questo gruppo dell’attuale direttore artistico Giovanni Renzo non sia più compatibile con la nostra battaglia, auguro a questo collega di godersi i suoi meritati 32.000 annui”. (@pal.ma.)

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it