No alla vendita all’asta delle case popolari, Sturniolo e Lo Presti chiedono intervento del Comune

“Un atto gravissimo, che attacca il diritto alla casa per le tante persone che non possono permettersela, un numero purtroppo in forte aumento a causa della dilagante crisi economica”. Così intervengono politicamente i due consiglieri comunali Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti, che hanno firmato  un Ordine del Giorno contro la vendita all’asta delle case popolari, allo scopo di impegnare l’Amministrazione Comunale a promuovere, di concerto con la Regione Siciliana e l’Anci, una iniziativa che punti a sospendere la pubblicazione del Decreto Legge n. 47/14, convertito con modificazioni in L. 80/14 sulla Gazzetta Ufficiale.

I consiglieri (ex Cambiamo Messina dal Basso) chiedono un intervento dell’Amministrazione Accorinti ” al fine di procedere alla cancellazione della previsione di vendita all’asta delle case popolari, evitando cosi una pesantissima ricaduta in termini di ampliamento della precarietà abitativa nella città di Messina e in tutta la Regione Sicilia”.

Si vuole, inoltre che l’Amministrazione chieda alla Regione Siciliana di valutare la possibilità di un ricorso alla Corte Costituzionale contro l’articolo 3 della legge 80/2014 in quanto lede le prerogative costituzionalmente assegnate alle Regioni in materia di gestione dell’edilizia residenziale pubblica.
” La casa infatti è un diritto fondamentale e la legge 80/14 darà il via libera a speculazioni immobiliari a danno della collettività e a vantaggio di chi potrà investire su costruzioni realizzate con soldi pubblici – concludono i consiglieri – e questo odg è a sostegno della lotta dei sindacati, come l’Unione Inquilini, che si battono affinché la casa sia un bene comune accessibile a tutti”.

ECCO NEL DETTAGLIO IL DOCUMENTO:

ORDINE DEL GIORNO
Richiesta di sospensione del Decreto interministeriale attuativo dell’ art.3 della L. 80/2014

IL CONSIGLIO COMUNALE DI MESSINA
Premesso
Che l’art. 3 comma 1 lett. A) del Decreto Legge n. 47/14, convertito con modificazioni in L. 80/14, ha previsto l’emanazione di un Decreto interministeriale che indichi nuove modalità per “l’alienazione degli immobili di proprietà dei Comuni, degli Enti pubblici anche territoriali nonché, degli Istituti autonomi case popolari, comunque denominati, anche in deroga alle disposizioni procedurali previste dalla Legge 560/93”;
che i Ministeri competenti hanno presentato alla Conferenza Unificata un Decreto attuativo che prevede all’art. 1 comma 4 la “vendita mediante bandi ad asta pubblica” ed al successivo art. 2 i seguenti “criteri per l’alienazione:
1. Il prezzo base da assumere nei bandi di vendita è determinato mediante perizia tecnica dal soggetto gestore assumendo a base della stessa il valore normale di cui all’art.1, comma 307, della Legge n. 296 del 27 Dicembre 2006, tenuto conto dei valori rilevati, per la medesima fascia e zona, dalla Agenzia delle Entrate – Osservatorio del mercato immobiliare d’asta
2. Gli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale pubblica compresi nei programmi di alienazione adottati ai sensi del presente decreto – in possesso dei requisiti di permanenza del sistema dell’edilizia residenziale pubblica fissati dalle vigenti normative regionali ed in regola con il pagamento dei canoni e delle spese, è riconosciuto il diritto di prelazione nell’acquisto a seguito dell’espletamento delle procedure d’asta
3 Ciascun Ente proprietario , nell’ambito della predisposizione del programma, individua, qualora non disciplinata dalle normative regionali, le opportune misure per la salvaguardia dei diritti degli assegnatari che non intendono procedere all’acquisto e può prevedere una quota di alloggi all’uopo riservati;
che il decreto, modificando l’attuale normativa sul diritto all’opzione all’acquisto di cui alla L. 560/93, prevede in pratica la possibilità per l’assegnatario regolare di esercitare il diritto di prelazione solo sul prezzo di aggiudicazione dell’asta e la mobilità forzosa per coloro che non potranno comprare le case;
che la Conferenza Unificata lo scorso 16 Ottobre ha sancito l’intesa sul decreto interministeriale che ora è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale;
che prevedibilmente nessun assegnatario, con i requisiti di reddito per la permanenza nelle case popolari potrà esercitare la prelazione al prezzo di aggiudicazione d’asta, con evidenti ripercussione sulla già gravissima situazione di emergenza abitativa e l’impossibilità dello IACP e del Comune di riservare alloggi per tutti gli assegnatari che non compreranno, con il rischio di gettare nella precarietà abitativa migliaia di assegnatari di case comunali e dello IACP;
che il Decreto, prevede che gli immobili da dismettere con i criteri stabiliti dal decreto interministeriale saranno prioritariamente quelli nei condomini misti ( appare difficile che chi non ha comprato nel passato con condizioni più favorevoli oggi possa comprare con il prezzo di aggiudicazione dell’asta) e gli immobili fatiscenti anche in blocco e quelli per i quali l’ente gestore affermi di non avere le risorse per le manutenzioni straordinarie, questi immobili andranno inseriti in un elenco da predisporre entro 4 mesi da parte dell’Ente proprietario (Comune o IACP);
che il decreto inserisce un principio generale cui le Regioni dovranno conformarsi nell’emanazione delle prossime leggi , e che dovrà essere applicato anche nelle delibere di vendita degli appartamenti del patrimonio comunale;
che la Regione Campania ha approvato una mozione con la quale si è impegnato il Presidente della Regione a chiedere al governo la sospensione della pubblicazione del Decreto e la cancellazione della modalità di vendita all’asta e di prelazione dell’assegnatario sulla base del prezzo di aggiudicazione dell’asta;
che il Comune di Roma ha già approvato una mozione dove impegna la Regione Lazio a chiedere una sospensione al Governo della pubblicazione del Decreto;
che la Regione Lazio, tramite l’Assessorato alle Infrastrutture, Politiche abitative, Ambiente ha già annunciato, per mezzo stampa, che si farà portavoce delle preoccupazioni degli assegnatari circa il decreto attuativo presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
che in molte città d’Italia si sono svolte numerose assemblee, manifestazioni e cortei organizzati dall’Unione Inquilini e da altre organizzazioni sindacali rappresentative degli assegnatari per richiedere la non pubblicazione del decreto interministeriale attuativo dell’articolo 3 della legge 80/2014;
che la modalità di vendita all’asta delle case popolari e comunali evidenzia il rischio concreto di infiltrazione della criminalità organizzata anche in funzione di riciclaggio del denaro frutto di proventi illeciti;
che in numerosi altri Comuni d’Italia sono state presentate mozioni nelle quali si chiede la revisione del decreto;

Impegna il Sindaco e la Giunta
A promuovere , insieme alla Regione Sicilia, coinvolgendo l’Anci e la Conferenza delle Regioni, una richiesta di sospensione al Governo della pubblicazione del Decreto in questione , sulla Gazzetta Ufficiale, al fine di procedere alla cancellazione della previsione di vendita all’asta delle case popolari, evitando cosi una pesantissima ricaduta in termini di ampliamento della precarietà abitativa nella città di Messina e in tutta la Regione Sicilia.
A chiedere alla Regione Sicilia di valutare la possibilità di un ricorso alla Corte Costituzionale in quanto sia l’articolo 3 della legge 80/2014 che il decreto attuativo ledono prerogative costituzionalmente assegnate alle Regioni in materia di gestione dell’edilizia residenziale pubblica.

Luigi Sturniolo
Nina Lo Presti

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