Isola pedonale, Sel: “Avviare immediato confronto con Consiglio comunale per nuova ordinanza”

Dopo l’ordinanza del Tar che sospende l’isola pedonale messinese a piazza Cairoli, Daria Lucchesi, coordinatrice provinciale di Sel Messina, e il responsabile dell’organizzazione, Giuseppe Gazzara, hanno promosso, ieri, sabato 8 novembre, quella che loro definiscono “una animatissima mobilitazione pro isola”.

“La mobilitazione – sottolineano gli esponenti di Sinistra Ecologia Libertà – è stata molto partecipata, e non solo dai militanti di Cambiamo Messina dal Basso e dagli assessori Cacciola e Panarello, ma soprattutto dai tanti giovani e dalle tante famiglie che ci hanno trasmesso la loro approvazione e il loro sostegno. Crediamo che dopo l’istituzione dell’isola pedonale a piazza Cairoli, questa città abbia guadagnato in civiltà e qualità della vita. In molte città del mondo si sta attuando la politica di incremento delle aree in cui vige il divieto di traffico, al duplice scopo di diminuire l’inquinamento atmosferico e di rendere più agevole la circolazione dei pedoni nelle aree a più alta densità commerciale. Noi diciamo si all’isola perché apporta un miglioramento nella vivibilità della città, in linea con le nostre idee di salvaguardia dell’ambiente, garantendo minori emissioni di inquinanti in atmosfera e un ridotto tasso di incidenti stradali”.

“Adesso – proseguono – come Sel Messina, intendiamo lanciare delle proposte concrete: prima di tutto un immediato confronto con il Consiglio comunale, in modo che si creino le condizioni per emanare una nuova ordinanza che istituisca una nuova isola pedonale. Inoltre, ascoltando diversi commercianti, che lamentano la poca attrattiva dell’isola stessa, noi proponiamo che venga istituito subito un tavolo tecnico, fatto da ingegneri, architetti e operatori culturali,  per organizzare al meglio le iniziative all’interno dell’isola pedonale, coinvolgendo gli stessi commercianti. Appare inutile creare un clima di scontri ideologici perché la città di Messina è stanca di pagare il prezzo di una cattiva gestione. Adesso – concludono – la decisione spetta al Consiglio comunale, se voglia o meno ascoltare la cittadinanza”.

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