PD: NESSUNA AFFINITA’ ELETTIVA TRA LE DIVERSE ANIME, E SULLE UNIONI CIVILI DAVID “IO VOTO NO”

E fu così che la conferenza stampa organizzata dalle “diverse anime del Pd” si trasformò in una bagarre proprio perché di anime ce n’erano troppe. Obiettivo dell’incontro voleva essere mettere in luce, ancora una volta, l’esigenza di un organico concreto che coadiuvi i diversi sentire e sappia porre quelle linee guida che nel partito messinese “sembrano” ignorate.

Su piccoli e grandi temi non c’è accordo alcuno e così la mano destra e la sinistra del corpo democrat agiscono in modo disgiunto se non addirittura antitetico. La “tavola rotonda” della sala ovale vede l’uno di fianco all’altro da Palano Quero a Domenico Siracusano, da Giuseppe Santalco ad Armando Hyerace, da Liliana Modica a Giacomo D’Arrigo da Giuseppe Grioli ad Alessandro Russo, da Piero a Paolo David che in comune hanno solo il cognome evidentemente.

Infatti, quando arriva il turno del capogruppo in consiglio comunale, gli animi si accendono e la bagarre ha inizio. “Questa è totale assenza di politica: da dopo le elezioni è mancato del tutto qualsivoglia indirizzo; da ottobre, poi, rimaniamo in attesa del segretario congelato. Questo è il quadro”, commenta a caldo il Presidente della 4^ circoscrizione. ” I temi caldi che sono primari per l’opinione pubblica (unioni civili, tir, isola pedonale), e tecnicamente sono battaglie nostre- ripete più volte, pleonastico- li abbiamo consegnati all’amministrazione nonostante ciascuno di noi, per storia e pratica, le abbia fatte proprie nel tempo. Gli eletti del partito non possono essere sconnessi rispetto alla base”. Temi caldi in merito ai quali, il numero uno del IV quartiere, auspica ci si potrà confrontare seriamente e a breve: ” Durante quello che sarà un congresso futuro che speriamo si realizzerà presto”.

Intervenuti David e Santalco (che anche in quest’occasione si veste da mediatore), si dà il via alla polemica relativa ad un confronto che in sei mesi non ci sarebbe stato.”Li si è esortati a recedere da un indirizzo che è sconnesso rispetto al sentire della gente e con la linea del partito e mi si dice che non li ho mai chiamati? Ma scherziamo?”, prosegue Palano Quero. “In questo tempo ho invitato a tutti i tavoli tecnici il presidente del consiglio comunale, formalmente e informalmente. Lei rappresenta tutto il consiglio. Non l’ho fatto da dirigente di partito ma da presidente di consiglio di circoscrizione: non mi si può dire che non si è cercato il dialogo. La verità é che non si voleva il dialogo.”

E se l’obiettivo odierno era quello di esplicitare, qualora non fosse stato chiaro ai più, il discrimen tra “gli uni e gli altri” (tema al quale, in passato abbiamo già ampiamente dato spazio) in casa Pd, questi distinguo sono apparsi lapalissiani ancora una volta. I democratici che, evidentemente, qualche problemino di comunicazione e confronto intestino lo hanno, sembrano aver la brutta abitudine (brutta per se stessi) di approfittare degli appuntamenti con la stampa per sottolineare una disunione palese e sempre maggiore.

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Paolo David (capogruppo Pd Comune)

“Non è uno scontro: io ho voluto chiarire la mia posizione”, risponde Paolo David. “Come Partito Democratico siamo contrari ai tir,contrari a quell’isola ma favorevoli all’isola pedonale; ma confrontiamoci, parliamone, discutiamone insieme. Abbiamo avanzato una proposta che eventualmente siamo pronti a cambiare se non dovesse andar bene. Fermo restando che le isole pedonali si fanno nei centri storici”.

Come si direbbe in gergo social le uscite sembrano piuttosto “off topic”, quindi si rientra nei cardini della discussione originaria: “Oltrepassato questo problema nel partito, dico alle anime giovani, confrontiamoci ma prima di intraprendere un percorso, non dopo. Cerchiamo i consiglieri, i capigruppo, i responsabili, ci sediamo ad un tavolo e decidiamo che linea seguire. Perché non si può andar contro Cucinotta che ha preso un’iniziativa se loro non dicono prima qual è la loro posizione”, continua David il quale sottolinea che fino ad oggi i “giovani”(come li chiama lui) non hanno mai chiesto un incontro e che l’unico organizzato, si qui, è avvenuto dietro sua richiesta.

Spiace che ogni volta che si riunisce il gotha del Pd, i temi all’ordine del giorno, lascino il posto agli scontri; ma il dovere di cronaca impone di raccontare quanto le spaccature mai sanate si allarghino e insanguinino sempre più (che poi è proprio quanto i “giovani” volevano mettere in luce per l’ennesima volta).

Anche Daniele Zuccarello chiede ai colleghi presenti di non impantanare il dialogo su temi specifici (“non focalizziamoci solo su tir o isola”), invitando ad un maggiore dialogo tra i rappresentanti in consiglio comunale e tra le diverse “anime del partito”.

Ma se queste benedette anime sono così diverse, così come si rimarca da oltre un anno instancabilmente, sará mica arrivato il momento di operare una differenziazione più netta?

La chiusura della conferenza stampa arriva dopo l’intervento di Giuseppe Santalco che si dice “onorato di essere entrato a far parte del Pd, un partito aperto al dibattito, al confronto” e, guardando a chi ha meno capelli bianchi di lui, con tono paterno chiude: “Giacomo, Ciccio -chiama tutti per nome in pieno Renzistyle- il futuro è vostro e non possiamo andare avanti con queste contrapposizioni di appartenenza. L’Isola ci sta distraendo sul futuro di questa città: ci sono temi primari che vanno dalla città metropolitana all’autorità portuale”.

Non possiamo omettere che nel frattempo Palano Quero, Modica e Siracusano avevano lasciato il tavolo, (probabilmente) per sbollire i nervi post intervento di David, seduti a margine della sala. Così come non si può evitare di dire che le pacate parole del capogruppo di Felice Per Messina hanno suscitato non pochi sorrisi “sotto i baffi” -lasciando impassibile Hyerace al quale va rivolto un plauso per l’imperturbabilità-, del resto il passato di Santalco è noto:  e uno dei fondatori di Forza Italia vestito da mediatore nella famiglia Pd, in questo caso, non piace a qualcuno. Compreso a chi, pochi giorni fa, aveva avuto modo di rispondere che da un democrat “dell’ultima ora” non avrebbe accettato insegnamenti (libera parafrasi).

Ma, in fine, su questi temi bollenti come si comporterà il consiglio, per la parte dei membri del centro-sinistra? “Noi votiamo secondo coscienza”, chiarisce Paolo David a Rosario Duca, presidente dell’arcigay ormai resident a Palazzo Zanca nell’attesa si discuta il registro per le unioni civili, all’odg da più di un mese e, regolarmente, scalzato da altre “priorità” dall’ aula.

“Come puoi dire che voti secondo coscienza?”, lo insegue il leader locale del movimento arci, “quindi vai contro la linea del partito? Sei incoerente!”. E a David non va giù l’attacco al quale risponde “ah sì? E io voto contro!” (@Eleonora.Urzì)

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