Servizi sociali, Comune trova i soldi ma rispunta fuori la Tasi. Cisl e Uil: “Ora Consiglio faccia la sua parte”

Eloquente striscione dei lavoratori

Trecentocinquantamila euro dal fondo di riserva per proseguire il servizio sino al 30 novembre. 600mila euro dall’extra gettito della Tasi, 70 mila dalla rimodulazione della Tasi stessa e 500mila dalla rimodulazione dei mutui con la Cassa Depositi e Prestiti, per consentire al settore dei servizi sociali di prendere fiato sino al 31 dicembre. Palazzo Zanca raschia il fondo del barile e reperisce le somme necessarie per la proroga dei servizi. Ma la guardia – avvertono i sindacati – resta alta.

“Apprezziamo la buona volontà – spiegano Calogero Emanuele e Saro Contestabile, della Fp Cisl, e Giuseppe Calapai e Laura Strano, della Uil Fpl – ma non possiamo adagiarci sugli allori. Se infatti i 350mila euro reperiti mediante il fondo di riserva sono immediatamente spendibili, per utilizzare le altre somme sono necessarie le delibere dei rispettivi organismi, Giunta e Consiglio comunale. Ciò significa che l’amministrazione deve agire e in fretta. Ecco perché, pur smobilitando il presidio, manterremo lo stato di agitazione, per mantenere alta la guardia e far sì che vengano rispettati gli impegni assunti”.

Alta la guardia anche su Casa Serena; “Lungi dal commentare le ultime indiscrezioni apparse sulla stampa, per evitare ulteriori strumentalizzazioni – aggiungono Emanuele, Contestabile, Calapai e Strano – riteniamo che la proroga debba essere estesa anche ai servizi offerti da Casa Serena, una struttura perfettamente in grado di continuare ad ospitare anziani e svolgere regolarmente la propria attività”.

“Un ringraziamento particolare – concludono Emanuele, Contestabile, Calapai e Strano – va agli agenti e ai funzionari della Digos, che pur in un clima di palpabile tensione, hanno saputo gestire le diverse criticità con grande professionalità, evitando che si verificasse il peggio”.

Chiaro il riferimento alla giornata di ieri, in cui è stato proclamato lo sciopero dei servizi sociali di Messina da parte di tutti i sindacati confederati. Lo stato confusionale ha regnato, tuttavia, sovrano, con l’assessore Nino Mantineo che prima ha illustrato a Messina Ora le intenzioni del Comune e poi ha dimenticato l’auto. Un dipendente storico di Casa Serena ha nel frattempo minacciato di lanciarsi giù dal tetto di palazzo Zanca e Clara Crocè, della Fp Cgil, ha chiesto la testa dello stesso Mantineo e dell’intero Consiglio comunale qualora non si fosse giunti a una conclusione soddisfacente.

 

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