Rete ospedaliera siciliana, Picciolo: “Balletto politicamente inaccettabile, Pdr non convinto dell’ultima bozza”

“Non siamo per nulla convinti dell’ultima bozza programmatica che riorganizza la sanità in Sicilia, purtroppo più volte rimodulata nonostante gli impegni precisi assunti dalla commissione Sanità itinerante con chi opera nei territori; si tratta di un balletto, politicamente inaccettabile, di cui dovrà farsi carico, suo malgrado, l’assessore Borsellino che non potrà continuare a chiedere sacrifici ai siciliani dopo quelli già fatti per evitare alla Regione di pagare allo Stato ulteriori 800 milioni di euro che poi si trasformeranno in un taglio di altri 400 posti letto (in assenza di una programmazione chiara e trasparente)”. Lo affermano Giuseppe Picciolo e Salvatore Lo Giudice, deputati regionali del Patto dei democratici per le riforme – Pdr – e componenti della commissione Sanità dell’Ars. Una vicenda che interessa molto da vicino Messina e, in particolare, l’ospedale Piemonte.

“Con il piano sanitario regionale elaborato dagli assessori Russo e Borsellino – proseguono – abbiamo già dato prova di essere una Regione virtuosa. Oggi siamo noi, a nome dei siciliani, che chiediamo a Roma di essere coerente, emanando direttive chiare per permettere di creare sul territorio una sanità di qualità senza distruggere i presidi di primo intervento che non raggiungono i livelli altissimi imposti da un legislatore nazionale miope e facilone”.

Intanto, sulla spinta della sentenza del Consiglio di Stato, i termini applicativi del decreto Balduzzi sono stati posticipati di un anno e diventa quindi il 31 dicembre 2017 la data entro la quale portare a termine la riorganizzazione della rete ospedaliera. “Abbiamo ribadito ieri e lo ripeteremo stamani in commissione – continuano Picciolo e Lo Giudice – che vogliamo conoscere in maniera inequivocabile i criteri precisi in base ai quali verranno applicati i tagli alle piccole strutture ospedaliere in odore di diventare ‘ospedali di comunità’. Noi, come Patto dei democratici per riforme, siamo fermamente contrari ad accentrare in megastrutture la sanità e siamo anzi convinti che questa scelta nazionale non servirà a ridurre i costi, quanto piuttosto a creare solo una sanità di Serie A ed una di Serie B”.

Con l’applicazione integrale del decreto Balduzzi i siciliani rischiano di non aver convenienza a curarsi in Sicilia perché avranno solo strutture centralizzate e dovendosi comunque mettersi in “viaggio” guarderanno l’offerta sull’intero territorio nazionale, alimentando così quella spirale negativa dei viaggi della speranza verso le strutture del Nord, che appaiono oggi più efficienti. Questa la convinzione dei due deputati del Pdr, che aggiungono: “Esiste invece la possibilità, rimodulando seriamente la rete ospedaliere regionale, di applicare il decreto Balduzzi con tagli non lineari, colpendo le sacche di vera inefficienza e lasciando in vita tutte quelle strutture che sono vitali per il territorio e che dovranno però dimostrare di fornire all’utenza una sanità di grande qualità, ma per far questo abbiamo bisogno di conoscere realmente cosa richiedere in termini di prestazioni, in termini di programmazione e indici di occupazione con dati scientifici confrontabili, insomma regole certe per dare a tutti la possibilità di essere competitivi”.

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