Rinegoziazione dei mutui, il consiglio boccia la proposta di Signorino

Il consiglio comunale si é riunito ieri sera per votare la rinegoziazione dei mutui. Proposta bocciata dai presenti in Aula. In 9 hanno votato contro, in 4 si sono astenuti e 8 sono stati invece i consiglieri che hanno tentato di far passare le proposta dell’assessore Signorino.

La delibera prevedeva la rimodulazione di 39 mutui da circa 58 milioni di euro attraverso l’opportunità offerta dalla Cassa Depositi e Prestiti che lo scorso 7 novembre ha inviato a tutti gli Enti locali una circolare con cui si illustravano dettagli e requisiti per poter beneficiare di questa possibilità.

Ad ora i mutui contratti dal comune sono circa una novantina, 39 dei quali avrebbero potuto essere rimodulati come previsto dalla delibera discussa dai (pochi) presenti durante la seduta (assenti i gruppi Udc e Forza Italia -eccetto le presenze di Andrea Consolo e l’arrivo in ora tarda di Pippo Trischitta). Una somma totale di circa 58 milioni di euro la cui restituzione avrebbe potuto essere diversamente gestita attraverso l’opportunità offerta dalla Cassa Depositi e Prestiti che lo scorso 7 novembre ha inviato a tutti gli Enti locali una circolare con cui si illustravano dettagli e requisiti per poter beneficiare di agevolazioni. L’obiettivo era di dilazionare le rate al fine di “fare cassa” subito e, stando a quanto riferito dal proponente, per un anno il Comune avrebbe dovuto versare non la somma della rata vera e propria bensì il semplice interesse, prevedendo che l’ ammortamento dei prestiti rinegoziati avvenisse in rate semestrali comprensive di capitali e interessi solo a partire dal 30 giugno 2015.

Interessi che, secondo vicesindaco, sarebbero stati, così, meno gravosi da sopportare. Agendo in questa direzione, nelle casse municipali sarebbero rimasti, di fatto, intorno ai 2 milioni in più l’anno fino al 2024. Di questa somma, l’amministrazione aveva previsto che il 50% avrebbe potuto essere impiegato per estinguere una parte dei mutui, riducendo il debito in essere “dando priorità a quelli che presentano le condizioni economiche meno favorevoli per l’Ente, secondo il piano di ripartizione delle economie del piano 2014-2024 tra accantonamento per estinzione anticipata mutui e spese di investimento”, come si legge nell’atto; e la restante parte per agire su opere di messa in sicurezza del territorio, strutture e infrastrutture destinate ad un importante risparmio energetico, nonché risparmi strutturali derivanti da manutenzioni straordinarie su immobili comunali destinati a sostituire locazioni in fitto passivo.

Nella relazione redatta dal Segretario Antonino Cama, il dirigente scrive che: “nel complesso, a fronte di un incremento nominale di un’esposizione pari a 16.423.053 euro sull’ intero periodo 2014- 2044 (calcolato dalla differenza tra interessi dovuti a fine ammortamento dei mutui oggetto di rinegoziazione e gli interessi da pagare qualora non venisse effettuata l’operazione in esame), si registra sul primo periodo (2014-2024) un risparmio per 18.551.871 euro dovuto alla riduzione del valore delle rate; ne consegue che la destinazione di tali economie a riduzione del debito (con particolare riferimento ai mutui che presentano caratteristiche d’ interesse e durata meno favorevoli per l’ente), da determinarsi annualmente dal consiglio con relativa delibera, e a nuovi investimenti, costituisce un vantaggio sia finanziario che economico”. Un’azione dunque con ricadute positive sulle economie di gestione dell’Ente “a beneficio delle generazioni future” .

Ancora il dirigente argomenta che la possibilità di estinguere anticipatamente i mutui maggiormente gravosi che implica “riduzione esposizione dell’ente in valore attuale e la realizzazione di economie reali, non modifica significativamente il tasso di interesse -che si riduce passando dal 4.45% al 4.43%- ma consente l’eliminazione di mutui con elevato tasso d’interesse (un discreto numero di essi ha tassi di interesse prossimi o superiori al 6%), determinando una riduzione netta sia dell’indebitamento complessivo dell’Ente che dell’interesse medio che grava sull’indebitamento del Comune.”
La proposta è stata bocciata in tarda serata dai presenti in Aula, alcuni dei quali hanno dichiarato di non aver ricevuto esaustivi chiarimenti circa quali fossero gli investimenti che l’Amministrazione prevede, in effetti, di porre in essere o temendo di lasciare in eredità dei fardelli troppo onerosi e rigidi alle nuove generazioni, obbligate a coprire i debiti maturati dai “loro padri”.  (@Eleonora Urzì)

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