LA DONAZIONE DI ORGANI NEI TUOI PENSIERI: VENTI ANNI DOPO L’EFFETTO NICHOLAS

Non poteva mancare Messina nel viaggio, tutto italiano, che in questi giorni ha visto il sig. Green, il papà di Nicholas, in giro per l’Italia per ricordare il figlio.

Una scelta voluta e ben definita – quella di ritornare nell’ospedale in cui venti anni fa venne eseguito il prelievo – per dare forza e concretezza a tutto ciò che per lui in questi anni ha rappresentato sempre una ragione di vita: promuovere iniziative per focalizzare l’attenzione sulle donazioni e i trapianti di organi. E così è stato. Il sig. Green ha continuato ad emozionare con la sua costante e significativa testimonianza.

Lo ha fatto con parole semplici, di fronte a una platea eterogenea composta da professionisti, operatori sanitari, docenti, studenti, associazioni di volontariato.

Il direttore generale dell’AOU G. Martino, il dott. Restuccia, ha consegnato al Sig. Green una targa ricordo a nome dell’Azienda Ospedaliera per esprimere la gratitudine che il policlinico di Messina continua a nutrire nei suoi confronti.

“Ogni anno, ha sottolineato il sig. Green, migliaia di famiglie in tutto il mondo donano gli organi. Il loro dolore è identico al nostro. Ce ne sono alcune qui oggi. Molte – comprensibilmente – dicono ‘no’. La morte cerebrale è di solito una morte improvvisa – magari per un incidente d’auto, un colpo, o a causa della violenza come nel nostro caso. Non si è preparati a questo.

Eppure viene richiesto di prendere una decisione irrevocabile su qualcosa cui magari non si è mai seriamente pensato prima. È troppo per molte persone: alcuni rifiutano e se ne rammaricano per il resto della loro vita.

Il modo di affrontare questo è, allo stesso tempo, chiaro: abbiamo bisogno di mettere l’idea della donazione degli organi nei pensieri delle persone quando la morte è ancora un concetto distante”.

La donazione come opportunità, dunque, un principio richiamato in modo forte e diretto anche dal coordinatore regionale del Centro Regionale Trapianti dott. Vito Saracino che nel suo intervento  ha tracciato un quadro sulla situazione attuale in Sicilia, ribadendo l’importanza di un sistema che per crescere necessita di essere sostenuto, soprattutto con l’impegno e la collaborazione delle realtà istituzionali deputate a farlo. In Sicilia in questo momento si registra un tasso di opposizione superiore al 50% contro una media nazionale del 30%. Le motivazioni non sono da ricercare negli aspetti culturali, quanto piuttosto nella gestione e organizzazione di tutti quei servizi che solo se ben strutturati e potenziati possono contribuire a fare la differenza.

 

All’incontro hanno partecipato il Magnifico Rettore dell’Università di Messina, Prof. Pietro Navarra, il direttore generale dell’AOU G. Martino, dott. Marco Restuccia, il direttore sanitario, dott.ssa Giovanna Volo,  il prof. Antonio David, direttore UOC di Anestesia e Rianimazione, il coordinatore locale donazione organi dell’AOU, dott. Francesco Puliatti. L’obiettivo è comune ed è quello di lavorare in sinergia affinché d’ora in poi si possano programmare attività concrete, tese a favorire un reale processo di crescita in questa direzione.

Per capire l’importanza del dono, ha detto Gaetano Alessandro, il paziente che ha raccontato la sua esperienza di trapiantato,basta mettersi dall’altra parte: non ci viene chiesto solo di vestire i panni del donatore, ma anche di colui che potrebbe ricevere e questa prospettiva fa cambiare tante cose. 

 

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